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domenica 30 novembre 2008

GIU' LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA

Giù le mani dalla scuola pubblica

Ogni legislatura ha la sua riforma della scuola, dalla Berlinguer del governo D’Alema alla Moratti del Berlusconi I, per arrivare alla riforma Fioroni in legislatura Prodi e la Gelmini dell’attuale governo. Stranamente tutti i decreti susseguitisi nel tempo formano una chiara continuità tra loro, infatti ad ogni passaggio avviene un progressivo smantellamento del servizio pubblico (con tagli dei fondi, riduzioni del tempo scuola e dei servizi secondari) a favore delle istituzioni private, una progressiva differenziazione tra formazione di serie A e formazione di serie B, ad esempio attraverso il famoso doppio canale della Moratti, ovvero la scelta obbligata tra licei e istruzione professionale, che prelude una rigorosa diversità tra studi per futura classe dirigente e formazione di operai e sfruttati in genere.
Si va a creare, pertanto, una nuova identità di scuola: un percorso puramente finalizzato all’inserimento dello studente nel mondo del lavoro, sia a livello fisico, proponendo esperienze lavorative come parte del programma d’insegnamento, che a livello contenutistico, preparando lo studente ad inserirsi nelle logiche del lavoro dipendente. In altre parole, chi sceglie il percorso di formazione professionale viene istruito ad accettare come naturale la condizione di componente precaria e sottopagata del nostro drammatico sistema capitalistico.
E’ proprio la visione classista della scuola che degrada maggiormente il bene preziosissimo della trasmissione di conoscenze: infatti già dalla riforma Berlinguer del 1999 vengono istituiti gli stage (ovvero periodi di lavoro extra-scolastico) e l’alternanza scuola-lavoro (periodi di lavoro in orario scolastico) che obbliga gli studenti a prestare la propria manodopera ad aziende esterne per l’acquisizione di crediti formativi, con i disastrosi risultati che si sono visti e che si ripeteranno senza indugio. Studenti sfruttati per mansioni degradanti , che certamente di didattico non hanno nulla, con la scusa di introdurli nel mondo del lavoro: si ricorderanno certo le proteste (una su tutte) dei ragazzi degli istituti alberghieri che venivano usati per la pulizia dei locali e delle strumentazioni aziendali, in cambio di un paio di “pregiati” crediti formativi.
Questo concetto di “scuola-impresa”, finalizzata a plasmare gli studenti secondo le esigenze e le leggi del mercato è quanto di più utile a dare un ulteriore colpo allo sviluppo della capacità critica, lasciando ancora maggiore spazio ad un completo passivismo degli studenti nei confronti della società.
Anche l’istituzione dell’autonomia scolastica, lodata sia a destra che a sinistra, in molti casi ha peggiorato la situazione economica e strutturale di scuole ed università, a causa di un’iniqua distribuzione delle risorse ai vari istituti, che ha avvantaggiato quelli più conosciuti e prestigiosi, mettendo in disparte tutti gli altri (i quali, in virtù della propria autonomia si devono arrangiare come possono a raccattare soldi anche attraverso lo sviluppo di collaborazioni con i privati, che ovviamente chiedono in cambio un qualche aumento diretto o non dei propri profitti).
L’ultimo governo, con i decreti del ministro Gelmini, istituisce anche un nuovo concetto che finora non si era molto sviluppato nelle precedenti riforme: la meritocarazia. Per premiare gli studenti migliori vengono stanziati circa 200 milioni di euro (erosi dai fondi per l’istruzione), distribuiti tra nuovi alloggi, borse di studio e vantaggi vari: nei fatti significa degradare ulteriormente i servizi di tutti per premiare pochi fortunati; in termini concettuali vuol dire che la società ti accetta se sei veramente bravo (perciò conseguentemente utile in futuro alle alte sfere), altrimenti rimani nel “girone” dei normali e subisci lo sfruttamento e i soprusi come tutti gli altri.
La crisi economica mondiale scatenata, come è palese, dall’ingordigia insaziabile della speculazione sui mercati da parte del liberismo, prima di tutto statunitense e di riflesso anche di tutti gli altri paesi occidentali, ha colpito anche la scuola.
