IN PRIMO PIANO

______________________________________

lunedì 29 giugno 2009

Alfa Romeo: oggi sciopero di 2 ore con presidio della portineria sud-ovest

Oggi dalle 13 alle 15 sciopero immediato con presidio della portineria sud-ovest dell’Alfa Romeo di Arese per la messa in Cig per 13 settimane (per ora) di 50 lavoratori (su 69) della società di servizi Innova Service srl, società che a gennaio scorso è subentrata a RINA srl, società la quale a sua volta negli scorsi anni aveva assunto per conto degli americani di AIG Lincoln una parte dei lavoratori espulsi dalla Fiat nel 2002.La cassa integrazione è stata motivata da Innova Service - assistita da uno stuolo di avvocati (studio Ichino ed altri) – per aver perso appalti:ciò è del tutto falso; si vuole solo approfittare della crisi internazionale per eliminare operai con contratto normale per sostituirli con lavoratori precari e senza diritti.Già a dicembre-gennaio scorso, col cambio di società, AIG Lincoln voleva licenziare 43 lavoratori. Ora riprovano di nuovo con la Cig, anticamera dei licenziamenti.Queste sporche operazioni sono pilotate dagli speculatori presenti sull’area, a partire dalla Fiat.La Fiat, dopo aver avuto in regalo l’Alfa Romeo e 2.000 miliardi di lire di soldi pubblici in 20 anni solo ad Arese “per l’occupazione”, in questi anni ha fatto fuori 20.000 operai e ora da 15 giorni ha messo in Cig fino a settembre (per ora) quasi tutti i restanti 600 lavoratori.La Fiat sta chiudendo quasi del tutto Arese ma, incredibilmente, comanda più che mai sui 2 MILIONI E 350mila mq di tutta l’area dell’Alfa e si prepara a gestire ad Arese e a Milano mega festeggiamenti per il centenario del marchio ALFA ROMEO e una mega torta per l’EXPO 2015:Alberghi, ville, nuova centrale termica, centri commerciali.E tutto ciò col concorso di istituzioni, come la Regione, che non stanno onorando uno straccio degli accordi sindacali firmati in questi anni per l’area di Arese: POLO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE, AUTO ELETTRICA, ECC..
GLI OPERAI DELL’ALFA AI LAVORATORI DELLE ALTRE FABBRICHE ATTACCATI CON LA CIG E I LICENZIAMENTI:COSTRUIAMO UNA PIATTAFORMA UNITARIAUNIAMO LE NOSTRE LOTTE
I lavoratori dell’Alfa di Innova Service, nell’assemblea tenutasi oggi durante lo sciopero, hanno deciso di respingere la CIG e si presenteranno regolarmente al lavoro lunedì prossimo.Sono pronti a dar loro man forte i lavoratori di altre aziende e cooperative presenti nell’area dell’Alfa.Lo Slai Cobas fa un pressante appello ai lavoratori delle altre fabbriche dell’area di Milano attaccate con la Cig e i licenziamenti, alle forze politiche e sindacali e alle associazioni presenti sul territorio disponibili, ai giovani:
uniamo la lotta, blocchiamo i licenziamenti,richiediamo la riduzione d’orario, pretendiamo un salario decente per tutti e contratti a tempo indeterminato per i precari.

Arese, 26 giugno 2009

Slai Cobas

domenica 28 giugno 2009

Collettivo Oltre il Ponte - Corte Popolare Autogestita

INIZIATIVE ed EVENTI IN PROGRAMMA
[Music 4 free Spaces - coming soon!]

---------------------------------
Domenica 5 Luglio 2009
ANGURIATA e musica POPolare
difesATTIVA del suolo pubblico
Garbatola di Nerviano [MI]
Via Tagliamento (clicca qui)
---------------------------------
Riqualificazione attiva e creativa delle aree pubbliche.
Per la difesa del bene comune e la tutela del territorio!
Meno cemento e più diritti!
per info: collettivoltreilponte@yahoo.it
DIFESattiva del suolo pubblico: Area verde di Via la Guardia [clicca qui]


---------------------------------
Luglio - Agosto
SCUOLA POPOLARE
ripetizioni gratuite per studenti
Corte Popolare Autogestita
Garbatola di Nerviano [MI]
Via Gorizia n.8 (clicca qui)
---------------------------------
Nei mesi di Luglio e Agosto prosegue il progetto di scuola popolare per studenti
delle scuole medie inferiori, superiori e università.
Tutti i corsi sono gratuiti e si tengono presso i locali della Corte
Popolare Autogestita [Via Gorizia n.8 - Garbatola di Nerviano].

I corsi sono tenuti da studenti universitari e laureati.
Per iscrizioni e ulteriori informazioni, contattaci ai seguenti indirizzi:
collettivoltreilponte@yahoo.it
349-8638923

---------------------------
17-18-19 Luglio [NERVIANO]
Music 4 free spaces
3^ edizione
a breve nuove informazioni
---------------------------

Collettivo Oltre il Ponte
[C.P.A.] Corte Popolare Autogestita
GARBATOLA di Nerviano - Via Gorizia 8
www.collettivoltreilponte.it
http://collettivoltreilponte.wordpress.com
collettivoltreilponte@yahoo.it
==========================================================
GARBATOLA ESTATE 2009
SCARICA IL VOLANTINO con tutte le iniziative – CLICCA QUI
==========================================================
COME RAGGIUNGERCI
Garbatola di Nerviano [MI] – Via Gorizia n.8

lunedì 22 giugno 2009

Continua inarrestabile la strage quotidiana dei lavoratori

Diminuiscono gli occupati e aumentano gli omicidi sui posti di lavoro.

