IN PRIMO PIANO

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lunedì 30 marzo 2009

PROIEZIONE DEL FILM:CAMICIE VERDI


3° Appuntamento del Cordinamento Antifascista del Nord-Ovest Milanese:

VENERDI' 3 APRILE - Ore 21.00Presso il JOB CAFE in Via Lamarmora 7 - LAINATE
PROIEZIONE DEL FILM:CAMICE VERDI - Misteri e segreti della lega nord dal celodursimo alla devolution.di Claudio Lazzaro
A seguire dibattito con SAVERIO FERRARI (Osservatorio democratico sulle nuove destre)
Nell'AREA CAFE dalle 22.30DJ SET FANKY'70 con DJ BREGA
ANPI di LAINATE

sabato 28 marzo 2009

SABATO 4 APRILE PRESIDIO-VOLANTINAGGIO DI LOTTA E INFORMAZIONE

ORE 15.30 A RHO
IN CORSO GARIBALDI (di fronte all'oviesse)

riteniamo importante in un momento di forte crisi (economica,politica e antagonista) come quello attuale ritornare ad avere una forte presenza territoriale in funzione di una sensibilizzazione,informazione e sviluppo di punti di riferimento politico,sindacale e di classe. Per questo proponiamo nuovamente un presidio a Rho che parli di come affrontare l'attuale crisi economica sul territorio, rimane per noi necessario ampliare il più possibile la presenza sul territorio, unico mezzo per far partire una risposta dal basso a questa crisi e contrastare la deriva razzista e di rassegnazione presente tra i lavoratori e le lavoratrici.
Invitiamo tutti a partecipare al presidio e a sviluppare percorsi di coordinamento per creare dei percorsi di lotta reali.


Sabato 4 Aprile si terrà a Rho in corso Garibaldi (di fronte all'oviesse) a partire dalle ore
15.30 un presidio organizzato dallo Slai Cobas,dal foglio di contro-informazione la spinta!
e da lavoratori del territorio per manifestare contro i continui attacchi a cui sono sottoposti i
lavoratori, ultimamente amplificati dalla “crisi”.
Proprio sulla questione crisi abbiamo organizzato diversi incontri , nel quale si è cercato di
inquadrare il problema sia da un punto di vista generale, analizzando i passaggi politici
che hanno portato all’attuale situazione, sia dal punto di vista degli effetti quotidiani che viviamo
tutti i giorni sulla nostra pelle, dalla cassa integrazione e i licenziamenti al peggioramento
delle condizioni di vita e di lavoro, l’azzeramento dei pochi diritti che rimangono ,
residui delle lotte operaie degli anni passati.
Tutto questo non deve passare nel silenzio della rassegnazione, la paura e il ricatto devono
essere combattute con la LOTTA E L’INFORMAZIONE.
Per questo vi invitiamo a partecipare al presidio del 4 Aprile come primo momento di risposta
e sensibilizzazione sul territorio e a discutere ed ad organizzare momenti di risposta
all’offensiva di governo e padroni.

giovedì 26 marzo 2009

SOSTIENI LA PALESTINA, BOICOTTA ISRAELE! Iniziative: sabato 28 e lunedi 30 marzo

LUNEDI 30 MARZO ORE 18
Presidio al Comune di Milano davanti a Palazzo Marino Per denunciare gli accordi di gemellaggio e di addestramento della polizia locale milanese da parte delle forze militari israeliane.

SABATO 28 MARZO
volantinaggi e presidi per il boicottaggio:

Ipercoop di viale Umbria dalle 16
Esselunga di viale Suzzani dalle 16
EsseLunga di via Legnone angolo Jenner dalle11.00
Upim/Rinascente di c.so S.Gottardo dalle 16.00
Corbetta Esselunga alle 17:30.

La feroce aggressione alla Striscia di Gaza ha fornito al mondo l’ennesima conferma della volontà sionista di procedere alla pulizia etnica del popolo palestinese. 1.300 morti tra cui centinaia di bambini, migliaia di feriti, immani distruzioni provocate da tre settimane di bombardamenti ora sono seguiti da un assedio criminale voluto e praticato da Israele, Stati Uniti ed Unione Europea. Per questo da tempo numerose organizzazioni palestinesi e anche israeliane hanno lanciato la richiesta di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) dell’economia di guerra israeliana, per boicottare i prodotti israeliani e le aziende multinazionali che fanno i loro affari con Israele. Il 30 marzo 2009, giornata della Terra, in tutto il mondo si svolgeranno iniziative per la “giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese”.
Rete milanese Boicotta Israele! palestinamilano@yahoo.it

I compagni e le compagne del Vittoria invitano tutti coloro che vogliono partecipare all'iniziativa di viale Umbria a trovarsi alle 15.30 al CSA Vittoria Via Muratori ang. Via Friuli. tel:025453986 www.csavittoria.org

martedì 24 marzo 2009

Giovedì 26 marzo ASSEMBLEA PER UN COORDINAMENTO DELLE LOTTE E DELL'AUTORGANIZZAZIONE

Giovedì 26 marzo ore 21 al CSA Vittoria viaFriuli-ang-Muratori Milano
ASSEMBLEA PER UN COORDINAMENTO DELLE LOTTE E DELL'AUTORGANIZZAZIONE

Sono invitate tutte le realtà, i soggetti, i gruppi o i singoli lavoratori, per discutere su come rilanciare il conflitto capitale-lavoro nella fase di crisi attuale, anche alla luce della vittoria dei lavoratori di Origgio, e per decidere insieme i prossimi passi per un coordinamento delle lotte e dell'autorganizzazione.