“Giustamente” gli studenti di ogni età devono pagare il loro enorme tributo per tappare i buchi di un sistema che concentra l’intero potere nelle mani di pochi e toglie ormai anche le briciole alla restante stra-maggioranza della popolazione.
In nome dei tagli agli sprechi l’attuale governo Berlusconi nell’amministrazione pubblica sta falciando migliaia di posti di lavoro e peggiorando drasticamente i servizi pubblici in maniera diretta o indiretta. Nel nostro caso, ad esempio, viene ridotta la consistenza del personale ATA (amministrativo, tecnico ed ausiliario) del 17% in tre anni. E’ un valore enorme, significa quasi due individui in meno ogni dieci che attualmente sono impiegati: considerando che già molte scuole e soprattutto università lamentano eccessive ristrettezze organiche proprio rispetto al personale ATA, questi licenziamenti saranno veramente un brutto colpo per le strutture scolastiche pubbliche del nostro Paese.
Sempre a causa di questi tagli di spesa gli studenti alle elementari si ritroveranno un unico insegnante per classe, un unico insegnante che sia in grado chiaramente di conoscere ogni materia con la necessaria competenza (tra l’altro dopo che negli anni scorsi lo Stato ha investito grandi somme per la formazione specializzata degli insegnanti per le diverse materie). Ovviamente all’insegnante unico si associano ben due ore di insegnamento della religione cattolica, come se la sua influenza nel nostro Paese (che si definirebbe anche costituzionalmente laico) non fosse già sufficiente.
Questo è solo un piccolo frammento di quello che è il sacrificio dovuto dei futuri giovani studenti delle elementari. Sempre “giustamente” essi, come i loro “colleghi” di scuole medie e superiori, dovranno anche arrangiarsi ad avere una parte amministrativa (segreterie, presidi, bidelli, ecc) in comune con altri istituti qualora le loro scuole sia dislocate all’interno di piccoli comuni.
Per inciso, il governo vuole impegnarsi ulteriormente nei confronti dei bambini tra i 6 e gli 11 anni, infatti muove grossi sforzi per l’istituzione di classi differenziate e separate per gli studenti stranieri: ovvero ha intenzione di eliminare il forse unico collegamento ormai esistente tra italiani e stranieri, in modo che i bimbi comprendano il razzismo sin da piccoli e si sia sicuri che ogni ragazzino straniero si senta da subito una persona diversa e in qualche modo isolata da tutti gli altri italiani.
Per quanto riguarda le università è previsto un ingente tagli di fondi, che si aggiunge ai pesanti tagli già applicati dalle precedenti riforme scolastiche, che stanno mettendo in reale crisi molte scuole ed atenei italiani. Nell’intento di eliminare definitivamente la spesa pubblica per l’istruzione il governo ha definito la possibilità di trasformare gli atenei in fondazioni private, chiaramente con l’opportunità di aggregare soggetti privati come le aziende. Questo rappresenta il chiaro intento di privatizzare anche gli atenei, eliminando nei fatti l’uguaglianza tra tutti gli studenti e introducendo una distinzione per censo che non ha nulla a che vedere con i valori di giustizia sociale per cui lottiamo ogni giorno, oltre a mercificare la trasmissione di conoscenze : infatti i soggetti privati non si inseriranno nelle scuole ed università con puro disinteresse, ma è anzi è chiaro sin da ora che gli enti privati piloteranno, in maniera diretta o meno, il servizio verso i loro interessi puramente e spietatamente economici.
Infatti con questo decreto l’istruzione si convertirà da un sistema prevalentemente pubblico ed accessibile a tutti ad un sistema formato da una maggioranza crescente di istituti privati in mano, di fatto, alle aziende.
Ogni giovane saprà che potrà permettersi alcuni studi rispetto ad altri semplicemente per quanto danaro può investire la sua famiglia, nel pieno rispetto del capitalismo più feroce; peraltro questo aspetto entra in contraddizione piena con il concetto martellante di meritocrazia che cercano di propinarci come scusa ad ogni loro scempio legislativo in questo, come in altri campi (vedi pubblico impiego).
Fortunatamente contro questi ultimi decreti dell’attuale governo si sono levate proteste in tutta Italia e non solo da parte degli studenti: questa volta anche moltissimi genitori, insegnanti, dipendenti pubblici e addirittura dirigenti (come presidi e rettori) hanno protestato con cortei ed altre iniziative pubbliche in maniera decisa e continua.