Altri due lavoratori di un’azienda familiare sono stati uccisi dalle esalazioni tossiche mentre pulivano un depuratore in provincia di Imperia senza le minime misure di sicurezza in un impianto non ancora ultimato e in fase di collaudo che funzionava in deroga. Ancora una volta i morti sono lavoratori degli appalti usati dalle aziende perché più economici e considerati “ usa e getta”. La mattanza continua di operai avviene in un momento in cui i padroni prendendo a pretesto la crisi economica nella sola Europa su 223,8 milioni di lavoratori (146,2 nella sola zona euro) hanno tagliato due milioni di posti di lavoro facendo salire il tasso di disoccupazione in aprile al 9,2% il massimo degli ultimi dieci anni. Chi trae vantaggio da questo sistema capitalista sostiene che questo è il migliore dei mondi possibili, e, in effetti, per gli sfruttatori è così. Dai dati diffusi da Bankitalia, a fine aprile il debito pubblico Italiano ha superato la quota di 1750 miliardi di euro e mentre i salari e le pensioni (dati Istat) sono rimasti congelati con le retribuzioni ferme, assistiamo all’ennesimo paradosso. Le entrate tributarie nei primi mesi del 2009 sono diminuite del 3,8%, e le tasse pagate dai proletari, lavoratori e pensionati, a vantaggio dei ricchi, trattenute alla fonte non sono calate, anche se potrebbero precipitare prossimamente per il sempre maggior ricorso alla cassa Integrazione, ai licenziamenti e al mancato rinnovo (dei paracaduti) per 1,6 milioni di lavoratori atipici. Questi dati rappresentano il frutto del capitalismo reale auspicato e invocato dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, dal Governo e sostenuto dai “rappresentanti dei lavoratori” di CGIL-CISL-UIL-UGL. Questo sistema descritto come il regno della libertà, significa per i proletari, sfruttamento, sottomissione della forza lavoro al capitale che si appropria della ricchezza da essi prodotta come un fatto normale. Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è l’essenza del capitalismo, rispettosa dello stato di diritto e delle sue leggi. Per lo stato dei padroni è legittimo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che avvenga quotidianamente la rapina del lavoro salariato da parte del capitale; è legale che ci sia la precarietà e la miseria. Come in tutte le guerre, anche in quella fra capitale e lavoro salariato, è normale e sotto una certa soglia accettabile dal sistema, che ci siano morti, feriti, invalidi, fra i lavoratori e che degli esseri umani siano sacrificati nelle fabbriche, nei cantieri, sui posti da lavoro in nome del profitto. Il capitalismo “buono”, quello industriale, tanto auspicato nella crisi da tutti i borghesi e dai loro uomini nel movimento operaio, quello che licenzia e spaccia il risanamento delle industrie come “difesa dei posti di lavoro” che spaccia come interesse di tutti la produttività, la competitività, il mercato, e le “guerre umanitarie” per portare “democrazia” è lo stesso che nascondendosi dietro il velo di “civiltà e progresso” persegue i suoi interessi di parte, evidenziando la sua natura dispotica e sfruttatrice finalizzata alla ricerca del massimo profitto. Non si può più rinviare di mettere all’ordine del giorno il problema dell’organizzazione. O la classe operaia nella sua guerra quotidiana contro il capitale si da un’organizzazione di classe anticapitalista-antimperialista indipendente cominciando la lotta per farla finita definitivamente con questo sistema sociale, combattendo per una società dove si produce per il soddisfacimento dei bisogni degli esseri umani e non per il profitto o continuerà a rimanere classe sottomessa che piange i suoi morti.

Michele Michelino Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Sesto San Giovanni (Mi)

fonte: cip.mi@inwind.it

[Termini Imerese] bloccati i treni dagli operai in sciopero

Le tute blu dello stabilimento Fiat protestano contro l'ipotesi di eliminare la produzione di auto nella fabbrica siciliana.
L'avevano promesso: sarebbe stata una settimana di fuoco quella che comincia oggi. E cosi' e'. Il lunedi' delle tute blu dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell'indotto e' iniziato con uno sciopero di due ore che dovrebbe concludersi alle 9.30. Ma la protesta di oggi contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana, potrebbe andare ben oltre. Di sicuro gli operai non si fermeranno al blocco delle catene di montaggio.
Per oggi gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese hanno bloccato la circolazione dei treni alla stazione ferroviaria di Fiumetorto. Protestano contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana. Molta tensione tra i circa 2 mila lavoratori che non credono alla possibilità di un futuro sganciato dalle auto.
Tra grida e rabbia inizia la nuova fase di dura protesta che ricorda, nei toni e nei metodi, quella che sette anni fa impedì la chiusura, che sembrava ormai scritta e inevitabile, dello stabilimento."Come allora anche oggi - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - impediremo i piani di quanti vogliono ancora una volta penalizzare Termini Imerese. Iniziamo con lo sciopero e l'occupazione dei binari della stazione, ma non ci fermeremo".Domani è atteso il vertice alla Regione, con Raffaele Lombardo e i sindacati, che dovrà definire una posizione e un documento unitario da sottoporre a Sergio Marchionne.