sabato 21 marzo 2009

E' USCITO IL NUOVO NUMERO DELLA SPINTA!

n° 7 MARZO 2009
sommario:
pag.1 La riforma anti-sciopero
pag.2 la situazione della cris
pag.3 "Bollettino della crisi e delle lotte
pag.4 diamo i numeri + dalla Grecia alla Guadalupa arriviamo in Francia

pag.1
PASSO DOPO PASSO CI STANNO TOGLIENDO TUTTO.
E’ stato approvato anche il ddl che impedisce il diritto di sciopero,per ora limitato solo alla categoria del trasporto pubblico,ma sappiamo che come sempre accade verrà esteso prima a tutto il pubblico impiego e poi anche alle aziende private, negando così la possibilità di sciopero,l’ultima arma di difesa rimasta ai lavoratori.
Andiamo a vedere cosa prevede il decreto antiscioperi:
1) Introduzione dello sciopero virtuale: il lavoratore sciopera ma va ugualmente a lavorare solo che i soldi della giornata lavorativa verranno detratti dal suo stipendio e dati in beneficenza.
2) Possibilità di proclamare lo sciopero solo ai sindacati che hanno almeno il 50% di rappresentanza tra i lavoratori,eliminando così il ruolo dei sindacati di base e lasciando la gestione della lotta ai sindacati confederali di comodo,visto che nell’elezione della rsu hanno il 33% di rappresentanza garantita anche senza essere votati.
3) Adesione preventiva allo sciopero: chi aderisce allo sciopero lo deve comunicare in anticipo,con questo meccanismo non solo non viene rispettata l’adesione libera ad uno sciopero,ma lo si rende inutile visto che l’azienda saprà in anticipo chi aderisce allo sciopero e potrà organizzarsi sul lavoro rendendo inutile lo sciopero.
Diventa chiaro a tutti l’obbiettivo di guerra preventiva che ricopre questo decreto.
In tempi di crisi padroni e governi si preparano da una parte a fronteggiare con la repressione e l’autoritarismo eventuali conflitti sociali (non a caso in questo decreto è inserita una sanzione di 5000 euro a chi blocca strade,stazioni,ecc.),mentre dall’altra preparano il terreno per quando la crisi finirà; Quando il ciclo produttivo ripartirà avranno a disposizione lavoratori senza diritti,senza possibilità di difesa e con salari da fame da poter sfruttare nuovamente per incrementare i loro profitti fino a quando un’altra crisi li investirà un’altra volta.
Questa è la prospettiva che abbiamo di fronte,spetta a noi cambiare le carte in tavola e porre le basi per costruire un’opposizione capace di far pagare la crisi a chi l’ha creata e ne ha le responsabilità,padroni,banche e governi,senza cadere nella trappola del terrore di perdere il posto di lavoro e senza farci dividere tra italiani ed immigrati,lavoratori privati e pubblici,giovani e anziani.
Siamo tutti lavoratori e come qualcuno diceva un po’ di tempo fa “abbiamo davanti a noi un mondo da conquistare…”

pag.2
LI CHIAMANO STIMOLI…!
Ormai è una valanga. Ogni giorno arrivano notizie di nuovi tracolli della borsa e di rischio di nuovi fallimenti di imprese storiche come la General Motors americana o la Ford tedesca o per ultimo Tiscali in Italia. La crisi del sistema capitalistico procede sempre più verso il baratro della guerra, ultima soluzione della borghesia per “risolvere” la crisi di accumulazione, coinvolgendo l’ economia reale.
Gli interventi dei vari governi a livello mondiale non basteranno a salvare banche e imprese.
I cosiddetti “stimoli” all’ economia, a suon di centinaia di miliardi di euro e di dollari, sono solo una ulteriore droga ad un sistema ormai morente che ha finito di svolgere il suo ruolo storico.
Per rendersi conto della profondità della crisi basta citare quello che ha detto il “nostro” ministro del tesoro: “si stima che il volume dei derivati( leggi titoli tossici inesigibili) è pari ad almeno 12 volte e mezza il PIL mondiale”( Italia Oggi del 27 febbraio 09). Secondo molti operatori finanziari si tratta di una cifra superiore a trenta trilioni di dollari( cioè trentamila miliardi) mentre il piano americano del presidente Obama è pari ad un trilione di dollari. E gli altri 27 trilioni mancanti Chi li paga?
Da qualche giorno,poi, si ci sono messi anche i paesi dell’ est a rischio default(Lettonia e Estonia in primo luogo) che vede coinvolta,con possibili sviluppi di crak, la italianissima banca Unicredit. I governi occidentali intervengono con una politica di stimoli keinesiani, (fanculo il liberismo) mettendo sul mercato miliardi di euro per edilizia, sviluppo del verde, soldi in sanità, grandi opere, infrastrutture e menate del genere per cercare di creare posti di lavoro, ma ciò non servirà a salvare il loro sistema.
La crisi la fanno pagare a noi lavoratori con chiusura di fabbriche,licenziamenti, diminuzione delle pensioni, aumenti contrattuali irrisori, perdita del diritto di sciopero.
In compenso al popolo e ai lavoratori gli danno l’ osso della social card (40€),un una tantum per i redditi più bassi,ma proprio bassi dei pensionati, mentre la polpa,e che polpa, la danno alle banche che hanno speculato e fatto profitti in questi anni e alle imprese per licenziare la classe lavoratrice. Sappiamo che questo sistema non crollerà nell’ immediato ma la sua fine è iniziata.
Noi riteniamo,per le nostre prospettive che questa sia una magnifica crisi.
Essa porterà allo sviluppo della lotta economica e politica delle classi lavoratrici di tutto il mondo,come è già avvenuto nella regione Francese della Guadalupa e dei paesi dell’est, che darà una spinta verso la formazione del partito rivoluzionario dei lavoratori e sarà la nuova primavera del comunismo che scioglierà la neve della borghesia per mandarla definitivamente a sciogliersi nel mare dell’ antichità.

pag.3
BOLLETTINO DELLA CRISI E DELLE LOTTE
Prosegue il presidio dei lavoratori della multinazionale Ahlstrom.

