IN PRIMO PIANO

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giovedì 31 dicembre 2009

LODI: Ieri a Brembio cariche e arresti contro i lavoratori.


Ieri durante un picchetto alla "Rsz New Projects società cooperativa",presso Fiege Borruso S.P.A., Località Garibaldino - Brembio (LO) i lavoratori in sciopero sono stati picchiati e 2 arrestati.
La lotta è iniziata perchè il subentro della nuova coperativa assumerà la metà dei lavoratori con contratti particolari e con salario da fame, e l'altra metà potrebbe essere spostata alle stesse condizioni in siti a 50Km dall'attuale sito.

Al momento i lavoratori arrestati sono stati rilasciati in attesa del processo,mentre è in corso un tavolo di trattativa in prefettura.


Seguiranno info e aggiornamenti.


Su questi indirizzi, 4 video dei fatti accaduti a Brembio,ieri.


Il Cairo, la polizia eegiziana aggredisce la Gaza Freedom March. Molti i feriti

da infoaut

La manifestazione indetta dalla Gaza Freedom March stava cercardo di muovere i primi passi dal museo egizio del Cairo quando è stata brutalmente aggredita dagli apparati di sicurezza egiziani. "I poliziotti egiziani si sono scagliati contro di noi con bastoni e picchiando alla cieca" ci ha riferito una manifestante con la voce rotta dall'emozione. Intanto arrivano sms dai manifestanti "siamo circondati dalla polizia egiziana al museo egizio temiamo nuove cariche.Fate sentire la nostra voce telefonate a tv, giornali, politici e mobilitatevi noi vogliamo raggiungere Gaza."La situazione in Egitto per le delegazioni che dovevano partecipare alla Gaza Freedom March sta peggiorando notevolmente. Già da ieri sera l'aria si è fatta più pesante e la pressione della polizia sempre più forte. Questa mattina è stata organizzata una manifestazione a sorpresa dalle delegazioni dei diversi paesi che avrebbero dovuto partecipare alla marcia di solidarietà Internazionale ad un anno dalla terribile operazione Piombo Fuso attuata dall'esercito israeliano contro il popolo palestinese. Il corte, indetto dalla Gaza Freedom March, era appena partito dal museo egizio del Cairo quando è stato violentemente aggredito dalle forze di polizia egiziane che si sono scagliate sulle persone con bastoni e picchiando alla cieca. Le prime linee sono state brutalmente buttate a terra, anche le donne, e poi picchiate. Tra i manifestanti si contano diversi feriti, ma per fortuna nessuno grave. Due donne italiane risultano ferite al volto.La polizia continua però ad accerchiare i manifestanti che temono delle nuove cariche. In questo momento sono bloccati in un angolo della piazza del museo ed attendono il divenire della situazione.Una diretta con Il Cairo effettuata questa mattina da Radio Blackout (105.250 Mhz su Torino e dintorni) con Sonia, attivista torinese, in Egitto con la delegazione italiana, che racconta i momenti della carica.

