IN PRIMO PIANO

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domenica 28 febbraio 2010

Per un 1° marzo di lotta, antirazzista e di classe!

Corteo con partenza ore 17.00

da Viale Monza - fermata MM1 Pasteur

L'assemblea pubblica di sabato 27 febbraio al C.S.A. Vittoria ha assunto il 1° marzo come giornata di mobilitazione e di lotta, con l’obiettivo di coniugare l'antirazzismo con coerenti posizioni di classe e di reale unità tra proletari.

L’assemblea ha visto la partecipazione e gli interventi di diverse situazioni di lotta fra le cooperative della logistica, un rappresentante del movimento dei sans papier da Parigi, un compagno del comitato degli immigrati di Roma, un compagno del movimento immigrati di Verona, oltre alle diverse realtà sociali e politiche lombarde che si sono impegnate in questi ultimi due anni a dare sostegno concreto alle lotte degli operai immigrati.

Queste esperienze sono un chiaro esempio di come, l'unità nella lotta possa effettivamente ribaltare i rapporti di forza, permettere di vincere delle battaglie e aprire la strada ad una chiara prospettiva politica di classe, in contrapposizione all'ordine sociale esistente.

Una ricomposizione effettiva e autorganizzata che è anche l’unica strada per opporsi alle leggi e ai pacchetti sicurezza razzisti dello stato, finalizzati a produrre forme di neo-schiavismo per salvaguardare i profitti che la crisi tende ad erodere.

Da qui la volontà di tutti i presenti di lanciare un corteo che attraversi le strade di un quartiere come quello di via Padova che se da un lato sta vivendo un clima di forte repressione terroristica da parte della polizia, dall'altro ha cominciato ad esprimere forme di autodifesa contro i rastrellamenti e la militarizzazione.

La giornata di mobilitazione proseguirà in serata, dopo il corteo, con il sostegno attivo alle pratiche di lotta degli operai delle cooperative intervenuti in assemblea e che apriranno il corteo.

L’assemblea del 27 febbraio 2010 tenutasi al CSA Vittoria

venerdì 26 febbraio 2010

Appello per un 1° marzo di lotta, antirazzista e di classe

Le leggi razziste e i vari pacchetti sicurezza, che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio della storia italiana (e non solo) costituiscono un insieme di dispositivi che attaccano gli immigrati in quanto forza-lavoro e che, non a caso, si sono progressivamente inasprite man mano che è andato crescendo il numero e il peso economico di questa porzione, fondamentale, della classe lavoratrice.
Grazie a questi dispositivi, milioni di uomini e donne vengono spinti in una condizione di clandestinità forzata da cui è praticamente impossibile uscire, in un regime di vero e proprio apartheid, imprigionate, deportate, private della dignità umana, massacrate nei mari e nei luoghi di lavoro.
Un meccanismo, ormai ben oliato, il cui fine evidente è quello di terrorizzare e annichilire milioni di lavoratori, per renderli massimamente ricattabili e sfruttabili come forza-lavoro a basso costo.
Il razzismo, che è fondamentalmente “razzismo di stato, va quindi considerato come l’espressione più diretta della voracità di un capitalismo in crisi e che ha assoluto bisogno di realizzare il massimo profitto possibile, nel minor tempo possibile, tramite forme di neo-schiavismo che sono, allo stesso tempo, simbolo di un presente di guerra aperta contro i proletari del mondo e, minaccia per il futuro che il capitalismo riserva al mondo intero.

Oggi, però, da Milano a Rosarno, giungono nuovi segnali di lotta e di ribellione all’esistente.
Lotte e rivolte che si stanno sviluppando in alcuni settori della classe operaia immigrata del nord (come nel caso delle cooperative della logistica lombarda) o fra i braccianti del sud (da Castelvolturno a Rosarno) contro lo strapotere dello stato e della mafia. Lotte che hanno la possibilità di congiungersi con le forme di resistenza alla crisi messi in campo dai lavoratori. Lotte che, finalmente stanno cominciando a spostare il piano del conflitto su un terreno apertamente di classe, costringendo lo stato a ricorrere sempre più spesso alla repressione come unica arma per tentare di frenarle e svelando quindi, all’insieme della classe lavoratrice, che la democrazia non è un feticcio da difendere contro il pericolo fascista ma, al contrario, uno strumento fondamentale nelle mani dei padroni che si ritorce costantemente contro le classi oppresse.
Da queste lotte traiamo quindi lezioni fondamentali che ci spingono a raccogliere l’appello per lo sciopero degli immigrati proclamato a livello sovranazionale per il 1° marzo. Pur consapevoli che non ci sono ancora le condizioni per una piena riuscita dello stesso, pensiamo che ci siano le condizioni per dare un senso politico ad una simile giornata rafforzando le mobilitazioni operaie di cui sopra (nelle cooperative, in particolare) e le forme di autodifesa che si stanno esprimendo sui territori (contro i rastrellamenti e la militarizzazione dei quartieri, contro gli sfratti e in difesa delle occupazioni delle case)

Concretamente proponiamo da una parte di sostenere attivamente gli scioperi che si daranno il 1° marzo, dall’altra di costruire una manifestazione cittadina, antirazzista e di classe, che attraversi via Padova, uno dei quartieri a più alta densità di immigrati e tuttora teatro di violenti scontri quotidiani fra polizia e clandestini, fuori dai riflettori che si erano accesi giusto il tempo per tentare di strumentalizzare la morte di un giovane egiziano e per attaccare l’intero quartiere
Per organizzare le iniziative di cui sopra e discutere collettivamente delle prospettive alle quali guardare unitariamente viene convocata un’assemblea pubblica per sabato 27 febbraio alle ore 18 in via Friuli ang. via Muratori, presso il CSA Vittoria.