La ahlstrom multinazionale produttrice di carta per filtri per motori, ha dichiarato la chiusura della fabbrica di Gallarate con 61 licenziamenti da Venerdì 20 Febbraio i lavoratori sono in presidio permanente davanti alla fabbrica per controllare che nessuno porti via i macchinari per la produzione, per creare un coordinamento tra tutti e 4 gli stabilimenti, per creare un punto di riferimento per una serie di iniziative rivolte coinvolgere le Istituzioni di tutte e tre le province interessate.

COSA SUCCEDE ALL CRYOVAC ( ex Grace) DI PASSIRANA?
L’azienda Cryovac di Passirana sta portando avanti una procedura di cassa integrazione
per 150 Lavoratori. La richiesta iniziale comprendeva anche l’assorbimento dei superminimi dallo stipendio di alcuni lavoratori,questa richiesta è andata avanti per settimane fino al raggiungimento dell’accordo che prevede solo la cassa integrazione per 13 settimane.
Ma dietro a questa manovra,il sospetto iniziale di alcuni lavoratori che avanzavano l’idea che in combutta con i funzionari sindacali esterni di CGIL e CISL l’azienda abbia messo in campo una mossa strategica per ottenere l’accordo sulla cassa integrazione in cambio di qualche briciola ha avuto purtroppo conferma, hanno di fatto utilizzato la rsu e i lavoratori come mezzo per rendere legale e corretto quello che altrimenti non sarebbe stato,perché a quanto pare la situazione economico – finanziaria dell’azienda non avrebbe permesso tutto questo.
Ci permettiamo di fare una considerazione alla luce di altri precedenti, la situazione della Cryovac è per noi quella classica dell’azienda che approfitta della crisi in atto per fare cassa attraverso la cassa integrazione che quasi sempre è un preludio al licenziamento.
E’ successo 2 anni fa all’ Archimica di Origgio, l’azienda ha licenziato circa 60 lavoratori dicendo che era in crisi,cosa risultata poi non verietiera, poco tempo dopo questa operazione ha pensato bene di riassumere quasi tutto il personale licenziato con lavoratori interinali.
Per questo a nostro parere nel periodo di crisi che stiamo attraversando i lavoratori dovranno stare attenti a tutto quello che accade nelle aziende rispondendo in maniera determinata a ogni tentativo di attacco al posto di lavoro,essendo consapevoli che oggi più che mai subire passivamente vuol dire perdere in tutti i sensi…

ALLA ZAGATO LICENZIATI 25 LAVORATORI
Aperta la procedurali licenziamento per 25 lavoratori su 37 alla Zagato di Terrazzano.
La Zagato è un’azienda di designer di prestigio nel campo della carrozzeria per le automobili,alla richiesta di licenziamento dell’azienda i lavoratori hanno risposto con 4 ore di sciopero e si sono promessi di continuare la mobilitazione per difendere il posto di lavoro.

pag.4
DIAMO I NUMERI
La crisi finanziaria inizia ad avere ripercussioni sull’ economia reale,cioè sulle fabbriche manifatturiere,in termini di licenziamento, cassa integrazione, mobilità. Intanto le previsioni sulle conseguenze della crisi i cui effetti non si sono ancora visti, dei cosiddetti esperti a livello mondiale, parlano di 210 milioni di disoccupati nel mondo, 20 milioni di posti di lavoro in meno nel 2009 (4,5 milioni in Italia), 130-150 milioni di poveri in più nel mondo,1 milione di persone perderà la casa negli USA nel 2009, oltre 100 mila case pignorate in Italia nel 2008.In Italia il tanto sbandierato “mitico” nord-est è alle corde con una crisi che morde l’ industria dove le aziende hanno annunciato l’ apertura di una procedura di crisi sono 61 ( con cig e mobilità) nel solo mese di gennaio 2009 e coinvolgono 1251 lavoratori. I licenziamenti collettivi con inserimento in mobilità sono stati 6870 nel 2008, mentre nel solo mese di gennaio 2009 gli inserimenti in lista di mobilità sono stati 2200. L’ 80% di questi licenziamenti avviene nel manifatturiero e mancano i dati rilevanti della provincia di Vicenza.
In provincia di Milano tra Gennaio e Febbraio sono state messe in mobilità, quindi licenziate, 3343 persone corrispondente ad una percentuale del 53% in più rispetto allo stesso periodo del 2008. La cassa integrazione autorizzata è aumentata del 161% che corrispondono a 8500 persone coinvolte. La cassa integrazione riservata alle imprese e servizi al di sotto dei 15 dipendenti è aumentata del 400% con quasi mille lavoratori coinvolti. In totale le famiglie coinvolte dalla crisi nel milanese sono 12.700. L’ agenzia interinale,METIS, ha lasciato a casa 150 dipendenti comunicandoglielo via mail al proprio computer aziendale. Le domande per i sussidi di disoccupazione sono aumentate del 46% corrispondente a più di 370 mila lavoratori.
Altre notizie di crisi arrivano dal distretto industriale di Latina- Cisterna-Aprilia con un numero di lavoratori coinvolti pari a più di 7600.