Operai della Provincia di Milano

Chiediamo il vostro aiuto

Siamo gli operai della Innse, da più di un anno resistiamo alla chiusura della fabbrica.
Presidiamo lo stabilimento giorno e notte sabato e domenica.
Siamo stati licenziati, messi in mobilità ma non ci siamo arresi, finchè c’è la fabbrica e ci sono gli operai c’è la possibilità di riprendere il lavoro.
Tutti dicono che i posti di lavoro non vanno cancellati, si fanno belli parlando delle politiche attive del lavoro, dimostrino cosa sono capaci di fare.
Noi, come operai INNSE, abbiamo dimostrato lavorando, gestendo direttamente la produzione contro la decisione del padrone di cessare l’attività, che la fabbrica funzionava e funziona.
Lo abbiamo fatto da giugno a settembre dello scorso anno, finchè su ordine del magistrato siamo stati messi fuori dalla fabbrica, ci siamo accampati in portineria e da quel giorno non siamo andati più via. Diversi acquirenti si sono proposti per acquisire la fabbrica ma il vecchio padrone aveva altri interessi, in accordo con l’immobiliare voleva ripulire il capannone e vendersi tutte le macchine.

Per un anno ha tentato e ritentato di smontare il macchinario, si è fatto scortare dalle forze dell’ordine, fino a far picchiare a manganellate gli operai che si opponevano, è successo il 10 febbraio. Un fatto che ci rimarrà impresso nella memoria.
Da quel giorno tutti hanno capito che le istituzioni non potevano perdere la faccia per un rottamaio del genere e lo hanno consigliato di calmarsi. Ma non è servito, ha iniziato col vendersi quattro macchine ed ha mandato il nuovo padrone con l’ufficiale giudiziario per iniziare a smontarle. Naturalmente li abbiamo respinti.
Naturalmente ha preso in giro anche coloro che stanno ai diversi livelli istituzionali e che stanno cercando una soluzione per riprendere la produzione in INNSE.
Naturalmente il decreto di smontaggio è finito nelle mani di Prefetto e Questura e tocca a loro decidere quando e come con la forza lo attueranno.
In questa situazione, operai della Provincia di Milano vi chiediamo un aiuto diretto, la nostra unica forza è il numero.
Noi siamo decisi a non far mettere mano sul macchinario finchè è aperta la porta di una ripresa della fabbrica ma da soli non possiamo farcela. Centinaia di operai sui cancelli, il giorno del prossimo colpo di mano, convinceranno tutti che è meglio desistere da questa prova di forza.

Operai delle fabbriche della Provincia di Milano, vi chiediamo il sostegno diretto perché siamo convinti che la lotta della INNSE non è solo la nostra lotta, è la lotta di tutti gli operai che sono stati buttati in mezzo alla strada, di tutti quegli operai che ricattati hanno subito la chiusura delle loro fabbriche ma non si sono rassegnati.
Se l’INNSE resiste tutti possono resistere, e l’INNSE potrà resistere solo con il vostro sostegno.

Confermate la vostra solidarietà.
Aderite al presidio della INNSE, telefonate a 349 520 5238

Le RSU della INNSE Milano Lambrate 22 giugno 2009

domenica 14 giugno 2009

PROPOSTA AL MOVIMENTO

Inoltriamo la seguente proposta avanzata dai compagni del SLAI COBAS per un confronto allargato.Riteniamo che sia giunto il tempo che tutte le realtà politiche, sindacali e sociali debbano mettersi in gioco realmente e inviatiamo a partecipare alla riunione a Milano martedì 16 giugno alle ore 21,30 presso la sede dello Slai Cobas di via Liguria 49.
_____________________________________________

Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati IntercategorialeS.L.A.I. cobas
Ormai è evidente a tutti che il capitalismo attraversa una crisi strutturale di sovrapproduzione di capitale e plusvalore. In ottobre quando è scoppiata la balla dei mutui Subprime, tutti gli economisti e politici borghesi invocavano , in maniera confusa e spaventata, l’intervento della politica per circoscrivere la crisi e per definire le “regole” sulle quali indirizzare, sotto controllo, la finanza.
La realtà ha la testa dura e ha dimostrato che la crisi è di sistema ed è totalmente in malafede chi cerca di separare la banca e la borsa dall’industria.
L’intervento dello Stato sull’economia, lo sviluppo delle politiche Keynesiane hanno avuto una funzione negli anni di sviluppo del capitalismo per procrastinare la crisi, ma oggi sono fallimentari.
Anche nelle altre gravi crisi ( vedi anni ’30), politiche d’intervento statale a difesa dell’economia hanno preparato il macello della guerra .
Dall’inizio della recessione ad oggi, negli USA sono stati bruciati 6 milioni di posti di lavoro, nella zona euro secondo la Banca Centrale Europea i disoccupati sono arrivati al 9,2% della popolazione attiva: è una vera e propria dichiarazione di guerra ai lavoratori.
I migranti sono quelli che pagano per primi ( per loro il licenziamento significa l’espulsione dal Paese in cui lavorano ), i più colpiti dalla chiusura delle aziende sono i lavoratori delle piccole aziende, i precari poiché non hanno nemmeno gli ammortizzatori sociali.
Alla FIAT o all’ATM, mentre si fanno in certi siti gli straordinari, in altri si ricorre alla C.Integrazione ( per adesso ).
Tutto quello che avviene viene fatto passare come fattore congiunturale, ma le stime fatte dagli istituti più importanti degli Stati, dicono che nel 2009 nell’area europea il Pil ( prodotto interno lordo ) avrà una contrazione tra il 4,1% ed il 5,1% ( stima della Banca Centrale Europea ) e la ripresa si posticipa addirittura nei termini di anni.
Le rassicurazioni dei governi servono solo a dare l’illusione che, i sacrifici di oggi saranno subito superati, e che bisogna avere ottimismo. Si tenta di instillare nelle coscienze dei lavoratori, che il peggio è passato e che se si accettano passivamente le politiche governative tutto si sistemerà.
Se è vero che la crisi è partita nel Paese più importante del sistema capitalistico, gli USA, e che la condizione interna negli States è disastrosa, tant’è che hanno pompato cospicue somme di denaro a sostegno dell’economia, in Europa le condizioni sono altrettanto disastrose, i conti saranno più salati perché si ritardano gli interventi di risanamento . I governi cercano di nascondere la reale situazione che è destinata a presentare i conti nei prossimi mesi.
Le tante illusioni distribuite a piene mani ( il sistema del vecchio continente –secondo loro-sarebbe più trasparente e basato su una rete di maggior regole ) si dimostreranno delle balle spaziali. Appena si avranno degli inadempimenti e fallimenti, sui lavoratori si abbatteranno delle mazzate colossali e sarà più dura spargere illusioni su chi soffre la fame.
Già oggi, nel dibattito e nell’agenda di Berlusconi entrano in discussione temi legati alla spesa pensionistica e sanitaria e la necessità di istituire un reddito minimo per il sostegno dei lavoratori ( un reddito-carità per placare possibili intemperanze di chi fa la fame ).
Questa crisi che è arrivata anche nelle metropoli , proviene dai lontani anni ’70, ed è stata per questi anni contenuta, grazie al fatto che i paesi imperialisti l’hanno scaricata nelle aree periferiche, con guerre di rapina e martoriato intere popolazioni in quelle parti del pianeta.
E’ una guerra di classe che si approfondisce e si allarga nelle metropoli , ma che non ha mai cessato di esistere ed avere effetti in varie parti del “terzo e quarto” mondo.
Di fronte a questo scenario i lavoratori si trovano soli, inebetiti senza organizzazione.
La caduta delle illusioni, la storia insegna, non porta necessariamente ad una ripresa delle lotte su un terreno classista: la lotta e le risposte dei licenziati e chi soffre la fame, alle volte possono essere dirette verso i “nemici” più vicini, ad esempio gli immigrati, disponibili ad accettare condizioni più sfavorevoli sul piano salariale e dei diritti.
E’ uno scenario possibile tenendo conto la debolezza della lotta di classe, delle avanguardie politiche e sindacali, della repressione che la borghesia sta già mettendo in atto.
In una situazione di corsa verso il baratro i lavoratori possono difendersi e contrapporsi solo se si uniscono: solo da questo processo può svilupparsi la loro forza.
Un’unità che va perseguita sul piano dell’iniziativa a livello di base articolata nei vari settori e mansioni del lavoro.
La ricomposizione di classe deve avvenire sul piano politico, ma la funzione sindacale diventa, come storicamente è stata e sarà nel capitalismo, la palestra nella quale i lavoratori si esercitano per affrontare lotte impegnative e unificanti.
Non esistono scorciatoie, “moderni” marchingegni o bislacche teorie alla moda, per sfuggire a questa realtà: l’organizzazione capitalistica scompone il processo produttivo, commerciale ecc., e rende più difficile la ricomposizione di classe, che non è la sommatoria aritmetica di varie esperienze, ma può avvenire ,solo, su base politica e attraverso un lavoro territoriale. Con sindacati capaci di sviluppare vertenze e rappresentanze che sappiano unire i lavoratori sul territorio ( la lotta sulla casa, sull’immigrazione, nella scuola, per servizi più adeguati, sono esperienze che hanno valenze specifiche, che vanno ricondotte alla centralità della classe lavoratrice sfruttata e produttrice di plusvalore ), ma questo può avvenire sul terreno anticapitalistico, favorendo l’aggregazione politica di forze che agiscono anch’esse sulla stessa base sociale.
Su questo terreno scontiamo tutti un deficit politico ed organizzativo.
Noi, nel nostro ultimo Congresso, abbiamo espresso questa necessità e pertanto ci disponiamo a lavorare in questa direzione.
La “guerra di classe”, che ci impone l’avversario, rende evidente la necessità di favorire la formazione politica e l’aggregazione dei lavoratori su questo livello. Non pensiamo che, sul versante sindacale, lo Slai Cobas sia l’organizzazione che, sviluppandosi su sé stessa a “raggera”, diventi il futuro sindacato di classe, ma che può dare un importante contributo in questa direzione.
L’esperienza di questi ultimi tempi dimostra che non è possibile, però, procedere mettendo insieme piccoli apparati, ma unendo le lotte che si determinano nei territori, su obiettivi che vanno perseguiti con determinazione.
Alcune lotte, fatte anche nell’ultimo periodo, insegnano che è possibile mettere in campo una resistenza adeguata all’attacco dei padroni, ma che in questa fase, dove i margini per le “riforme” sono risibili, solo se si unifica la forza dei lavoratori e si estende la lotta sul terreno politico, risultati importanti si possono ottenere.
Per questi e altri motivi, proponiamo ai sindacati di base di coordinarsi su lotte che abbiano alla base obiettivi come la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per la difesa del salario, in particolar modo battersi per un salario medio garantito ai disoccupati, per diritti democratici esigibili per tutti i lavoratori immigrati, per la riduzione del costo degli affitti della casa, salari e condizioni di lavoro non differenziati tra lavoratori anziani e nuovi occupati, l’abolizione del lavoro precario e una lotta contro la chiusura delle aziende in crisi.
Pensiamo sia necessario, unire i fronti delle lotte ( studenti, disoccupati, immigrati, chi lotta per un’opposizione alle guerre imperialiste ecc. ) di tutti i movimenti, per un percorso di confronto e di lotta nei prossimi mesi.
A partire da adesso, proponiamo una prima riunione da tenere a Milano martedì 16 giugno alle ore 21,30 presso la sede dello Slai Cobas di via Liguria 49 ( mm linea verde fermata Romolo, autobus 90-91 ); una serie di altre iniziative per preparare una manifestazione nazionale nel periodo autunnale. In questa prospettiva siamo intenzionati a tenere a settembre a Napoli un’assemblea nazionale di tutti i lavoratori ( in particolar modo quelli del gruppo FIAT, precari, lavoratori delle cooperative e tutti i lavoratori che subiscono i licenziamenti ) e in questa direzione, ci impegniamo nel promuovere con altri sindacati, centri sociali, organizzazioni e movimenti politici, iniziative per costruire comitati di lotta e assemblee in altri settori e su temi politici che ci verranno proposti.