Ascolta l'intervista

mercoledì 30 dicembre 2009

Ultime notizie dalla Gaza Freedom March



(30.12.2009)
Resta bloccata la situazione in Egitto dove i 1400 attivisti internazionali giunti nel paese per dar vita alla Gaza Freedom March sono ancora bloccati al Cairo dalle forze di sicurezza di Mubarak che ieri hanno anche malmenato alcuni manifestanti che cercavano di manifestare davanti all’ambasciata degli Stati Uniti. Ieri decine di manifestazioni e proteste si sono svolte sotto diverse ambasciate straniere al Cairo mentre all’ora di pranzo un corteo di internazionalisti e di attivisti arabi è sfilato dal museo egizio fino alla sede del sindacato dei giornalisti nella cui sede era in corso lo sciopero della fame di Hedy Epstein, l’85enne scampata ai campi di concentramento nazisti e che ora protesta contro il divieto di raggiungere Gaza e consegnare aiuti umanitari, sanitari e fondi alla popolazione della striscia stremata da più di tre anni di assedio israeliano ed egiziano. Nel pomeriggio e nella serata di ieri si sono tenute ulteriori proteste contro la visita del premier israeliano Netanyahu accolto a braccia aperte dal regime egiziano.Nella serata di ieri si è saputo che una parte della delegazione statunitense aveva trattato separatamente con la moglie di Mubarak (!) per far passare stamattina solo 100 attivisti sui 1400 totali. Si è creato scompiglio e malumore, e stamattina dei 100 che dovevano partire sul pullman sono saliti solo 40 tra americani e coreani, tutte le altre delegazioni si sono rifiutate di accettare il compromesso non solo perché lascia fuori la maggior parte delle delegazioni ma anche perchè non è frutto di un accordo politico alla luce del sole che inchioda il governo egiziano alle sue responsabilità ma di una sorta di trattativa privata tra una rappresentante dei Code Pink USA e la moglie del dittatore egiziano. Questa mattina alcune delegazioni, tra cui quelle italiane, hanno spiegato il loro punto di vista tramite un apposito comunicato in cui si afferma: “pur apprezzando l’autorizzazione all’ingresso della ristretta delegazione per ragioni umanitarie, e per consegnare materiali alla popolazione non possiamo tuttavia considerarla come un risultato finale o come un’alternativa alla Gaza Freedom March. L’obiettivo con cui è nata l'iniziativa era e resta quello di rompere il feroce assedio imposto alla popolazione palestinese di Gaza, così duramente martoriata dall’attacco israeliano “Piombo Fuso” dell’inverno 2008. Chiediamo con ancor più forza che il governo egiziano autorizzi l’ingresso delle delegazioni e di tutti/e i/le 1.400 manifestanti nella Striscia di Gaza, per non rendersi complice di un vergognoso assedio che continua da anni, e che provoca immani sofferenze alla popolazione palestinese.” Significativa anche la presa di posizione di una delegata sudafricana che criticando la decisione di Code Pink ha affermato: "se nella lotta contro il regime di segregazione razziale nel nostro paese avessimo adottato la via del compromesso e delle vittorie simboliche il regime dell’apartheid nel nostro paese sarebbe ancora intatto.”L’accordo raggiunto, ha dichiarato il canadese Bassem Omar "dà solo al governo egiziano la possibilità di dire di averci concesso di passare".
Nel nostro paese si moltiplicano le proteste contro il regime egiziano: ieri il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli ha inviato un telegramma al ministero degli Esteri italiano affinché gli attivisti pesaresi bloccati dalle autorità egiziane insieme agli altri militanti italiani e stranieri siano lasciati liberi di proseguire e dar vita alla 'Freedom March' nella striscia di Gaza. Ceriscioli ha raccolto l'appello degli attivisti della Campagna per la Palestina di Pesaro (città gemellata con Rafah), e indirizzato il messaggio anche all'Ambasciata d'Egitto in Italia e a quella italiana al Cairo. "Numerosi cittadini di Pesaro, assieme ad altri pacifisti per i diritti umani - si legge nel telegramma - sono bloccati dalle autorità egiziane alla frontiera di Rafah. Pesaro è città gemellata con Rafah e i nostri cittadini intendono portare pacificamente la solidarietà ai gemelli palestinesi. Chiedo pertanto di intervenire affinché sia permesso loro l'ingresso a Rafah".
Si moltiplicano intanto in Italia le iniziative di protesta contro il regime collaborazionista di Mubarak. Informa un comunicato del coordinamento Free Palestine che “lo scorso 28 dicembre a Torino si è tenuta un’azione di boicottaggio dell'Egitto e della sua politica di corresponsabilità con Israele nell'opprimere ed affamare il popolo di Gaza -vedi l’annunciata costruzione della barriera per impedire il passaggio di viveri e materiali verso Gaza e vedi le gravi forme di ostruzionismo del Governo Egiziano contro i convogli della Freedom March. Tutto questo non può essere tollerato. Abbiamo contattato due agenzie di viaggi, fra cui la ETLI della CGIL, ed abbiamo consegnato loro un volantino di protesta contro l'attegiamento inqualificabile dell'Egitto. Abbiamo poi volantinato davanti alle agenzie, con cartelli e bandiere,invitando le persone a scegliere viaggi alternativi all' Egitto. Andremo avanti nei prossimi giorni con altre agenzie ed il Museo Egizio di Torino.”

martedì 29 dicembre 2009

Il Cairo: manifestazioni sotto le ambasciate.