Centro Sociale Autogestito Vittoriavia
Friuli angolo Muratori-Milano
tel. 02-5453986MM3 Lodi-P.ta Romana
www.csavittoria.org
vittoria@ecn.org

venerdì 28 novembre 2008

ASSEMBLEA PER ORGANIZZARE IL CORTEO DEL 13 DICEMBRE A NERVIANO

MARTEDI' 2 DICEMBRE, ORE 21.00
Sala Civica Pertini, Area EX-MECCANICA,
Via Cesare Battisti(NERVIANO)

Invitiamo tutte le realtà, i collettivi e singoli a partecipare all'incontro che si terrà MARTEDI' 2 DICEMBRE a Nerviano; per organizzare il corteo del 13 DICEMBRE.
La manifestazione vuole denunciare la cronica mancanza di spazi sociali e luoghi di libera espressione artistico-culturale sul territorio; reali alternative alla cultura dominante del consumo a tutti i costi.
In un periodo segnato da una crescente mercificazione del territorio in nome di facili guadagni per pochi e speculazioni edilizie (accelerata anche dall'operazione EXPO2015), riteniamo che la difesa del bene comune debba passare attraverso la riconversione delle aree dismesse in luoghi pubblici e collettivi.
In questo contesto, sosteniamo la necessità di creare un corridoio sociale composto dalle diverse realtà ed esperienze locali collocate sull'Asse del Sempione (dalla FieraEXPO di Perho all'aeroporto di MALPENSA), per la difesa del territorio e dei diritti sociali.


Collettivo Oltre il Ponte - Nerviano
www.collettivoltreilponte.it

Coordinamento Liberiamo gli Spazi
www.liberiamoglispazi.wordpress.com

venerdì 21 novembre 2008

IL TELOS RESISTE!



I
eri abbiamo resistito all’attacco cui è stato sottoposto il TeLOS, e abbiamo rimandato al mittente le provocazioni di chi crede di fare campagna elettorale sulla nostra pelle, e di chi credeva di poter richiudere il TeLOS e con esso cancellare tutti i nostri sforzi le nostre emozioni i nostri progetti e speranze. La giornata è terminata con una bellissima serata, con uno spettacolo teatrale molto partecipato (non bastavano le sedie) e una presenza importante e molto apprezzata di solidali accorsi da ogni dove. Grazie a tutti quelli che sono passati e grazie a tutti quelli che ogni giorno si spendono per dare vita e tenere in vita questo inaspettatamente bel progetto. Noi siamo pronti a resistere ad oltranza, e ogni persona che partecipa e vive lo spazio è una ricchezza e una vittoria, una risposta a chi ha sempre creduto non sarebbe stato possibile. Il TeLOS è possibile, il TeLOS REsiste!
Anche questa mattina purtroppo c’è stata una provocazione, prima di ignoti, che hanno voluto donarci un po’ di ghiaia e cemento per sistemare il piazzale interno del cortile (grazie mille, ora non si allagherà quando piove; a proposito: la ghiaia non ci serve più), poi delle forze di polizia che si sono presentate in forze davanti al TeLOS senza nessuna ragione apparente, evidentemente col solo intento di creare tensione.
Prossimamente un comunicato su quanto successo, da far girare più possibile, e aggiornamenti sulle prossime serate incontri e quant’altro, anche a fronte di quanto successo

giovedì 20 novembre 2008

LA SPINTA N° 4 MESE NOVEMBRE


pag.1

Una scuola di “classe”