Dalla Grecia alla Guadalupa si arriva in Francia

Giornali e televisioni non fanno trapelare alcuna notizia sulla situazione che si sta creando in Francia e nel resto d’Europa. Dopo la forte mobilitazione di lavoratori,studenti e disoccupati tutt’ora in corso in Grecia ,dove continuano le mobilitazioni e le azioni per dire che la crisi la devono pagare i padroni,dopo la rivolta nella regione Francese della Guadalupa che ha portato il Governo Di Sarkozy a cedere dando migliori condizioni di vita alla popolazione con aumenti di 200 euro ai salari,esplode in queste settimane anche la
Francia.
Dopo i 2 scioperi generali in poco meno di due mesi che hanno visto la partecipazione di milioni di persone, le dure proteste messe in atto in due diverse fabbriche sono emblematiche della situazione francese. Alla Sony France dopo l’annuncio della chiusura della fabbrica di Pontnox-sur-l'Adour per il prossimo 17 aprile, l'amministratore delegato dell'azienda, Serge Foucher, non avendo dato risposte esaustive durante un confronto con gli operai è stato sequestrato per una notte, mentre alla Continental di Clairoix dopo l’annunciata chiusura della Fabbrica che produce pneumatici e la conseguente perdita di 1.120 posti di lavoro è esplosa la rabbia,dopo l’assalto agli uffici della sede centrale,hanno dato alle fiamme decine di pneumatici e messo in atto una forte protesta simbolica che ha visto un manichino rappresentante l’amministratore delegato dell’azienda impiccato,intanto continuano l’occupazione della fabbrica.
E come se non bastasse da una settimana è scoppiata una nuova rivolta nelle Banlieu,dopo che un ragazzo di 29 anni è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalla polizia durante un inseguimento.
La crisi morde sempre di più e ogni giorno che passa peggiora le condizioni di vita delle classi sociali più deboli il messaggio che arriva da lavoratori,studenti e disoccupati di Grecia,Guadalupa è Francia è forte e chiaro la crisi la devono pagare padroni e banche e questo è possibile solo se iniziamo la LOTTA!


la spinta! E’ uno strumento di collegamento e contro-info tra lavoratori,precari,studenti per creare percorsi di autorganizzazione dal basso. mandaci la tua opinione,il tuo contributo e partecipa.
Ci troviamo a Rho tutti i Mercoledì dalle 19.30 in via dante 5.
PER INFO E CONTATTI:
E-MAlL: laspinta@yahoo.it

venerdì 20 marzo 2009

Francia, altro sciopero generale contro la crisi! 3 milioni in piazza! Scontri con la polizia a Parigi

da INFO-AUT www.infoaut .it

Un nuovo sciopero generale ha attraversato la Francia quest'oggi: le 8 sigle sindacali hanno indetto un ulteriore giornata di blocco del paese dopo le grandi manifestazioni del 29 gennaio scorso, che avevano portato in piazza 2 milioni e mezzo di persone. 229 le manifestazioni che hanno percorso le vie di tante città transalpine, contro la crisi, contro le politiche economiche della presidenza Sarkozy.Le ferrovie, i trasporti urbani e gli aeroporti hanno avuto pesanti ricadute. La scuola e l'università sono tornate in piazza nel continuo delle mobilitazioni contro la riforma dell'istruzione. Colpita pesantemente anche la funzione pubblica, dalla sanità alle poste e alle telecomunicazioni. Quotidiani e tv in agitazione. Importante anche la mobilitazioni del settore privato, soprattutto da parte di quelle fabbriche per le quali è stata annunciata la serrata.A Parigi il corteo è partito alle 14 da piazza della Repubblica, in direzione di piazza della Nazione, passando per la Bastiglia: 350mila le persone in corteo. Stamani si sono svolti imponenti cortei in provincia, in particolare a Marsiglia, Lione e Grenoble. Nella piccola Compiegne sono scesi in piazza in 10mila, con in testa i 1120 dipendenti della Continental. Le cifre sull'adesione parlano di 3 milioni di manifestanti in tutta la Francia, un dato importante che supera anche quello, straordinario, raggiunto nel gennaio scorso. Ma al di là del balletto delle cifre, è importante sottolineare come lo sciopero generale abbia incassato pure un altro risultato, dato dall'appoggio che i francesi hanno palesato in un sondaggio dell'istituto Ifop, pubblicato sul settimanale Paris Match: il 78% dei francesi lo ha definito "giustificato", il 62% giudica "cattiva" la politica del governo di fronte alla crisi.Il contesto all'interno del quale si è svolto lo sciopero generale di quest'oggi dà il quadro di un paese che comincia a sentire sulla propria pelle lo stringere della global crisis, con l'aumento della disoccupazione (90 mila nuovi disoccupati in gennaio) e l'installarsi della recessione (-1,5 di crescita prevista per il 2009), che va in parallelo con la continua depressione del potere d'acquisto.Aggiornamento. In coda al corteo si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia nei dintorni di piazza della Nazione a Parigi. Centiaia di giovani si sono scontrati con le forze dell'ordine, armati di bastoni e spranghe, hanno lanciato pietre e altri oggetti contro i cordoni polizieschi, hanno dato alle fiamme diversi cassonetti e distrutto alcune vetrine. La gendarmeria ha caricato i giovani, espressione di una rabbia viva lungo tutto il corteo. 300 sono stati i fermati, 49 i denunciati.

incomincia la campagna di boicottagio contro israele, prime iniziative a milano e provincia