Lavoratori delle cooperative in lotta e comitato di sostegno

martedì 23 febbraio 2010

LA SPINTA! N° 14 -febbraio 2010

in questo numero:

- Continua la lotta nelle cooperative della logistica!
La repressione di padroni e polizia
non fermeranno la lotta!
- i furbetti nascenti del quartierino sanitario.
- comunicati sull'occupazione e lo sgombero della CPO.
- minacciare i lavoratori di licenziamento è reato!

per leggere la spinta:

www.scribd.com/doc/27343012/LASPINTA-FEBBRAIO

giovedì 18 febbraio 2010

CORTEO NAZIONALE TANTI POPOLI UN'UNICA LOTTA

A conclusione della
SETTIMANA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA' CON EUSKAL HERRIA
POR EL SOCIALISMO, LIBERTAD PARA EUSKAL HERRIA!
La rete Euskal Herriaren LagunakAmici e amiche del Paese Basco
lancia un appello per il

CORTEO NAZIONALE
TANTI POPOLI UN'UNICA LOTTA

MILANO - Sabato 20 febbraio 2010ore 15.00

concentramento in piazza Cordusio
per la libertà, l'indipendenza e
l'autodeterminazione dei popoli

ore 20.00

cena kurda anche per vegetariani
al CSA VITTORIA

ore 22.00
concerto con:

IMPOSSIBILI punk-rock
RFT hardcore

al CSA VITTORIA
l'ingresso del concerto sarà destinato ai compagni e alle compagne basche

mercoledì 17 febbraio 2010

Comunicato per la Cooperativa Papavero di Cerro al Lambro

Con un Comunicato CGIL, CISL e UIL del 9 febbraio, conosciuto solo ora e fatto avere a “il cittadino”, le tre scimmiette, che non hanno mai sentito, visto e parlato in tutti questi anni, annunciano che hanno firmato un accordo l’8 febbraio con la Cooperativa Papavero.Una parte delle cose ottenute fanno parte delle richieste fatte nella nostra piattaforma.Con la stessa sfacciataggine che avevano mostrato a Brembio, si appropriano (almeno di una parte) di un risultato ottenuto attraverso la dura lotta dei lavoratori, sostenuta dallo Slai Cobas e dal comitato di lotta che era accorso in solidarietà militante davanti ai cancelli del magazzino della GLS di Cerro al Lambro.Secondo il comunicato della trimurti “la contrattazione ha avuto momenti di difficile confronto (sich) e di attesa (questa, tanta) sempre condivisa dai lavoratori (quali? Forse i 50 che prendevano le manganellate degli sbirri?) che ritengono la strada del confronto e del dialogo l’unica in grado di garantire longevità e stabilità alle conquiste e ai miglioramenti delle condizioni di vita e di reddito (non lo chiamano nemmeno più salario)”.Dopo aver accettato per anni una forma di sfruttamento, ruberie sul salario, l’arbitrio dei vari prestanomi a capo delle varie cooperative che si sono avvicendati nella gestione degli appalti in GLS, questi signori delle tessere fanno questa operazione, mentre il signor Angelucci patron della cooperativa Papavero manda contestazioni a tutti i lavoratori che hanno partecipato agli scioperi una raccomandata di questo tono: “Con la presente siamo a contestarle il suo comportamento avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2010 e nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2010 nel quale lei pubblicamente e a mezzo stampa diffamava la Cooperativa sostenendo cose non corrispondenti alla realtà causandole enorme danni irreversibili all’immagine di tutta l’organizzazione produttiva e alla Cooperativa verso la Committente.A tal fine le contestiamo quanto sopra ai sensi della legge 142/01 e agli effetti del vigente contratto di riferimento CCNL Trasporto Logistica e del regolamento le ricordiamo che lei potrà presentare le sue eventuali giustificazioni in merito entro e non oltre i 10 giorni dal ricevimento della presente “. Anche questa volta questi signori, cani da guardia dei padroni, “abbaiano” in sintonia con i padroni delle cooperative, per cercare di intimidire i lavoratori che lottano per difendere realmente le loro condizioni di vita e di lavoro.Al gioco delle tre carte, però, la maggior parte dei lavoratori non vogliono partecipare perché sanno, dati alla mano, che si tratta del solito trucco per trombarli un’altra volta. Essi sanno che in questi anni hanno loro rubato migliaia di soldi (cifre da capogiro): da un minimo di 16375, 68 euro ad un massimo di 96118,86 euro (dai calcoli fatti dai legali CISL) e sanno che questi signori prima che i lavoratori possano andare in giudicato presso il tribunale di Milano si accorderanno per delle cifre miserabili (qui sta uno dei problemi perché la GLS, l’azienda committente e che deve rispondere in quattrini, è interessata a tenere le relazioni con questi signori).I lavoratori sanno, inoltre, che la piattaforma dello Slai Cobas va oltre la richiesta del 100% degli istituti contrattuali, per chiudere la partita bisogna, come minimo, ritirare il licenziamento di un lavoratore fatta ingiustamente qualche settimana fa, dare 5,16 di euro per l’indennità sostitutiva mensa, creare una sala per mangiare dignitosa, mettere in busta paga le ore di straordinario e non chiamarle “indennità trasferta Italia”, distribuire carichi di lavoro adeguati che non compromettano la salute dei lavoratori, mettere in sicurezza l’impianto.