Le classi non esistono più, in molti sostengono questa tesi, ma quello che non si riesce a capire è perché la ricchezza è detenuta nelle mani di pochi gruppi finanziari o famiglie e invece chi vive sotto la soglia del livello di povertà sta aumentando, così come sta invece diminuendo il potere d’acquisto dei lavoratori.
Questo dimostra che le classi esistono eccome e che la politica di classe viene applicata in ogni settore della società.
In questo numero c’è un articolo in cui un gruppo di genitori analizza la riforma Gelmini; un articolo interessante che va compendiato da una considerazione: è da anni che attraverso le varie riforme si va nella direzione di una scuola privata d’elite riservata a chi se la può permettere, comunque sempre più finanziata dallo stato.
Questo processo sta ora subendo un ulteriore accelerazione; si dequalifica la scuola elementare, si toglie l’aiuto (insegnante di sostegno, mediatore culturale).
Anche la media e la media superiore vengono attaccate diminuendo la qualità di queste, che se dequalificate a scuole di serie b diventeranno l’area di sosta per i ragazzi che non possono permettersi la scuola privata; anche i tagli all’università sono sintomo di un ottusità estrema del capitalismo nostrano, del
berlusconismo compiuto.
Il processo di scolarizzazione di massa fu il diretto effetto delle lotte operaie degli anni 60 e 70, tutto il processo che questo fenomeno aveva aperto, nel bene e nel male, si tenta di cancellarlo( e non da adesso, questa riforma è solo la punta dell’iceberg), si sposta ancora una volta le lancette dell’orologio all’indietro.
Salutiamo con favore quindi le lotte degli studenti, degli insegnanti e dei genitori, che nonostante siano ancora molte volte timide e confuse, perché rompono il muro di silenzio e di accettazione che in questo settore, la scuola, durava da ormai troppo tempo.
Come lavoratori che lavorano attorno al progetto di un sindacato e di un’organizzazione politica di classe, cercheremo di porre la massima attenzione a quello che succederà e di interloquire con chi sta portando avantil’opposizione al progetto Gelmini-Berlusconi, e l’articolo pubblicato all’interno è una prima testimonianza di ciò.
Invitiamo anche i lavoratori della scuola, gli studenti a farci pervenire materiale in questo senso per creare dibattito sempre più ampio




pag.2


CONTRIBUTO A CURA DEL COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI DI LAINATE

Se pensate che l’istruzione sia costosa,provate l’ignoranza”
(Derek Bok, presidente dell’Università di Harvard)