SOSTIENI LA PALESTINA, BOICOTTA ISRAELE

Appello per la campagna italiana di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni dell’economia di guerra israeliana

Con la feroce aggressione alla Striscia di Gaza, lo Stato di Israele ha fornito al mondo l’ennesima conferma della volontà di procedere alla pulizia etnica del popolo palestinese, in linea con il progetto sionista di una “Grande Israele” che si affermi con la negazione del diritto all’esistenza di altri popoli nella regione.I 1300 morti, le migliaia di feriti, le immani distruzioni provocate da tre settimane di bombardamenti fanno seguito ad un embargo criminale – voluto e praticato da Israele, Stati Uniti ed Unione Europea – che da oltre due anni colpisce una delle popolazioni più povere del mondo, impedendo ogni attività economica e bloccando persino il transito degli aiuti umanitari.Continua, dunque, l’occupazione israeliana della terra palestinese, la negazione del diritto di un popolo alla sua autodeterminazione.Al dramma del milione e mezzo di Palestinesi segregati nella Striscia di Gaza fa da riscontro la trasformazione della Cisgiordania in un sistema di prigioni a cielo aperto, con le città e i villaggi isolati gli uni dagli altri dal Muro dell’Apartheid, che Israele ha continuato a costruire nonostante la sentenza della Corte di Giustizia Internazionale del 2004 e le risoluzioni dell’ONU, continuamente e impunemente violate, con la complicità dei governi delle maggiori potenze mondiali.Per contribuire alla campagna internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni lanciata dalle organizzazioni della società civile palestinese e a molte associazioni israeliane, promuoviamo anche nel nostro Paese un percorso di iniziative volte ad incidere sull’economia di guerra israeliana, attraverso il boicottaggio delle merci, il disinvestimento dell’economia, la sospensione dei rapporti accademici e delle collaborazioni con lo Stato e gli enti locali, il boicottaggio del turismo in Israele e la verifica delle possibili iniziative legali per la condanna dei criminali di guerra ed il risarcimento dei danni provocati in questi anni di occupazione e di guerra.La Campagna Italiana BDS chiede, inoltre, la revoca delle collaborazioni in essere fra alcuni enti locali e lo Stato di Israele. Invitiamo, infine, a boicottare ogni forma di turismo verso le località israeliane.
Il nostro appello è rivolto a chiunque, individuo o associazione, intenda dare il suo contributo al raggiungimento di una pace giusta in Medio Oriente, attraverso il riconoscimento dei sacrosanti diritti del popolo palestinese, alla solidarietà verso la sua legittima Resistenza
Aderendo all’appello del Forum Sociale Mondiale di Belem, la Campagna Italiana BDS promuove tre giornate nazionali di mobilitazione per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per il 28, 29 e 30 marzo 2009.
Il 28 marzo a Milano inizia la campagna con il presidio di numerosi centri commerciali, e, sono stati organizzati, fino ad ora, i seguenti presidi di controinformazione a cui invitiamo tutti e tutte a partecipare:Ipercoop di viale Umbria dalle ore 16,00Esselunga di viale Sarca dalle ore 16.00EsseLunga di via Legnone angolo JennerCorbetta, Esselunga, alle 17:30.Per il 30 marzo stiamo discutendo dell’organizzazione di un altro presidio comune e unitario e vogliamo sottolineare che sarà unico per tutti il materiale di propaganda, manifesto e volantini che sarà diffuso in queste e altre giornate di mobilitazione.

invitiamo chiunque sia interessato a partecipare alle iniziative, associazioni, comitati, partiti o singole persone a contattarci scrivendo o telefonando:
palestinamilano@yahoo.it oppure 347.7851682e a partecipare alla riunione cittadina, per un organizzazione precisa e unitaria delle scadenze, che si terrà :
MARTEDI 24 marzo alle ore 18,00 al csa vittoria via friuli angolo via Muratori Milano.

mercoledì 18 marzo 2009

Cina scontri tra polizia e operai che chiedono pensione e assistenza medica

03/12/2008 12:15
CINAA Shaoguan bloccano la via in protesta per il licenziamento: sono riassuntiSono scesi in piazza in protesta perché la ditta non voleva rinnovare il contratto: dopo la protesta, accetta di riassumerli. Nella Cina della crisi economica Pechino dice di ?dialogare? con chi scende in piazza, invece di ?risolvere? tutto con la polizia.

16/02/2009 14:48
CINA Guerriglia urbana tra polizia e migranti per un banale incidente stradaleUn uomo, forse un ausiliario di polizia, investe un migrante e cerca di allontanarsi. Altri migranti intervengono e lo colpiscono. La polizia invia oltre 100 uomini armati, che si scontrano con centinaia di migranti. Decine di feriti e di arrestati e almeno 6 veicoli della polizia distrutti.