SOLO COSI’ I LAVORATORI SOSPENDERANNO LO STATO D’AGITAZIONE, SOLO COSI’ I COMPAGNI CHE HANNO SOSTENUTO LA LOTTA VENENDO DALL’ESTERNO SI SENTIRANNO APPAGATI (le botte della Forza dell’”ordine” non ci fermeranno).

N.B. siccome sappiamo che Angelucci legge i nostri comunicati, gli mandiamo il nostro caloroso arrivederci.

Milano 16-02-2010

Aldo Milani e Fulvio di Giorgio

SLAI COBAS
sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale

lunedì 15 febbraio 2010

Comunicati sullo sciopero alla Gls e alla Ortofin più video


Giriamo i comunicati di alcune delle realtà che sostengono la lotta delle cooperative della logistica. Segnaliamo che dopo le pesanti cariche di Venerdì alla GLS di Cerro al Lambro,Domenica si è raggiunta dopo l'ennesimo blocco una vittoria da parte dei lavoratori nel magazzino della Ortofin di Settala.

Sotto riportiamo il video sullo sciopero di Venerdì alla GLS invitiamo a far girare

www.youtube.com/watch?v=mTbCQfmFowg



GLS(Cerro al Lambro)/Coop.Papavero: sciopero n. 2

Onori della cronaca ancora per Cerro al Lambro grazie all'incontro/scontro con
dirigenti della cooperativa e stato da una parte, e dall'altra i lavoratori. È
questo il senso della seconda giornata di sciopero passata davanti ai cancelli
della GLS di Cerro al L.
Ma questa volta di fronte alla sempre più solidale unità tra i lavoratori(tutti)
della coop. Papavero(già il nome è tutto un programma), lo Slai-Cobas, comitati,
precari, studenti, disoccupati, ecc. si è fronteggiato nientemeno che lo stato con
i suoi "cani da guardia" ed il loro bel sfoggiare dei manganelli.
È paradossale! Invece che mandare plotoni di guardie di finanza e ispettori del
lavoro per controllare marciume contabile(v. evasione fiscale) e condizioni
lavorative da giungla, lo stato si presenta con il manganello nel tentativo di
mettere a tacere la richiesta di normalizzazione dei rapporti di lavoro di un
centinaio di lavoratori. È un modo di fare che potrebbe trasformare il
manganello in miccia scatenante un'esplosione di lotte attorno alla GLS fino ad
accorciare al massimo il "respiro" degli enormi profitti del signor "ucciucci", al
secolo: Angelucci.
E, immancabilmente, con i manganelli del ministro Maroni, comincia a scorrere il
sangue dei lavoratori già abbastanza succhiato da anni di duro sfruttamento: è
un enorme pentolone che si sta scoperchiando con Berlusconi e Bossi che
tentano in tutti i modi di sedersi a corpo morto sul tappo.
Ma l'autorganizzazione dei lavoratori e l'abbattimento delle barriere etniche
che tentano di costruire, trovano nello Slai-Cobas il terreno più fertile per
sviluppare il vero cambiamento, risultato della lotta di classe.
È tutto un brulicare di malesseri quello che sta emergendo in molti settori.
Anche dai camionisti, tutti isolati e pesantemente colpiti, vengono i primi segnali
di fumo della rivolta.
È sorprendente la mancanza in tutti questi anni di un'organizzazione sindacale
capace di prendere a cuore la condizione dei lavoratori di fronte allo scempio
fatto attorno a SALARI, DIRITTI E DIGNITÀ. A ben vedere però sono
chiarissime le complicità e le connivenze dei sindacati confederali, anche migliaia
e migliaia di lavoratori stranieri si stanno accorgendo dell'enorme fregatura e
trovano nell'autorganizzazione sindacale la più corretta direzione di marcia.

La lotta non si ferma, continuerà fino al ripristino della legalità
RIBELLARSI È GIUSTO, SCIOPERARE È NECESSARIO!
Milano, 14 febbraio 2010 c.i.p. slaicobas.trasporti@tiscali.it http://it.mc241.mail.yahoo.com/mc/compose?to=slaicobascremona@gmail.com