La protesta di queste settimane nel Paese è una protesta che trova il suo fondamento e la sua giustificazione nell’idea di scuola che il ministro Gelmini propone alla scuola italiana con la pretesa di voler migliorare la qualità della nostra scuola. Il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria che, ad oggi, continua ad essere riconosciuta da tutti gli organismi internazionali come uno dei migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini. Per questo governo la scuola deve semplicemente costare di meno, tutto il resto non conta, soprattutto non contano le nuove e diverse esigenze dei bambini di oggi in una società sempre più complessa e in continua evoluzione; anzi meno sanno, meglio è. Sulla base delle recenti decisioni assunte, nella scuola primaria l’innalzamento del rapporto alunni/classi produrrà la riduzione di 4.867 posti di lavoro. Ci saranno 2.900 classi in meno, cioè circa 55.000 alunni da ricollocare. Per circa 100.000 classi su 138.000 l’orario settimanale sarà ridotto mediamente di 3 ore, in questo modo saranno tagliati 14.000 posti. Il mantenimento delle classi a modulo o a tempo pieno dipenderà quindi dal numero di classi attivate a 24 ore settimanali con il “maestro unico”. L’insegnamento della lingua inglese sarà affidato solo alle insegnanti specializzate, quindi verranno tagliati tutti gli 11.200 posti delle insegnanti specialiste. In tutto per la scuola primaria il taglio sarà di 30.067 posti. A cui occorre sommare il dato di 29.740 posti nella secondaria di primo grado e 27.593 posti nella secondaria di secondo grado. Insomma, la cifra totale di posti tagliati (tra personale docente e non docente) in tre anni è di 132 mila. E tutto questo mentre il numero degli alunni è previsto in aumento. La logica dei tagli risponde ad un criterio, uno soltanto: la scuola è un centro di costo, una spesa. Non un settore di investimento. La scuola ha perso, in sette anni, oltre 32 mila docenti di ruolo. Quest’anno, nelle scuole lavorano più di 141 mila precari e il 49,54% dei docenti di sostegno nelle nostre scuole sono precari. Perché? Semplicemente perché un docente non di ruolo, un precario, costa molto meno allo Stato. Un insegnante precario viene assunto all’inizio dell’anno scolastico e licenziato alla fine dell’attività didattica, a giugno. Questo significa essere in grado di garantire una scuola di qualità per tutti, ma soprattutto per chi ne ha bisogno? Una politica di tagli non può servire a garantire la qualità del fare scuola! I tagli non si fermano qui, ma riguardano anche i finanziamenti per l’arricchimento dell’offerta formativa nelle scuole, la formazione dei docenti, gli investimenti per l’integrazione degli alunni stranieri. Sicuramente i tagli non riguardano le scuole non statali che vedono, invece, sempre aumentare i finanziamenti dello Stato. Il vero motivo dei provvedimenti governativi non è solo quello di far cassa, tagliando ulteriormente le spese per l’istruzione per dirottarle verso altri settori (infrastrutture, sicurezza…). Si vogliono azzerare, infatti, le esperienze più avanzate, dal tempo pieno alle sperimentazioni, per ridurre la scuola statale a un servizio minimo, nel quale l’offerta didattica diventi a pagamento. Viene posto in atto coscientemente un attacco frontale alla visione della scuola della nostra Costituzione, la scuola di tutti e per tutti, l’Istituzione che ha il compito di formare il cittadino della Repubblica sulla base dei principi di uguaglianza e libertà. La ventilata trasformazione delle scuole in fondazioni , l’utilizzo del principio di sussidiarietà del privato, la proposta di eliminare il valore legale del titolo di studio, svelano l’obiettivo ideologico del governo: distruggere l’esperienza che negli anni dal 1968 al 1974 ha prodotto la scuola democratica e partecipata dei decreti delegati, la media unica, la scuola dell’infanzia statale. Si vuole mettere sotto controllo ciò che viene considerato un presidio ideologico della cultura del ’68. La nostra scuola soffre di tanti problemi, ma l’analisi dei dati suggerirebbe una politica scolastica in grado di mantenere il livello di eccellenza raggiunto dalla nostra scuola primaria, di portare a compimento una riforma moderna della scuola secondaria, di risolvere il problema della fatiscenza delle strutture edilizie, di investire risorse fisiche ed umane aggiuntive nelle zone più disagiate del sud.
La politica di questo governo sulla scuola ci allontanerà sempre di più dal resto dei paesi industrializzati. Se non sapremo investire sulla nostra risorsa primaria, cioè la persona, il declino del nostro paese diventerà inarrestabile. Occorre la mobilitazione di tutta la società per contrastare con iniziative culturali e di lotta questo pesante attacco ideologico alla Scuola della Repubblica.




pag.3
La casa del Diavolo di
Lucio Monocrom
“E che cosa ne pensa della società italiana?"
“Il popolo più analfabeta con la borghesia più ignorante d'Europa”
La Ricotta, P.P.Pasolini, 1963