25/02/2009 14:02
CINAScontri tra polizia e operai che chiedono pensione e assistenza medicaA Chongqing circa 800 operai occupano la fabbrica, già chiusa per una speculazione edilizia. La polizia li arresta e minaccia. A Zigong (Sichuan) c?è guerriglia urbana tra polizia e 1.000 dipendenti tessili licenziati.Pechino (AsiaNews/Agenzie) ? Cinque dipendenti di una fabbrica di seta nella contea di Tongliang (Chongqing) sono stati arrestati per avere organizzato l?occupazione di una fabbrica.I 5 ?Tang Aimin, Hu Weimin, Li Taiyuan, Ou Hongyong e Wang Yu- rappresentano circa 800 lavoratori licenziati per la chiusura della fabbrica, che chiedono la pensione e l?assicurazione medica. Per protesta hanno occupato lo stabilimento e il 15 febbraio la polizia li ha convocati per ?discutere il problema?. Ora sono detenuti per ?disturbo all?ordine sociale? e la pubblica sicurezza dice che rischiano anni di carcere. La polizia ha anche ammonito gli altri dimostranti che se continuano ?a creare problemi? saranno tutti arrestati. Il 16 febbraio circa 2mila funzionari hanno circondato la fabbrica ordinandone lo sgombero. Al rifiuto degli occupanti, hanno deciso di fare irruzione. Ma hanno rinunciato quando gli occupanti hanno minacciato di far esplodere bombole di ossigeno.La fabbrica ha dichiarato bancarotta nel 1996. E? stata venduta nel 1998 e tutti i dipendenti sono stati licenziati. Ma loro hanno studiato la legge che, in caso di fallimento e ristrutturazione di una fabbrica, stabilisce per i dipendenti cacciati il diritto a pensione e assistenza sanitaria, o, quanto meno, a una liquidazione commisurata al numero di anni di lavoro. Per questo gli operai si sono rivolti al governo locale, senza avere risposta.Nel 2008 sono state vendute tutte le attrezzature della fabbrica e ne è stata annunciata la demolizione per realizzare un lucroso programma edilizio. Per protesta, all?inizio del 2008 gli ex dipendenti hanno occupato la fabbrica e impedito la sua distruzione. Dopo alcuni mesi, il governo di Tongliang ha chiesto ai lavoratori di nominare rappresentanti per negoziare. Ma il confronto non ha avuto esiti, quindi li ha arrestati.Intanto, tra il 20 e il 23 febbraio, circa 1.000 dipendenti di una fabbrica tessile a Zigong (Sichuan) hanno dimostrato di fronte al municipio. La polizia è intervenuta e ci sono stati scontri, con almeno 6 lavoratori feriti.Il gruppo Chinese Human Rights Defenders ritiene che la protesta sia proseguita e osserva che l?art. 35 della Costituzione cinese garantisce il diritto di riunirsi.Link

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=14579

venerdì 13 marzo 2009

LA CRISI LA PAGHINO PADRONI E GOVERNI! BASTA PRECARIETA'!

Nonostante il finto ottimismo berlusconiano e i tentativi di minimizzazione, è evidente che l'attuale crisi sia strutturale e globale e non relegabile a fumose “congiunture negative” di mercato o a una cattiva gestione della finanza ad opera di speculatori senza scrupoli.
Governi e padroni hanno cercato di ritardare l'esplosione della crisi perpetrando il sistema economico capitalista che ne è la fonte. Ciò attraverso la flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, la dispersione della produzione verso paesi che permettono costi più bassi e scarsa conflittualità, la fusione pressoché totale con il mondo finanziario per sfruttarne le dinamiche speculative, la privatizzazione del welfare state.
Quale risoluzione, senza intaccare gli attuali livelli di profitto, cercano oggi di caricarne i costi sul lavoro dipendente, i precari, i pensionati e in generale i ceti meno abbienti con:

· l'allungamento dell'età pensionabile (in particolare per le donne fino a 65 anni), la riduzione dei salari, il taglio della spesa pubblica e l'erosione dei servizi sociali;
· lo svuotamento della contrattazione collettiva nazionale e la reintroduzione di fatto, con il sostegno privilegiato alla contrattazione territoriale e aziendale, delle gabbie salariali in una cornice “neo-corporativa” in cui datori e lavoratori, solo formalmente distinti, difendono gli interessi di impresa, considerando il lavoro un costo da abbattere;
· la proposta di ridurre e criminalizzare il diritto di sciopero, inizialmente per il solo settore dei trasporti, accompagnata alla progressiva limitazione delle libertà e dei diritti sindacali per gestire le risposte conflittuali dei lavoratori imponendo per legge la pace sociale;
· la repressione autoritaria di ogni forma di dissenso e il contenimento delle lotte con le violente cariche agli operai FIAT di Pomigliano d'Arco e INNSE di Milano;
· la militarizzazione dei territori e il razzismo diffuso del “pacchetto sicurezza” con cui si continua a fomentare la divisione tra lavoratori di etnie differenti.

Tutto ciò in un contesto nel quale anche l'Unione Europea parla di più di sei milioni di nuovi disoccupati entro il 2010, in cui l'applicazione della Cassa Integrazione aumenta esponenzialmente ogni mese e la gran parte dei contratti precari (a termine, in somministrazione, co.co.pro,...) non viene rinnovata.
Crediamo che il percorso di tamponamento di una crisi strutturale di tale portata e il conseguente peggioramento delle condizioni di vita comporterà la crescita di conflitti diffusi, di cui già si vedono i primi importanti segnali.
La diffusione della protesta e della rabbia dei lavoratori segna la possibile rinascita di una stagione di lotte sociali e politiche. Crediamo che l'allargamento del conflitto sociale sia l'unica vera soluzione per la conquista e la generalizzazione dei bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.
La lotta e l’unità tra lavoratori di ogni settore è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO VITTORIA

giovedì 12 marzo 2009

PROIEZIONE DEL FILM NAZIROCK


Il Collettivo Oltreilponte e ANPI di NERVIANO promuovo il secondo appuntamento della RETE ANTIFASCISTA NORD-OVEST MILANO:

GIOVEDI 19 MARZO 2009 - ORE 21.00

al CENTRO INTEGRATO EX-MECCANICA - SALA CIVICA SANDRO PERTINI
in Via Circonvallazione n.1 - NERVIANO (MI)

PROIEZIONE DEL FILM:
NAZIROCK
COME SDOGANARE LA SVASTICA E I SALUTI ROMANI
di Claudio Lazzaro

A seguire dibattito con:
Claudio Lazzaro - Autore del film
Saverio Ferrari - Osservatorio democratico sulle nuove destre

Durante la serata saranno presenti banchetti di controinformazione.