Ultime notizie dalla Gaza Freedom March (ore 13.00)

[da Forum PAlestina]Oggi martedi 29 dicembre, le varie delegazioni internazionali hanno dato vita a manifestazione sotto le proprie ambasciate di appartenenza. Gli attivisti statunitensi sono stati completamente circondati. La delegazione italiana (Forum palestina, Action for Peace) riunita praticamente in assemblea sotto la legazione diplomatica, si è nuovamente incontrata con il 1° Segretario dell'Ambasciata italiana al Cairo avanzando la proposta di far passare la delegazione per fare arrivare gli aiuti raccolti per le strutture e la popolazione palestinese di Gaza. Tra questi si sottolinea l'impegno preso in Italia con l'ospedale palestinese Al Awda di Jabalya che ha coinvolto decine di città e di associazioni.
Oggi è previsto un incontro con il Sindacato dei Giornalisti egiziani nella cui sede sta attuando lo sciopero della fame Hedy Epstein - 84 anni, ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio. Successivamente è previsto un SIT IN insieme al sindacato degli avvocati convocato per ricordare il primo anniversario del massacro dei palestinesi operato dalle truppe israeliane a Gaza. Due giorni fa la manifestazione degli avvocati egiziani era stata dispersa dalla polizia.
Mentre le autorità egiziano stendono oggi il tappeto rosso per ricevere il premier israeliano Netannyahu, usano il pugno di ferro contro gli attivisti internazionali ed egiziani. Netnayahu è in Egitto per discutere sullo scambio dei prigionieri e degli accordi economici con cui Israele di fatto condiziona pesantemente l'Egitto. Secondo Mila Pernice del Forum Palestina per l'Egitto aver tenuto sequestrati al Cairo gli attivisti della Gaza Freedom March durante la visita di stato di Netanyahu può rivelarsi un boomerang. Tra i vari presidi sotto le ambasciate e negli appuntamenti in giro per la capitale egiziana si segnala la presenza della giornalista israeliana Amira Hass, mentre nei media arabi - Al Jazeera soprattutto - cominciano a trapelare commenti critici sull'atteggiamento delle autorità egiziane contro gli attivisti internazionali giunti da ben 42 paesi per recarsi a Gaza in solidarietà con la popolazione palestinese ad un anno dal massacro dell'Operazione Piombo Fuso realizzato dalla truppe israeliane.



Sembra invece essersi sbloccta la situazione per il Convoy to Gaza di Viva Palestina che sta muovendo verso la Siria per essere poi imbarcato verso l'Egitto.