Negli ultimi tempi si parla molto di scuola, di università, di conoscenza e di saperi. Il dibattito televisivo, sempre più fondante del pensiero della “maggioranza silenziosa”, è molto impegnato a dividere saperi “buoni” da saperi “cattivi” o “inutili”: i saperi buoni sono legati alle scienze naturali ed all'economia, i saperi “cattivi” o “inutili” sono legati al resto delle scienze umane e a discipline “palesemente antistoriche” come la letteratura o le arti in genere. In un mondo che riesce a dividere l'economia in reale e virtuale ci si può aspettare di tutto, anche l'eliminazione del nesso fra scienze umane e naturali, fra letteratura e storia, fra teoria e pratica. Questo è il senso della citazione-provocazione iniziale tratta dalle labbra di Orson Wells. Può accadere quindi che non ci si accorga che la capacità di “leggere” la realtà, di avere opinioni sulle proprie condizioni sociali, di avere idee su quali siano i modelli di vita a cui voler aderire (indipendentemente da ciò che il mercato ti suggerisce o da ciò che il mainstream predilige che tu faccia), è elemento indispensabile per qualsiasi società produttiva.
E' possibile quindi rimuovere un'elemento fondamentale del dibattito ma non è possibile sottrarsi al ritorno di questa rimozione. Il cinema è una di quelle discipline inutili e dannose alla produttività, citato spesso come creatore di esempi negativi per i giovani e rivalutato solo quando produce grandi incassi. Questa visione del fenomeno è chiaramente pacchiana ed inverosimile ma se si domanda ai vari Tiraboschi, Boeri ed esperti vari (protagonisti in queste settimane del dibattito pubblico sulla scuola) cosa ne pensino di ciò, otterremo risposte che non si discostano troppo da questa incredibile visione.
Personalmente ritengo, al contrario, che proprio nella produzione culturale dell'ultimo decennio, produzione della quale il cinema è il campo di cui più possiedo competenze, è ben visibile ciò che ora accade all'interno della nostra realtà quotidiana, è ben visibile lo spirito e l'essenza della crisi. Nei prossimi numeri di La Spinta svilupperò un discorso sul cinema zoommando sul genere horror, modello narrativo e visivo in cui è più visibile il discorso sul ritorno del rimosso oggi in grado di offrire una lettura propositiva riguardo ad importanti fenomeni d'attualità. Il rimosso dello sfruttamento, il rimosso dell'Oriente, il rimosso della libertà, il rimosso del sapere come strumento di vita e non come mezzo per far soldi non importa come (del quale i telequiz sono l'esempio più emblematico) è più che presente nel panorama mondiale dell'horror contemporaneo.
Hai per caso paura dei fantasmi? Forse è solo perchè non li conosci.


CHIUDE LA NTL DI LEGNANO,FABBRICA DEL COMPARTO TESSILE.
L’azienda nelle scorse settimane ha comunicato ai 100 lavoratori la definitiva cessazione dell’attività produttiva e come al solito dobbiamo riscontrare la complicità dei sindacati confederali CGIL-CISL-UIL.
Il gioco è sempre lo stesso l’azienda mette in cassa integrazione e da una ridicola buona uscita di 5000 euro ,intanto i sindacati confederali firmano gli accordi e tengono buoni i lavoratori.
In questo caso la cassa integrazione era iniziata il 5 Settembre,i sindacalisti confederali avevano assicurato i lavoratori che solo lavorando fino alla fine,consegnando tutti gli ordini, sarebbero forse riusciti a salvare qualcosa (oltre al danno la beffa) , anche perché l’azienda non era in crisi e che il lavoro era talmente tanto che non riuscivano a consegnare per tempo.
Ai lavoratori della NTL va tutta la nostra solidarietà,convinti che solo attraverso l’autorganizzazione riusciremo a tutelarci e avere la possibilità di vincere le lotte.