Sabato 20 giugno dalle ore 16,00 alle 24,00


FESTA IN PIAZZA del Centro Sociale Vittoria a Milano


Via muratori si trasforma in piazza popolare dall’angolo di via Friuli
(davanti al Centro Sociale Vittoria) fino alla Cascina Cuccagna

con banchetti di controinformazione su lavoro e precarietà, razzismo, casa, Palestina, guerra, Paesi Baschi, Kurdistan, America Latina
con la partcipazione del corso d'italiano per migranti (scuole senza permesso) e della comunità Kurda Milanese

con la proiezione di filmati, vendita di libri
a prezzi popolari e materiale video

con l’accompagnamento della chitarra rivoluzionaria di Marco,
cena popolare all’aperto con grigliata e piatti vegetariani, cucina etnica, musica popolare pizziche e tamurriate con i “Mierullallà”

Centro Sociale Vittoria
Via Friuli angolo via Muratori 02/5453986
http://www.csavittoria.org/ http://it.mc241.mail.yahoo.com/mc/compose?to=vittoria@ecn.org

venerdì 12 giugno 2009

“A 100 passi dall’Expo”

Mercoledì 17 giugno a Pero (MI) alle ore 20,45 – Presso la tensostruttura spettacoli “CANOVACCI” di via Giovanni XXIII

Introdurrà la serata l’attore, autore e regista teatrale Giulio Cavalli con estratti dal suo spettacolo “A cento passi dal Duomo”, scritto con Gianni Barbacetto.

“Il territorio metropolitano è già attraversato da un’ondata di investimenti, che ne cambieranno il volto, da qui al 2015. Alberghi, grattacieli, infrastrutture, colate di cemento, che sul territorio sono un’appetitosa torta su cui le mafie, che gestiscono li movimento terra, gli appalti, il lavoro nero nei cantieri e nei servizi, cercheranno di fare grossi affari.
Le prime inchieste su Mafia/Expo/Politica sono già in corso. La mafia è già pronta, bisogna combatterla e non sottovalutarla assolutamente.
Ne parliamo nell’area che più sarà investita da Expo 2015, sullo sfondo degli alberghi appena costruiti da Fiera-Milano e da Ligresti.
Usare un mezzo di finzione come il Teatro, per raccontare le verità scomode. Verità fatte di nomi, cognomi, aziende, appalti, dove “la coppola e la lupara” sono sparite. Verità in cui la mafia si è seduta nei salotti buoni della finanza e nei consigli di amministrazione delle banche. Verità dove la mafia ha saputo creare reti di cooperazione criminale.
E Milano è una sorvegliata speciale: la partita più importante si gioca qui, a latere della programmazione per l’Expo del 2015.”