NO AI NAZISTI SUL NOSTRO TERRITORIO E NESSUNA AGIBILITA AI LORO EVENTI.
A.N.P.I di Nerviano
Collettivo Oltreilponte
Rete Antifascista Nord-Ovest Milano

martedì 10 marzo 2009

USCITO IL SECONDO NUMERO DEL GIORNALE NO EXPO!

al seguente link è possibile scaricare il 2° numero del giornale NoExpo

http://www.noexpo.it/article.php3?id_article=89

sabato 7 marzo 2009

ASSEMBLEA PUBBLICA

GIOVEDI' 12 Marzo alle ore 21.00 AL CSA VITTORIA
PER UN COORDINAMENTO DELLE LOTTE E DELL'AUTORGANIZZAZIONE

Sono invitate tutte le realtà, i soggetti, i gruppi o i singoli lavoratori, per discutere su come rilanciare il conflitto capitale-lavoro nella fase di crisi attuale, anche alla luce della vittoria dei lavoratori di Origgio, e per decidere insieme i prossimi passi per un coordinamento delle lotte e dell'autorganizzazione.

giovedì 5 marzo 2009

LA SINISTRA INDIPENDENTISTA BASCA E LE ELEZIONI AL PARLAMENTO DELLA COMUNITA AUTONOMA BASCA

Domenica scorsa, 1 marzo, si sono svolte, nelle tre province basche che compongono la Comunità Autonoma Basca, le elezioni al parlamento e al presidente della Comunità Autonoma Basca. La principale caratteristica di queste elezioni è stata il suo carattere assolutamente antidemocratico. Infatti, la piattaforma elettorale DEMOKRAZIA 3 MILIOI-D3M (Democrazia 3 milioni), della Sinistra Indipendentista basca, è stata illegalizzata dallo Stato Spagnolo, impedendo la sua partecipazione alle elezioni autonomiche.
La campagna elettorale è stata segnata dalla persecuzione che ha subito la piattaforma Demokrazia 3 Milioi, la quale, nonostante l’ilegalizzazione, ha comunque deciso di continuare con la campagna elettorale ed i comizi, presentandosi alle elezioni, pur sapendo che i suoi voti sarebbero stati considerati nulli. Nelle ultime settimane sono state arrestate decine di persone ed altre centinaia sono state fermate dalle diverse forze di polizia che operano nel territorio basco. In più, varie sedi sono state perquisite per evitare che la Sinistra Indipendentista facesse propaganda elettorale o potesse distribuire le schede elettorali di D3M con le quali effetturare il voto. É curioso vedere centinaia di uomini armati perseguitare delle schede elettorali.
Questa repressione giuridica-politica-militare esercitata dal governo spagnolo (PSOE) ha un doppio obiettivo: annullare politicamente la sinistra indipendentista basca, poiché é il motore del cambio politico e sociale che si vuole dare nei Paesi Baschi e, d’altro canto, manipolare i risultati elettorali in suo favore, dal momento che senza la presenza della sinistra indipendentista il “blocco spagnolista” ottiene piu parlamentari.
I risultati delle elezioni al parlamento basco, ci portano a realizzare le seguenti considerazioni:

- Nonostante il governo spagnolo ed il parlamento basco abbiano messo in moto tutto il loro apparato repressivo, la sinistra indipendentista ha realizzato un atto di disobbedienza civile di massa: nonostante le illegalizzazioni, migliaia di persone hanno partecipato alla campagna elettorale facendo propaganda, assistendo agli atti politici o distribuendo milioni di schede elettorali illegali di D3M in quasi tutte le case delle Province di Araba, Bizkaia e Gipuzkoa.

- Alla fine, le persone che sono andate alle urne a votare D3M sono state piú di 100.000 (8,8% dei voti calcolati). Con questi voti, se fossero stati validi, D3M avrebbe ottenuto 7 parlamentari su 75.

- Il Parlamento Basco che si formerá in seguito a queste elezioni, basate sulla esclusione, manca di legittimitá.

- Allo stesso modo, il prossimo Governo Basco, mancherá di legittimitá.

- I risultati elettorali sono stati il frutto della manipolazione del governo del PSOE, che ha creato una situazione di eccezione per articolare una maggioranza unionista spagnola che non corrisponde alla realtá basca.

- Le parti politiche che difendono il diritto della societá basca di decidere sul suo futuro (Demokrazia 3 Milioi, Partido Nazionalista Basco, Aralar, Eusko Alkartasuna, Ezker Batua) hanno ottenuto 633.649 voti, in confronto ai 482.839 degli unionisti spagnoli (PSOE, PP, UPyD). Nonostante ció, a causa dell’esclusione della sinistra indipendentista, voluta dal PSOE, gli unionisti spagnoli hanno ottenuto una maggioranza parlamentare.

Di fronte a questa situazione di mancanza di democrazia e di negazione dei diritti, la sinistra indipendentista riconferma la sua scommessa per lanciare una offensiva politica, per costruire in questo paese uno scenario democratico nel quale tutti i diritti di tutte le persone che costituiscono i Paesi Baschi siano rispettati e affinché tutti i progetti politici possano svilupparsi a paritá di condizione, incluso quello della sinistra indipendentista: l’Indipendenza ed il Socialismo per i Paesi Baschi.


