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lunedì 20 luglio 2009

Liberi e forti delle nostre ragioni


Tutti fuori dal carcere gli arrestati dell'inchiesta Rewind. Due agli arresti domiciliari, per alcuni l'obbligo di firma, per altri quello di dimora e per altri nessuna restrizione. 21 misure crollate dopo meno di due settimane sotto i colpi della mobilitazione e della solidarietà del movimento, che ancora una volta non ha avuto paura del teorema Caselli/Sparagna. Che l'inchiesta fosse un atto politico lo avevamo detto fin dall'inizio, quando si manifestò a due giorni dal G8, ne avemmo conferma leggendo gli atti, che esplicitatamene parlavano di arresti preventivi, di aree e soggetti pericolosamente antagonisti. Ne fummo certi quando vedemmo scendere in campo, davanti alle tv e ai giornali il procuratore capo Caselli che si spese utilizzando paroloni come organizzazioni paramilitari e quant'altro. La scia di certezze ci portò all'udienza del riesame dove il pm Sparagna resse l'accusa parlando di future bande armate e coniando il tunnel del rischio "dalla pietra alla p38". Fummo ulteriormente convinti di quanto sostenemmo dopo poche ore dall'operazione che si trattava di un momento di notorietà per la Questura di Torino che finalmente poteva sfoderare un pò di giacche e cravatte. Ci intestardimmo sulle nostre convinzioni quando vedemmo la fantomatica società civile e i partiti della sinistra fare attenzione a non esporsi contro Caselli, così come quel mondo dell'antimafia da salotto che per due slogan e quattro scritte si sentì in dovere di difendere colui che li rappresenta.Avevamo ragioni da vendere ed oggi i fatti dimostrano che arrestare 21 compagni, la maggior parte incensurati, con due reati a testa è solo una farsa malamente orchestrata, e che persino la legge di cui si forgiano i suddetti paladini, non può avvallare tanto. Non è finita chiaro, ma senza sbarre e manette e diverso.L'attacco che si è voluto portare parla il linguaggio simile ad altri teoremi del passato, della stessa famigliola del Pci, dove i conti con chi non è allineato alla miseria politica e sociale che amministrano le segreterie dei partiti, si regolano anche con la propria ala giuridica.Questa volta è andata male e sembra più una bacchettata sulle mani che altro cari democratici di ogni risma, che voi abbiate la radice nel partito o nella magistratura.L'onda anomala, così come il movimento antagonista non sono facili da arrestare, e mettendovi il cuore in pace, rimaniamo liberi e forti delle nostre ragioni, nel prossimo autunno, nelle vostre metropoli.


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