Il dibattito avrà come protagonisti:- Mario Portanova, giornalista e scrittore. Ha pubblicato Mafia a Milano (1996) con Franco Stefanoni e Giampiero Rossi, Altri mondi (2003), Inferno Bolzaneto (2008).- Michele Sasso, scrive per “l’Espresso” e “Altreconomia”
- Antonella Mascali, giornalista di Radio Popolare e autrice di “Lotta civile”- Luca Trada, portavoce Comitato NoExpo- Giulio Cavalli, autore, regista e interprete. Il suo percorso artistico si può individuare nell’approfondimento di temi ‘scomodi’ e di attualità raccontati con ironia e calati in una drammaturgia originale basata sull’analisi dei fatti e sull’inchiesta giornalistica. Cavalli si trova ad esser, suo malgrado, il primo attore italiano a vivere sotto scorta.Tra i suoi spettacoli:Kabum!...come un paio di impossibilità! (2006), (Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers (2006), Bambini a dondolo (2007), Linate 8 ottobre 2001: la strage (scritto insieme a Fabrizio Tummolillo, 2007), Do ut Des, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi (2008), Primo L. 174517 (2008), L’Apocalisse Rimandata ovvero Benvenuta Catastrofe (2009).Dalla stagione 2007/2008 è direttore artistico del “Teatro Nebiolo” di Tavazzano con Villavesco, nella provincia di Lodi.
Sono previsti interventi e/o domande dal pubblico.

L’evento, organizzato dall’Associazione Rhobin Hood, sarà a ingresso gratuito ma saranno gradite sottoscrizioni (per spese di promozione e organizzazione).


Per info:
Massimo Rana 3384630086 E-mail : giudalpero@gmail.com

giovedì 11 giugno 2009

RESTITUITE A RHO LA FERMATA SCIPPATA DA FIERA

Trenta treni al giorno dal 14 giugno non fermeranno più alla stazione di Rho. I treni interregionali Milano Torino fermeranno invece alla stazione di Fiera, aperta da pochi mesi.

Il motivo della soppressione della fermata di Rho, sarebbe da attribuire alla presenza della fermata della metropolitana in Fiera, che fungerebbe da stazione di interscambio.

Peccato che anche la fermata MM di Fiera non sia al servizio dei cittadini del territorio, in quanto, oltre ad avere un costo esagerato, non è ben servita dai mezzi pubblici e non dà possibilità di parcheggio, se non pagando cifre da capogiro alla Fiera.

Siamo di fronte all’ennesimo scandaloso esempio di come Fiera ed Expo non solo non portano alcun beneficio al territorio, ma al contrario siano un problema, continua fonte di disagi e di un progressivo arretramento rispetto ai servizi esistenti.

Le parole del sindaco di Rho Zucchetti, che nei giorni scorsi sosteneva che l’Expo porterà soprattutto infrastrutture per la mobilità pubblica, suonano da oggi ancora più fastidiose per le nostre orecchie: il servizio peggiora continuamente, mentre gli investimenti si concentrano tutti sull’Alta Velocità, un’opera costosissima e utile per pochi (tra cui Fiera), ma inutile per le migliaia di persone che quotidianamente usano il treno per recarsi a scuola, all’università o al lavoro. Ricordiamo che l’ottanta per cento dei circa 12 miliardi di euro per le infrastrutture relative alla mobilità in Lombardia, riguardano strade, autostrade e parcheggi per 17.000 posti auto intorno alla Fiera.

Da oggi PUOI FIRMARE LA PETIZIONE per fare tornare Trenitalia sui suoi passi per restituire a Rho le sue fermate e per chiedere più investimenti per i pendolari e i cittadini e meno favori agli “amici” della Fiera.

LUNEDI 15 GIUGNO ALLE 18,00
PIAZZALE DELLA STAZIONE DI RHO

ASSEMBLEA APERTA

PER DECIDERE COME CONTINUARE LA MOBILITAZIONE

COMITATO
NO EXPO
www.noexpo.it


SOS FORNACE
www.sosfornace.org

INFO: 3381969423

mercoledì 10 giugno 2009

12- 13 giugno BOICOTTA ISRAELE, SOSTIENI LA PALESTINA! Due giorni di iniziative


BOICOTTA ISRAELE, SOSTIENI LA PALESTINA!
Da varie città (Milano, Rimini, Firenze, Pistoia, Roma, Bologna) è stata confermata per sabato 13 giugno la convocazione di una nuova giornata di iniziative della campagna internazionale BDS verso Israele.
Il progetto sionista accentua pesantemente le sue caratteristiche coloniali e discriminatorie sia nei Territori Occupati sia all'interno stesso di Israele, ma le autorità israeliane sono in seria difficoltà sia per la crisi economica sia per la caduta verticale di credibilità a livello internazionale. E' il momento di intensificare la pressione attraverso il boicottaggio.
A seguito della campagna BDS la multinazionale Veolia sta abbandonando il progetto di costruzione della Ferrovia di Gerusalemme, un progetto illegale che mira a connettere le colonie israeliane in territorio occupato alla città di Gerusalemme.
La rete milanese Boicotta Israele ha prodotto in questi mesi numerosi momenti di controinformazione e denuncia ed è aperta a tutte le realtà e i singoli interessati che intendono aderire alla campagna BDS e organizzare iniziative sul proprio territorio
A Milano iniziative verranno effettuate a partire da venerdì 12 giugno con un presidio davanti all’ Agrexco in Via Hajeck 10 (angolo Corso XXII Marzo), importatore del marchio israeliano Carmel.
Sabato vi saranno presidi davanti ai centri commerciali e volantinaggi per la città.
L'Ass. permanente per la Palestina di Bergamo a partire dalla tarda mattinata organizza volantinaggi/presidi in giro per la città; un presidio verrà effettuato davanti e dentro ad una filiale Auchan molto frequentata da stranieri.