Sosteniamo la lotta dei lavoratori della cooperativa Papavero di Cerro al Lambro

Ieri notte i lavoratori della cooperativa Papavero, appaltati presso lo stabilimento di logistica GLS Executive di Cerro al Lambro, hanno scioperato per rivendicare un corretto pagamento della retribuzione (in particolare delle numerose ore di straordinario non riconosciute), migliori condizioni di lavoro e l'applicazione delle norme più elementari sulla sicurezza e sull'orario ad oggi completamente disattese.
Anche in questa occasione, a sostegno di questa ennesima esplosione di conflitto contro il quotidiano sfruttamento degli operai delle cooperative, si è costituito un comitato di lotta che unisce lo SLAI Cobas (che segue la vertenza anche dal punto di vista più strettamente sindacale), a realtà politiche e sociali milanesi e a numerosi altri lavoratori e lavoratrici del settore della logistica (Origgio, Turate e Brembio).
Allo sciopero ha aderito, con sparute eccezioni, la totalità dei lavoratori che, bloccando l'ingresso ai camion (in entrata e in uscita), ha inizialmente costretto gli autisti all'inattività e a parcheggiare i bilici.
Ma ad attendere i lavoratori vi erano le forze dell'ordine, presenti (peraltro sin da martedì scorso arrogandosi compiti di "controllo" del regolare svolgimento del lavoro!) in numero sproposito e provocatorio che sin dall'inizio del picchettaggio hanno cercato violentemente di impedire lo sciopero e il blocco dei camion.
All'arrivo di nuove truppe si è definitivamente palesato il ruolo di subordinazione alle direttive padronali dei servi in divisa: questi si sono infatti scatenate in violentissime e ripetute cariche costringendo in un angolo i manifestanti, provocando diversi feriti tra i presenti e permettendo ai camion di entrare nello stabilimento.
A ciò si sono aggiunte le minacce di licenziamento ai lavoratori in sciopero chiamati telefonicamente dai capetti della cooperativa per costringerli ad entrare per scaricare. Ma l'arroganza padronale non ha fiaccato la resistenza e la determinazione degli operai e dei compagni presenti che valutata la piena riuscita dello sciopero, dopo un confronto assembleare, hanno deciso di sciogliere il presidio a notte inoltrata per organizzare nuovi momenti di lotta.
Si è comunque trattato di un primo passaggio, sicuramente positivo ma parziale, che apre un nuovo fronte di lotta in un comparto produttivo paradigmatico per composizione della forza lavoro ivi impiegata (migrante e precaria) e centrale, soprattutto nell'area metropolitana milanese, di quella organizzazione del lavoro nell'attuale fase di valorizzazione del capitale.
Settore, quello della logistica, nel quale negli ultimi due anni si sono diffuse e dispiegate molteplici lotte autorganizzate, caratterizzate dall'unità e dalla convergenza di settori sociali diversi su una chiara prospettiva politica di classe che sono riuscite a ribaltare i rapporti di forza imposti. Lotte risolute, come quelle dei lavoratori/trici di Origgio, Turate e Brembio, in cui la solidarietà di classe dispiegata per la difesa dei propri diritti, nonché per migliori condizioni di vita e di lavoro, hanno avuto quale ulteriore risultato politico di essere esempio concreto per altri operai/e parimenti sfruttati.
Ma proprio tale unità di classe diventa l'obiettivo da colpire e da fermare per i padroni e i loro sgherri consci della reale forza che momenti ricompositivi possono avere nello sviluppo del conflitto sociale che le conseguenze della crisi non possono che continuare a generare.
Come compagne e compagni del CSA Vittoria continueremo a sostenere la lotta dei lavoratori della cooperativa Papavero per migliori condizioni di vita e di lavoro, convinti che il conflitto di classe possa nascere e svilupparsi, su un terreno di incompatibilità politica, solo a partire dai soggetti sociali che in prima persona vivono le condizioni di sfruttamento e precarietà, nei luoghi della produzione e non dalle stanze dei palazzi.
CONTRO LA PRECARIETA’ E LO SFRUTTAMENTO!

I compagni e le compagne del C.S.A. VITTORIA

LE CARICHE DI CERRO AL LAMBRO NON FERMANO LA LOTTA DETERMINATA DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE!

Ieri pomeriggio i lavoratori delle cooperative del settore logistica e il comitato di lotta che li supportano hanno dimostrato ancora una volta che la lotta paga!
Nel tardo pomeriggio di domenica 14 febbraio infatti, dopo un'intera giornata di sciopero, i lavoratori della cooperativa Nova Planet, appaltati presso lo stabilimento Ortofin di Settala e Liscate, e il comitato di lotta costituitosi per sostenerne le rivendicazioni hanno costretto le controparti padronali ad accettare le condizioni decise nella piattaforma di lotta: rispetto del contratto collettivo e delle norme sulla sicurezza, equa distribuzione dell'orario di lavoro tra gli operai.
E' l'ennesima lotta vittoriosa di operai risoluti e consci che, al pari dei lavoratori di Origgio, Turate e Brembio (anche in questa occasione presenti e attivi), solo con l'autorganizzazione, l'unità e solidarietà di classe sia possibile ribaltare i rapporti di forza imposti.
Ma quella data dai lavoratori Nova Planet e dal comitato di lotta è anche la migliore risposta alla falsa speranza e all'illusione di padroni e servi in divisa di poter fermare le lotte con la repressione. Alla prova di forza tentata da Assologistica (associazione padronale di settore), che ha “ordinato” le violente cariche di venerdì a Cerro al Lambro, è stata infatti opposta la determinazione operaia risultata ancora una volta vittoriosa.
La lotta risoluta di questi/e lavoratori/trici e la solidarietà di classe dispiegata sono l'esempio concreto di come la difesa dei propri diritti nonché migliori condizioni di vita e di lavoro possano essere ottenute solo dall'unione contro ogni forma di sfruttamento!
Con i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative in lotta!
La lotta paga!
La solidarietà e la lotta sono le uniche armi in mano ai lavoratori!