EZKER ABERTZALEA
02/03/2009
www.ezkerabertzalea.info

martedì 3 marzo 2009

SABATO RESISTENTE


UN SABATO ANTIFASCISTA DI SANA ROBUSTA E RESISTENTE COSTITUZIONE ORGANIZZATO DALL'ANPI A LAINATE IL GIORNO 7 MARZO CON LA PARTECIPAZIONE DELLA "CONTRABBANDA" DALLE 15,00


PARTECIPATE NUMEROSI E DIFFONDETE IL MESSAGGIO.


ANPI LAINATE

domenica 1 marzo 2009

Comunicato e video corteo antifa 28 febbraio Bergamo

Antifascist@ bergamasch@

Oggi, sabato 28 febbraio, a Bergamo la Questura ha dimostrato quali sono le direttive per la gestione dell’ordine pubblico e del dissenso: i fascisti di forza nuova sono stati fatti sfilare - nonostante non avessero neanche chiesto l’autorizzazione per un corteo - con tutto il loro armamentario da apologia del fascismo e caschi e spranghe bene in vista, mentre le forze dell’ordine hanno attaccato, con scene da mattanza cilena, in maniera deliberata e gratuita i manifestanti che si erano opposti all’apertura della sede di FN.Alla fine della riuscita e determinata manifestazione antifascista il questore ha condotto una vera e propria “caccia all’uomo” verso i manifestanti che si stavano disperdendo, guidando la Celere verso atti brutali nei confronti di chiunque capitasse a tiro, giornalisti compresi: persone prese e sbattute a terra, tenute a terra ad anfibiate, picchiate.Video e fotografie inchiodano le scelte scriteriate e autoritarie del questore Rotondi che ha dato precise indicazioni a celerini e carabinieri di rastrellare - a fine manifestazione - più manifestanti possibili.Chiediamo le immediate dimissioni di un questore che si è dimostrato accondiscendente verso i naziskin e ha disposto il fermo di 60 manifestanti, facendo caricare anche chi fuori dalla questura chiedeva semplicemente informazioni sui fermati.L’apertura di una sede di forza nuova è una vergogna per Bergamo, così come il comportamento della polizia oggi in piazza.Contro il fascismo e i suoi “padrini” [in divisa o seduti in parlamento, tanti sono i legami fra FN Bergamo e Alleanza Nazionale] non un passo indietro.Chiediamo l’immediata liberazione di tutt* i compagn* arrestati e pestati brutalmente dalla polizia.

Antifascisti/e bergamaschi/e

qui il video che ricostruisce la giornata e gli abusi della polizia: http://vimeo.com/3415274

Decreto del governo contro la libertà di sciopero: E’ DITTATURA!


Il ddl governativo per impedire la libertà di sciopero non è solo un ulteriore tassello di una controriforma autoritaria delle libertà sindacali e politiche da tempo in corso, ma un vero e proprio atto di guerra preventiva contro tutti i lavoratori. Il governo e la borghesia, per uscire dalla crisi nell’unico modo concepibile per i capitalisti, ossia peggiorando e precarizzando le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, giocano d’anticipo e, con questo ddl antisciopero, mettono in campo le misure repressive per impedire proteste e mobilitazioni dei lavoratori, cercare di bloccare sul nascere la possibilità di un’opposizione sociale alla crisi capitalista e ai suoi prossimi effetti (licenziamenti, mobilità, Cig, precarietà).
L’Italia è il paese europeo dove già oggi scioperare è più difficile e complesso, innanzitutto nel settore dei trasporti. I governi di centro destra e centro sinistra, col concorso dei sindacati confederali, negli anni scorsi hanno messo in piedi un meccanismo di leggi e accordi che ha pesantemente limitato la possibilità di scioperare. Tra commissioni di raffreddamento, tempi di proclamazione, lunghissimi periodi di franchigia, intervalli tra uno sciopero e l’altro, ecc. l’esercizio del diritto di sciopero da tempo è stato reso assai “virtuale”, subordinato a lunghi preavvisi e a una serie ripetuta di rinvii da parte della Commissione di Garanzia sullo sciopero.
In Italia da tempo non esiste una realtà di scioperi selvaggi e continuati come vorrebbero far credere i media compiacenti che spalleggiano la campagna antiproletaria del governo e dei padroni.

Oggi l’ulteriore, drastica, dittatoriale, riduzione del diritto di sciopero nei trasporti è il primo passo. Dai trasporti si estenderà all’intero settore pubblico, da questo a tutto il privato. Per questo il ddl governativo è contro tutti i lavoratori e l’opposizione contro questo decreto è un problema e una necessità di tutti i lavoratori.

Con lo sciopero vengono attaccate anche tutte le forme di lotta dei lavoratori (blocchi stradali, manifestazioni, assemblee, …), si gettano le basi per vietare qualunque iniziativa non sia strettamente gestita e controllata da “sindacati di comodo” che condividano gli obiettivi economico sociali dei padroni stessi e che, quindi, si guardino bene dal favorire e sostenere qualsiasi iniziativa di reale difesa degli interessi dei proletari.


DA SUBITO OCCORRE UNA RISPOSTA DA TUTTI I LAVORATORI. DA SUBITO OCCORRE MOBILITARSI. DA SUBITO, ALTRIMENTI DOMANI NON SARA’ PIU’ POSSIBILE FARLO.

L’ATTACCO ALLA LIBERTA’ DI SCIOPERO NEI TRASPORTI E’ UN ATTACCO A TUTTI I LAVORATORI, CUI OCCORRE RISPONDERE MOBILITANDOSI, SCIOPERANDO.