Rete milanese Boicotta Israele
palestinamilano@yahoo.it

mercoledì 3 giugno 2009

Sabato 6 giugno Volantinaggio per il diritto alla casa nelle vie del quartiere

Appuntamento ore 16:30 al CSA Vittoria

VOLANTINO DEL CSA VITTORIA E DEL COMITATO CORVETTO ROSSA CONTRO GLI AUMENTI DEGLI AFFITTI DELLE CASE POPOLARI E NON SOLO -->
LA CASA E' UN DIRITTO!

Gli aumenti insostenibili dei canoni di locazione delle case popolari ALER e del Comune di Milano fanno parte di una strategia ben definita della giunta Formigoni e delll'ALER per privatizzare e liquidare il patrimonio pubblico, consegnandolo nelle mani di avide societa’ immobiliari pronte a intascarsi gli enormi profitti.
Sugli alloggi costruiti prima del 1975 gli aumenti a regime sono di norma superiori al 90% e possono arrivare fino al 150%, praticamente una rapina legalizzata!
Questo perché il calcolo dell’aumento è fondato sull'assegnazione di un valore economico agli immobili, soprattutto per quelli più vecchi, sovrastimato rispetto ai costi di costruzione. in questo modo i costi sostenuti per le ristrutturazioni previste nei contratti di quartiere già operativi vengono scaricati sugli assegnatari, mentre aumenta la liquidita’ sicura nelle casse dell’aler che, però, non reinveste nel miglioramento del servizio e nella manutenzione ordinaria degli immobili anche più degradati per “fare cassa”. Ragioni di bilancio usate anche a giustificazione della vendita del 20% del patrimonio di edilizia pubblica - già assegnato - con mobilità forzosa e costi a carico dell'inquilino che non vuole o, soprattutto, non può sostenere economicamente un mutuo per l'acquisto della propria casa.
E' prevedibile che l'aumento generalizzato degli affitti (e la contestuale richiesta degli arretrati da parte dell'aler) possa generare, in un periodo di grave crisi strutturale come quello attuale, un aumento delle morosità e della sofferenza abitativa.
Ciò in uno scenario di “tolleranza zero” nei confronti di occupanti fatto di sfratti, di “tutor di tutela del patrimonio” operativi per sgomberi anche notturni, della predisposizione di numeri verdi “anti-occupazioni” per incentivare la delazione in un contesto in cui, purtroppo, attecchiscono opportunistici messaggi razzisti e di “guerra fra poveri” che frantumano quel tessuto sociale improntato a valori solidaristici ancora presente che si esprime nelle occupazioni di alloggi sfitti e vuoti da anni e nelle resistenze attive agli sfratti e alle mobilità.
Tanti gli esempi anche nel nostro quartiere: sfratti eseguiti con la presenza di un ingente numero di forze di polizia per contenere le difese agli alloggi occupati; numerose occupazioni che rivendicano il diritto alla casa e le autoriduzioni dei canoni di affitto; diverse sono le contestazioni organizzate contro lo sradicamento dal proprio territorio: da via Salomone, alle “case bianche” di via Feltrinelli e recentemente via Bazzoni. Queste ultimi due accomunate dalla presenza cancerogena dell'amianto e della necessaria bonifica utilizzata a pretesto per la distruzione degli immobili e la costruzione di nuove privilegiando la vendita alla riassegnazione.
Tutte queste forme di opposizione dal basso devono essere sostenute e diffuse perche’ l'allargamento del conflitto sociale e’ l'unica vera soluzione per la conquista e la generalizzazione dei bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: casa, salario, istruzione, servizi sociali.
La lotta e l’unità sono l’unica arma che abbiamo per dire a padroni e speculatori che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi e di lasciare che la nostra vita sia merce per il loro profitto!

COMITATO CORVETTO
cell. 346/1091437 – mail: corvettorossa@libero.it

CSA Vittoria
via Friuli ang. via Muratori-Milano
vittoria@ecn.org
http://www.csavittoria.org/

NON SI ACCETTANO CARAMELLE DAGLI SCONOSCIUTI

Domenica 7 – 6 – 2009 è prevista, a Rho, una manifestazione indetta con nobili motivi, ovvero contro la pedofilia.La manifestazione dal titolo “un calcio alla pedofilia” è organizzata da una associazione che si definisce “associazione culturale L.A.”; la sigla L.A. significa “lealtà – azione”, ovvero il gruppo che gestisce la skinhouse di Bollate!Gli stessi personaggi che il 27 gennaio (giornata della memoria che ricorda la shoah), insieme a Cuore Nero (noto ritrovo della destra estrema milanese e non solo), hanno pensato bene di organizzare una festa per brindare all’Olocausto.In quegli anni furono sterminati anche decine di migliaia di bambini ebrei, rom e con handicap fisici e mentali, “eliminati” in quanto non rispondevano alla folle idea nazista di razza pura.Fingono di avere a cuore i diritti dell'infanzia, ma hanno appoggiato leggi xenofobe che hanno permesso la schedatura su base razziale di migliaia di Rom prendendo le impronte anche ai più piccoli, appoggiano leggi che costringeranno migliaia di bambini, figli di immigrati clandestini, a non frequentare più la scuola e vivere sempre nascosti, a diventare invisibili senza diritti né futuro, costretti anche a rinunciare alle cure mediche (pena l’espulsione), esaltano i respingimenti delle barche dei migranti con bambini che fuggono da un destino di guerra e dalla violenza; ma quei bambini secondo loro hanno una grande colpa: non sono della loro razza e quindi senza diritti.Ora, non sappiamo se chi ha aderito all’evento ed è il destinatario dei fondi raccolti (e cioè l’associazione Caramella Buona), conosca questi “personaggi” ma sul sito della Skin House si dice chiaramente che lealtà – azione collabora con una onlus sostenuta da forze politiche e sociali di una certa rilevanza, infatti sul sito potete leggere:
“I MILITANTI DI LEALTA’-AZIONE LAVORANDO IN STRETTO CONTATTO CON LA PIU’ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE ONLUS ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO LA PEDOFILIA…”.
Certo è che promuovere un’iniziativa che vuole parlare dei diritti e della sicurezza dei bambini con gruppi che predicano solo odio e violenza, esaltano razzismo e xenofobia è quantomeno contraddittorio.Invitiamo l’associazione della Caramella Buona a consultare il loro sito, a leggere i loro comunicati dove non mancano mai richiami al ventennio fascista e alla cultura nazista...… Vale davvero la pena avere il loro appoggio? E, se sì, quale prezzo pagheremo domani?