I compagni e le compagne del CSA Vittoria.

sabato 13 febbraio 2010

Cerro al Lambro: polizia carica picchetto operaio

Serata di alta tensione quella di ieri sera ai cancelli della Gls di Cerro al Lambro (Milano). Pesanti cariche delle forze dell'ordine per sciogliere il blocco dei cancelli organizzato dagli operai. La lotta alla Gls è una delle molte mobilitazioni che, negli ultimi mesi, stanno agitando molte aziende del ramo della logistica in Lombardia, con gli operai stretti nella morsa tra l'incidere della crisi e la realtà di sfruttamento mascherato del cooperativismo capitalista.Gli operai hanno bloccato l'ingresso dei camion ai cancelli, il che ha generato la dura e violenta risposta delle forze di polizia, come richiesto dalla dirigenza aziendale... Il picchetto operaio ha subito una prima carica, dinnanzi alla quale però il fronte del blocco ha tenuto, respingendo le manganellate. Il secondo attacco dell'ingente schieramento poliziesco è stato molto più violento e a freddo, lavoratori e solidali sono stati spinti e manganellati in un angolo della cancellata, la polizia ha ferito diverse persone, riuscendo quindi a sfondare il cordone di blocco.Altri operai sono sopraggiunti per il turno della notte, rifiutandosi di entrare nonostante le sollecitazioni e le minacce dei crumiri. Ancora provocatorio il comportamento delle forze dell'ordine che, dopo aver picchiato gli operai, ha anche sequestrato tutto il materiale portato per resistere (acqua, cibo, bidoni per il fuoco, legna). I tir sono entrati ed hanno scaricato, ma nello stabilimento tutto è fermo perchè gli operai continuano a tenere incrociate le braccia ed a presidiare l'ingresso.

seguiranno informazioni più dettagliate

mercoledì 10 febbraio 2010

SGOMBERATA LA CORTE POPOLARE! IL COLLETTIVO OLTRE IL PONTE NON CAMMINA DA SOLO!

SGOMBERATA LA CORTE POPOLARE!
IL COLLETTIVO OLTRE IL PONTE NON CAMMINA DA SOLO!

Ieri mattina alle 7,30 un plotone della polizia, insieme alla digos, ha sgomberato il capanno dell’ex ip system dismesso da trent’ anni,occupato dai giovani del collettivo oltre il ponte per avere uno spazio sociale dove svolgere le attività ricreative e sociali.
Le responsabilità maggiori di quanto avvenuto sono senz’altro da addebitare al sindaco di Nerviano che non ha avuto il coraggio, di passare alla storia di questo paesino, mettendosi in gioco in prima persona, per garantire una possibile agibilità al collettivo.
Anzi passerà, sicuramente, alla storia come il codardo di turno che ha ceduto ai poteri forti.
Di questo lo giudicherà il futuro, perché, il sciur sindic, è troppo intriso, permeato, di una ideologia borghese che mette la proprietà privata al primo posto contro il diritto sociale agli spazi giovanili.
Alle sue promesse non crede più nessuno e per questo gli verrà il naso lungo.
L’ occupazione è stata comunque positiva perché ha fatto nascere,nel collettivo e in un settore di cittadini, una maggiore coscienza sull’attuale sistema sociale e una serie di contraddizioni politiche che verranno pagate, almeno noi ce lo auguriamo, in termini di voti in meno e di una propaganda sfegatata contro il partito del sindaco, alle prossime elezioni regionali.
La lega si è, come al solito, contraddistinta nel suo ruolo fascista nel difendere i padroni e la proprietà privata contro altri lumbard di Nervian e non contro i soliti zingari; e questo dovrebbe far ragionare la popolazione Nervianese, e non solo, sul ruolo che svolgono questi “signori” contro i lavoratori e i giovani.
Non tutto è finito. Per il momento il collettivo è fuori; ma saprà sicuramente trovare, insieme alle altre forze che l’ hanno sostenuto, una via d’ uscita facendo pagare il più alto prezzo politico ai veri responsabili dello sgombero.
Questo modello sociale è in crisi irreversibile. Le istituzioni conoscono un unico metodo di controllo delle masse : la repressione .
Contro questa, la lotta dei lavoratori e le occupazioni degli stabili in disuso per fini speculativi, rappresentano una prima risposta,da dare unitariamente, per rafforzare quel movimento generale di classe contro i fascisti,i padroni e i loro ruffiani politici di tutte le tendenze.