SCIOPERO E CORTEO ALL’ARTEMIDE DI PREGNANA MILANESE.
Le scorse settimane i lavoratori dell’Artemide,fabbrica metal meccanica, sono entrati in lotta per rivendicare la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari e un’ aumento salariale del premio di produzione di 500 euro.L’azienda da parte sua vuole concedere un’ aumento molto minore e legato alla produttività.
Un’ esempio di lotta e solidarietà

LA CRISI DEL CAPITALISMO SI FA SENTIRE
Iveco ed Eutelia due fabbriche metal meccaniche nel territorio di Pregnana,stanno subendo gli effetti della crisi economica in atto,cassa integrazione e futuro incerto sta toccando e toccherà nelle prossime settimana questi lavoratori.
Anche alla Frilvam di Nerviano ,ditta chimica inserita nel contratto della gomma-plastica,sono previsti 3 giorni alla settimana di cassa integrazione a rotazione per tutti i lavoratori.
La crisi del capitalismo la stiamo pagando inevitabilmente noi lavoratori,solo se riusciremo a organizzarci e mobilitarci riusciremo a invertire la rotta e far pagare la crisi a chi l’ha prodotta,il capitalismo,il padronato,le banche e tutti gli speculatori.

L’AFFONDO DEI FONDI PENSIONE!
Come previsto i fondi pensione si stanno rivelando un fallimento e con il calo delle borse stanno letteralmente affondando.
Da Gennaio a Settembre i fondi pensione chiusi ,quelli di categoria o aziendali hanno perso in media il 3,49 %, mentre il TFR rimasto in azienda (che si rivaluta in base al 75% dell’inflazione istat più una quota fissa dell’1,5% ) ha guadagnato il 2,7 % netto,quindi rispetto ai fondi pensione si distacca del 6 %.Questo quadro è destinato ad aggravarsi visto le pesanti perdite di borsa avvenute in Ottobre.
La maggioranza dei lavoratori ha mantenuto il proprio TFR in azienda mentre circa 3 milioni di lavoratori hanno aderito ai fondi pensione, spinti da sindacati confederali,governo,banche e assicurazioni che ancora una volta hanno cercato di fare profitto sulle spalle dei lavoratori. Ricordiamo lo slogan che con insistenza usavano i sindacalisti confederali nelle assemblee o gli economisti e i politici nelle televisioni per farci aderire ai fondi: “i fondi pensione saranno una stampella per il futuro,soprattutto dei giovani”.Intanto i lavoratori Chimici con il fondo Fonchim perdevano a settembre il 14,8 % da inizio anno,mentre i metalmeccanici del cometa il 10 % ,questi due fondi inoltre erano presenti con alcune quote nelle azioni della Lehman Brothers la banca americana fallita lo scorso Settembre.


Riportiamo la rilevazione al netto di alcuni fondi pensione in data 20/10/2008 (fonte corriere economia)


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CHIUDIAMO LA SKINHOUSE comunicato del comitato antifascista bollatese
VIA I NAZISKIN DA BOLLATE!CHIUDIAMO LA SKINHOUSE!Sabato 18 ottobre a Bollate in via Alfieri ha aperto la nuova sede della cosiddetta “skinhouse”, punto di ritrovo dell'organizzazione neofascista denominata “Hammerskin”.La “skinhouse” diventerà il punto di ritrovo (da tutta la Lombardia) per individui che si dichiarano esplicitamente antisemiti e radicalmente razzisti, che si ispirano apertamente all'ideologia nazifascista; individui che considerano normale l'utilizzo della violenza come strumento di relazione sociale.Sono numerosissimi gli episodi di violenza e di aggressioni squadriste compiuti in Italia negli ultimi anni ai danni di attivisti politici, stranieri, gay, normali cittadini e in generale nei confronti di chi viene percepito di volta in volta -da loro- come “diversi”.Dopo due anni dallo sfratto forzoso della sede di via Cannero a Milano i naziskin riaprono da noi a Bollate, la città che fu anche di Claudio Varalli assassinato a 17 anni da un militante neofascista. Città che ha visto tra i suoi cittadini numerosi partigiani e martiri della Libertà.L'apertura della skinhouse a Bollate rappresenta un gravissimo problema democratico e di incolumità per tutti. Questa sede è un insulto alla nostra Città e ai valori della nostra Costituzione.