comitatio antifascista nord ovest

martedì 2 giugno 2009

CONTINUA LA GUERRA DI CLASSE CONTRO I LAVORATORI.

26 MAGGIO 2009: ALTRI TRE OPERAI SONO STATI ASSASSINATI IN SARDEGNA ALLA SARAS DI SARROCH (CAGLIARI)

Ancora una volta tre operai sono morti mentre facevano lavori di manutenzione programmata negli impianti di una raffineria. L’impianto in cui lavoravano, saturo di gas velenosi (in questo caso azoto), ha intossicato e ucciso in pochi minuti i tre operai dipendenti di una ditta esterna che aveva in appalto i lavori all’interno della raffineria. Ancora una volta delle famiglie proletarie piangono i loro congiunti, usciti di casa al mattino per guadagnarsi un tozzo di pane e che non torneranno più.Dall’inizio dell’anno ad oggi il tragico conto dei numeri di questa guerra del capitale contro il lavoro salariato ha prodotto 420 morti, 420150 infortuni e 10503 invalidi nelle file proletarie. Adesso, ancora una volta, ci saranno lacrime di coccodrillo e dichiarazioni roboanti di politici e sindacalisti. Gli stessi che, riconoscendo come legittimo il profitto e lo sfruttamento, ogni giorno firmano accordi che peggiorano la condizione operaia rendendosi complici dei padroni. Questi morti sono il frutto del “capitalismo buono” - quello industriale - quello che oggi, nella crisi, tutti i governi contrappongono a quello “cattivo” delle banche e della finanza; questo è il prezzo pagato dai proletari al capitalismo reale. Nascondendosi dietro il risanamento delle industrie, “la difesa del posto di lavoro”, spacciando come obiettivi operai la produttività, la competitività, il mercato, il profitto, l’obiettivo dei sostenitori del sistema borghese di cui le confederazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL) fanno parte sono sempre gli stessi: difesa del capitalismo italiano nel mondo.L’aumento dello sfruttamento, il peggioramento della condizione di lavoro e di vita della classe operaia e dei lavoratori, la perdita del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni per salvaguardare i profitti e le rendite sta portando ad un imbarbarimento generale della società. Nella crisi le prime spese che i padroni tagliano sono quelle relative alla sicurezza e alla salute e così, mentre diminuiscono i lavoratori occupati ( ormai sono più di 700 mila i lavoratori in Cassa Integrazione, o licenziati), aumentano in proporzione i morti e gli infortuni sul lavoro.Nel sistema capitalista (sia con i governi di centrosinistra che con quelli di centrodestra), i padroni e i loro dirigenti, responsabili di migliaia di morti sul lavoro e di lavoro ogni anno, anche quando vengono portati sul banco degli accusati per omicidio colposo se la cavano sempre: nel peggiore dei casi, con una condanna simbolica monetizzando la pena con un risarcimento economico ed ora, con il nuovo Testo Unico sulla sicurezza il governo concede ai padroni addirittura l’impunità, scaricando sugli stessi lavoratori la responsabilità della loro morte.Lo sfruttamento sempre più intensivo è la causa principale dell’aumento degli infortuni. E’ l’organizzazione capitalistica del lavoro che produce nuove malattie, morti sul lavoro e di lavoro.Il singolo lavoratore senza organizzazione può solo subire perchè è in balia del padrone e del suo sistema politico, legislativo, economico, giudiziario.Organizzarsi a partire dei luoghi di lavoro, rifiutandosi collettivamente di compiere lavori pericolosi senza Dispositivi di Protezione Individuali e Collettivi idonei, significa riprendere nelle proprie mani il proprio destino rifiutando ogni logica di delega e di monetizzazione della salute.Una società che vive e prospera sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che considera normale e accettabile che migliaia di esseri umani ogni anno vengano uccisi nelle fabbriche, nei cantieri e sui luoghi di lavoro, nei processi di produzione per arricchire la classe padronale è una società che di umano non ha più niente e merita di essere distrutta dalle fondamenta.

Michele Michelino
Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”Via Magenta 88 – Sesto San Giovanni (MI)
e-mail: cip.mi@inwind.it