SLAI COBAS RHO
COLLETTIVO LA SPINTA (foglio di contro info e collegamento)

lunedì 8 febbraio 2010

300 PERSONE IN CORTEO PER DIFENDERE LA CORTE POPOLARE OCCUPATA!

Sabato 6 Febbraio circa trecento persone hanno attraversato Nerviano per manifestare il proprio sostegno incondizionato alla Corte Popolare Occupata e per rivendicare il diritto a spazi sociali pubblici sul territorio. Abbiamo bloccato per circa un’ora la strada statale del Sempione, rete di collegamento tra i centri commerciali della zona ed emblema di una trasformazione del territorio che non prevede spazi di socialità, cultura, memoria slegati dal consumo, dal trasporto e dall’esposizione della merce.
Mai in passato Nerviano ha visto una così massiccia e diffusa partecipazione di giovani, studenti, ragazzi e ragazze, lavoratori, cittadini che attivamente hanno manifestato il proprio pensiero ed il proprio dissenso verso lo stato di cose attuale. Giovani e giovanissimi di Nerviano hanno risposto numerosi, disposti ad impegnarsi in prima persona per i propri diritti e per il proprio futuro. Tutto ciò è l’ennesima dimostrazione di come sia la popolazione stessa a richiedere con determinazione il diritto a vivere in una società diversa e alternativa a quella che le passate e presenti Amministrazioni comunali ci costringono a vivere.
Siamo stanchi di una realtà drammaticamente priva di luoghi pubblici di aggregazione e libera espressione culturale; siamo stanchi della mancanza di politiche a sostegno del reddito e del lavoro; stanchi della mancanza di servizi pubblici fondamentali sul territorio e nelle frazioni; stanchi di speculazioni e cementificazione.
La Corte Popolare Occupata rappresenta una spazio liberato da una stato di disuso e abbandono; un luogo riportato ad una dimensione collettiva e sottratto all’ennesima speculazione edilizia. Per questi motivi continuiamo e continueremo a difenderlo con determinazione; ancora più motivati a farlo dopo il sostegno emerso con la forte partecipazione al corteo.
La Corte Popolare Occupata non si tocca! Questo abbiamo urlato per le vie di Nerviano rivolgendoci a chi continua a governare il nostro territorio come accadeva in passato, indipendentemente dalle promesse elettorali e dal colore politico. Le trecento persone che hanno manifestato oggi contro lo sgombero del C.P.O. chiedono azioni concrete a sostegno dei reali bisogni dell’intera popolazione e non di pochi interessi privati!
Dopo l’ampia partecipazione alla manifestazione, Sindaco e Amministratori comunali tutti non potranno nascondersi nuovamente dietro alle solite ragioni di ordine pubblico o a timide scusanti tecniche; dimostrando così di non voler affrontare la sostanza del problema.

NO ALLO SGOMBERO DELLA CORTE POPOLARE OCCUPATA!
DIFENDI GLI SPAZI COLLETTIVI!

Collettivo Oltre il Ponte

www.collettivoltreilponte.it

giovedì 4 febbraio 2010

ULTIM'ORA! GRANDE RISULTATO ALLA GLS DI CERRO AL LAMBRO

comunicato stampa slai-cobas:

E‘ una straordinaria riedizione di altre battaglie quella appena
cominciata nel cuore della notte tra il 2 e il 3 febbraio in quel
di cerro al lambro davanti ai cancelli dell'azienda logistica Gls-
Italy.
Ha vinto l'appassionante,intensa,viva,strabordante presenza
operaia, quella fatta soprattutto di immigrati, fusa con la solita
grande partecipazione dei due motori che stanno movimentando da
molti mesi l'area milanese: quello fatto da compagni dei cobas
dello slai, dei comitati, associazioni, precari, disocccupati,
studenti, unito alla eccezionale forza motrice fatto dalla
solidarietà operaia costituito prevalentemente da lavoratori dalla
pelle nera ed olivastra provenienti da molte altre cooperative.
siamo effettivamente in presenza a quelli che sono i primi germogli
di un più esteso movimento di lotta dei lavoratori , quella che
nelle insonni e gelide notti invernali, e sotto la spazialità
stellare sta elaborando sul campo e nei territori la migliore delle
piattaforme di lotta possibili.
Anche a Cerro al Lambro stanno emergendo fortissime le spinte dei
lavoratori globali letteralmente votati alla riscossa dagli
innumerevoli soprusi subiti in tanti anni di sfruttamento,
umiliazioni e bassifondi salariali.Hanno incominciato a lottare in
22 su 80 lavoratori, hanno finito per essere in 56 che hanno
aderito al picchetto che non faceva entrare i camion.
La compattezza, la determinazione, l'unione e la consistenza del
corpo ribelle, questa volta, a differenza di Brembio, ha “messo in
fuga” una cinquantina di sbirri in stretta tenuta “antisommossa”
che alle ore 2.00 ha tentato di intimidire in tenuta antisommossa
il granitico picchetto di un centinaio di lavoratori.
Negligente è stato l'atteggiamento padronale che ha percepito di
dover cedere alla lotta una parte del suo potere nel magazzino e
che ha, quindi,poco recepito l'obbiettivo minimo posto dai
lavoratori a questa lotta che è il riconoscimento dei più
elementari diritti di sopravvivenza e di dignità in una società
fatta sempre più di emarginazione ed esclusione, sopratutto
immigrati, che in queste lotte acquistano patrimoni di orgoglio
operaio, di classe per sè.
In questo contesto, ovvio che la lotta di Cerro al Lambro alle 5.00
di questa mattina, su decisione del comitato di lotta riunito in
assemblea, ha visto la fine della prima puntata, ha cominciato a
prendere in considerazione la data della seconda,per vincere, per
alzare la testa. Altra cosa importante,questa lotta ha cominciato
ad intravedere l'inizio di un incredibile serial che potrebbe
essere quello della straordinaria emergenzialità che si vive nel
settore dei camionisti e la volontà di unirsi agli altri settori di
lavoratori della logistica.
A tutti coloro che vorranno intraprendere il sentiero delle
prossime battaglie non ci resta che brindare ad un solo inno

HASTA SIEMPRE LA VICTORIA!

Milano, 03 febbraio 2010

mercoledì 3 febbraio 2010

SABATO 6 FEBBRAIO CORTEO A NERVIANO IN DIFESA DEGLI SPAZI SOCIALI !



ll Collettivo Oltre il Ponte invita tutte le realtà che lo hanno sostenuto nella nascita della Corte Popolare Occupata di Nerviano e tutta la cittadinanza a partecipare, sabato 6 febbraio, al corteo in difesa degli spazi sociali.
Siamo convinti che la C.P.O., uno spazio in disuso liberato e restituito alla collettività, sia un valore aggiunto in un territorio privo di reali luoghi di aggregazione e di espressione culturale estranei alla logica del consumismo. Crediamo inoltre che la Corte possa rappresentare un punto di riferimento per la difesa dei diritti sociali, le lotte di studenti e lavoratori, la difesa del territorio.
Nerviano ha diritto a spazi sociali pubblici!
Fai sentire la tua voce contro lo sgombero della C.P.O.!
Difendi gli spazi collettivi!

Concentramento:
Ore 15.00 in Via Marzorati a Nerviano
[Parcheggio del Municipio - Ex-convento degli Olivetani]

Per aderire:
collettivoltreilponte@yahoo.it
NUOVA OCCUPAZIONE A NERVIANO!

NASCE LA CORTE POPOLARE OCCUPATA – C.P.O.
Oggi, 29 gennaio 2010, in tempo di freddo e di crisi, abbiamo occupato una parte dell’ex IP SISTEM in via Pogliano a Nerviano, uno stabile dismesso e dimenticato da oltre trent’anni per farlo rivivere e dargli una nuova identità.
Da oltre quattro anni il Collettivo Oltre il Ponte ha organizzato diverse iniziative culturali e sociali rivolte alla cittadinanza, denunciando continuamente la cronica mancanza di spazi di aggregazione sul territorio nervianese, ma l’indifferenza dell’amministrazione rispetto a tali tematiche ci ha portato ad una rottura con le istituzioni. In particolare il rifiuto netto del sindaco e della giunta di centro-sinistra, a concedere, trovare e progettare uno spazio di aggregazione, in cui poter svolgere attività culturali, sociali e ricreative (nonostante fosse chiaramente indicato nel programma elettorale) ci ha portato, per non finire a sopravvivere in paesi e frazioni dormitori e passare il tempo libero nei centri commerciali, all’occupazione di oggi.
Vogliamo dire a tutti i cittadini di Nerviano che lo spazio è pubblico, aperto a tutti e che tutti sono invitati a partecipare e portare idee.
L’occupazione vuole dare continuità alle attività già svolte nella C.P.A. (corte popolare autogestita). Vogliamo continuare a contrastare la precarietà sul lavoro, sostenere i lavoratori in lotta e discutere di diritti per tutte e per tutti, specialmente per coloro che sono vittime d’intolleranza, razzismo, discriminazioni. Vogliamo proporre ancora corsi gratuiti, promuovere la cultura con mostre, concerti e cineforum.
Liberiamo questo spazio per restituirlo alla collettività, in risposta alle politiche securitarie delle istituzioni e alla chiusura di spazi sociali che propongono un modello di cultura non conforme al profitto e al consumismo.
Ci proponiamo quindi di continuare ad essere una voce critica contro il consumo di suolo e le speculazioni edilizie, in particolare quelle legate ad expo 2015.

Collettivo Oltreilponte
http://www.collettivoltreilponte.it/

martedì 2 febbraio 2010

I mandarini e le olive non cadono dal cielo

In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l´Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma. Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane. Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo I luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica. Eravamo, da molti anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i generi. Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei nostri sfruttatori. Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le bestie...prelevati, qualcuno è sparito per sempre. Ci hanno sparato addosso, per gioco o per l´interesse di qualcuno. Abbiamo continuato a lavorare. Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani. Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. Ci siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra esistenza. La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno che non esiste? Le autorità e le forze dell´ordine sono arrivate e ci hanno deportati dalla città perché non eravamo più al sicuro. Gli abitanti di Rosarno si sono messi a darci la caccia, a linciarci, questa volta organizzati in vere e proprie squadre di caccia all´uomo. Siamo stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci sono ancora, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle città del Sud. Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza un posto dove dormire, senza I nostri bagagli e con I salari ancora non pagati nelle mani dei nostri sfruttatori. Noi diciamo di essere degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. I mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono. Eravamo riusciti a trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché abbiamo domandato di essere trattati come esseri umani. Non siamo venuti in Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve all´Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte speranze. Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare le nostre richieste: - domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motive umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci ha lasciato senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada. Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue responsabilità e ci garantisca la possibilità di lavorare con dignità.

L´Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma

COMUNICATO: REPLICA alle dichiarazioni della Lega Nord Nerviano

IL 29 GENNAIO 2010 NERVIANO ESCE DAL MEDIOEVO, LA LEGA NO.

Cari leghisti in camicia verde, amici del territorio e paladini della tradizione popolare, questa volta non riuscirete nell’intento demagogico di raccontare ai nervianesi la favola dei criminali sovversivi che, violando la legge, hanno turbato le pacifiche giornate e i sonni dei cittadini. La realtà che dipingete è quella di un gruppo sparuto di ragazzi nullafacenti contrapposto ai bravi ragazzi che studiano e che lavorano, che accettano la realtà delle cose passivamente; meglio ancora se odiano gli immigrati e gli emarginati, se guardano il Grande Fratello e il sabato sera si rinchiudono nelle discoteche del legnanese. Ancora meglio, se quando passa un immigrato, gli urlano “Fora dai ball!” e hanno un sogno nel cuore “bruciare il tricolore”.
No! Questa volta non ce la raccontate la storia dei sovversivi arrivati da Marte a stravolgere la dolce atmosfera del paese-dormitorio. La realtà è che si tratta di ragazzi, persone, uomini e donne, studenti e lavoratori, nervianesi, che da anni si impegnano attivamente per ridare a questo paese la dimensione sociale e collettiva che amministrazioni miopi (tra cui le vostre, cari leghisti) le hanno tolto con scelte irresponsabili! E lo fanno gratuitamente, volontariamente e mettendoci la faccia in prima persona; per il bene comune, del territorio e della collettività. Caso vuole che conoscono e parlano anche il dialetto, e lavorano per valorizzare la tradizione locale; ma non era una proprietà privata della Lega Nord?
Non è forse il Sindaco Girotti (Lega Nord e attuale consigliere comunale) ad avere chiuso i Centri di Aggregazione Giovanile a Nerviano? La risposta è SI!
Lavorare per una cultura alternativa al vostro medioevo culturale non è reato! Solo attraverso una legalità dei diritti si potrà costruire una società più giusta, vivibile, trasparente ed egualitaria!
Ma voi sosterrete: “hanno violato la legge”, “non si tratta con i criminali”.
Avremo certamente turbato i sonni di chi si è auto-attribuito il diritto di abbandonare per anni uno spazio nel più assoluto disuso, sottraendolo al paese e al territorio, in attesa di provvidenti riconversioni urbanistiche, di speculazioni e facili guadagni. Mentre voi siedavate e sedete tuttora sui banchi del consiglio comunale. Questa è la realtà!
Non è forse in questo sistema di leggi che sul “Fungo” di Via XX Settembre a Garbatola si è consumata una grossa speculazione in nome dell’interesse privato, che l’area verde adiacente alla Balconi sarà trasformata in parcheggio per TIR in nome dell’interesse privato, che i giovani di Nerviano si vedono costretti a crescere davanti alla TV spazzatura, a frequentare i bar appena adolescenti, a credere in modelli culturali degenerati? Non è nel rispetto di questo sistema di leggi che intere fette di territorio, un bene comune, sono state cementificate in nome di EXPO 2015 e di grandi inutili opere di cui voi leghisti in doppio petto, difensori dell’ambiente, siete complici (dato che governate il Comune di Milano, la Provincia di Milano e la Regione Lombardia)? La risposta è ancora SI.
E dopo anni di governo leghista, Nerviano NON possiede ancora luoghi fisici e pubblici in cui i giovani possano esprimersi, crescere ed aggregarsi; non possiede una mobilità ciclo-pedonale degna di questo nome; non garantisce servizi pubblici a sostegno dell’occupazione e del lavoro dei giovani nervianesi (oggi sempre più precari). In compenso, le poche aree di proprietà comunale sono state affidate dalle giunte leghiste ad associazioni che praticano una gestione privatistica (vedi ad esempio l’inaccessibile area cinofili, polmone verde nel cuore di Nerviano).
Ma dove eravate quando gli operai della Insse, dell’Eutelia, della Corena hanno rivendicato (anche attraverso l’occupazione delle fabbriche) il diritto ad un lavoro stabile e al salario? Ve lo diciamo noi: eravate (e siete) seduti nei posti che contano, nelle amministrazioni locali, complici delle chiusure e dei licenziamenti! Siete seduti nei banchi di un governo miope nei confronti dei bisogni veri di tutti gli abitanti del nostro stato, dei cittadini italiani e dei lombardi. Siete seduti accanto a chi sta speculando orribilmente sul nostro territorio, condannandoci ad essere delle persone che il vero paesaggio della Lombardia lo possono vedere solo in una foto degli anni Cinquanta del secolo scorso e che ci condannano a vivere la nostra vita in un centro commerciale, possibilmente del Capo di Arcore, che tiene i fili dei vostri burattini.
Non basta indossare la felpa con su scritto “Nervian”, installare cartelli stradali in dialetto milanese, bere dall’ampolla del Po o fare un’opposizione strumentale in nome della difesa del territorio, quando poi siete complici della sua distruzione (“predico bene ma razzolo male”). È facile raccogliere voti agitando paure e mostrando i muscoli solo con i più deboli e i diseredati, per nascondere i vostri giochi di potere. Vergognatevi! Noi ci vergognamo di avere rappresentanti come voi nelle istituzioni pubbliche!
Crediamo in leggi e in un sistema che tutelino i diritti; il diritto ad un lavoro stabile, il diritto allo studio, il diritto alla casa, il diritto di tutte e di tutti ad esprimersi liberamente e ad aggregarsi. Non nella legge del più forte, nelle legge dell’interesse economico che voi praticate quotidianamente.

Collettivo Oltreilponte @ C.P.O