[Da: radio città aperta] Gaza Freedom March: l'ambasciata USA trattiene attivisti. Arrestati 16 israeliani e 3 spagnoli.Un gruppo di circa 30 cittadini statunitensi, sono stati trattenuti in tre separate aree di isolamento all'interno dell'Ambasciata degli Stati Uniti nel complesso di Garden City. In una intervista telefonica con Aishah Schwartz, direttore del Muslimah Writers Alliance, Marina Barakau - una delle organizzatrici della Gaza Freedom March - ha dichiarato che "i cittadini americani e 1.400 sostenitori della Gaza Freedom March arrivati in Egitto da oltre 43 paesi del mondo, stanno chiedendo che l'assedio illegale di Gaza venga rimosso". "Ci chiediamo anche come sia possibile che un presunto governo democratico possa partecipare di volentieri alla detenzione dei suoi cittadini presso le proprie ambasciate, e inoltre chiediamo che tutti i dovuti sforzi siano esercitati per assicurare il nostro immediato rilascio", ha aggiunto Barakau che poi ha dichiarato di aver contattato il coordinatore del gruppo legale, Sally Newman. Nello stesso momento, tre membri del gruppo statunitense che è stato trattenuto hanno avuto un incontro con un funzionario negli uffici dell'Ambasciata.
Sempre a proposito della repressione delle forze di sicurezza egiziane nei confronti degli attivisti internazionali in Spagna c'è apprensione per la sorte di tre attivisti valenciani che sono stati arrestati domenica a El Arish. I tre insieme ad altri spagnoli e ad attivisti di altre nazionalità avevano cercato di arrivare da El Arish alla frontiera con Gaza con i mezzi di trasporto pubblico, ma erano stati bloccati dai poliziotti egiziani. I tre valenciani non si sono dati per vinti e si sono incamminati verso la frontiera a piedi, ma dopo alcune ore hanno bloccato il traffico sull'arteria stradale in segno di protesta contro il divieto egiziano e quindi sono stati arrestati. Racconta Manuel Tapial, uno dei coordinatori della delegazione iberica, che ad El Arish in più occasioni i poliziotti hanno bloccato e fermato gli attivisti che cercano in ogni modo di depistare gli inseguitori cercando di disperdersi nella città e di prendere qualche mezzo di trasporto diretto a Rafah. "Ieri mattina quando abbiamo tentato di uscire dall'hotel abbiamo trovato le porte sbarrate dall'esterno" ha denunciato Tapial ai media spagnoli. Dall'altro lato della frontiera ieri la polizia di Tel Aviv ha arrestato 16 attivisti israeliani di organizzazioni dell'estrema sinistra che cercavano di avvicinarsi al confine per entrare nella Striscia di Gaza e partecipare alle manifestazioni contro l'assedio israeliano previste il 31 dicembre prossimo. I 16 attivisti sono entrati senza permesso in un territorio di confine che Israele considera ‘zona militare', e sono stati portati nel commissariato di Sderot per essere interrogati e denunciati. Negli ultimi giorni le dimostrazioni dei gruppi israeliani antiapartheid si sono moltiplicate e alcune decine di attivisti sono arrivati a manifestare molto vicino al confine con Gaza. Racconta sull'edizione online dello Yediot Ahronot Adar Grievsky del gruppo ‘Anarchici contro il Muro': "Abbiamo iniziato a camminare lungo la spiaggia verso Gaza, ma vicino a Zikim la Polizia e l'Esercito ci hanno impedito di continuare verso la Striscia. Un anno dopo il massacro di 1400 persone Israele continua a spargere distruzione e sofferenze a Gaza negando alla sua popolazione la possibilità di ricostruirsi le case perché impedisce l'arrivo dei materiali da costruzione" ha detto l'attivista al giornale che poi ha denunciato che uno degli attivisti arrestati è stato malmenato dalla Polizia.

lunedì 28 dicembre 2009

Sempre più tesa la situazione per la Gaza Freedom March


DA INFOAUT


1 (28 dicembre_Mattino)- La polizia egiziana ha sequestrato i pullman delle delegazioni francese e italiana e sta impedendo loro anche di prendere i taxi per arrivare all'ambasciata italiana al Cairo.

Fate telefonate incazzate alla Farnesina 06 36225all'amb egiziana in Italia 06 8440191all'amb italiana al Cairo 0020 101994599al consolato d'Egitto a Milano 02 29518194 o 02 29516360alla RAI che non dà notizie 06 3728620I compagni stanno cercando di bloccare il traffico sotto il loro albergo ma hanno la polizia addosso!!

2 (27 dicembre_Pomeriggio/sera) - Le forze di sicurezza egiziane trattengono partecipanti alla Gaza Freedom March a el-Arish e bloccano le commemorazioni al Cairo.

Nel pomeriggio di domenica 27 dicembre, le forze di sicurezza egiziane hanno trattenuto un gruppo di 30 internazionali nei loro hotel a el Arish, e un altro gruppo di 8 internazionali alla stazione dei pullman. Le forze di polizia hanno anche interrotto le commemorazioni del massacro “Piombo Fuso” presso il ponte Kasr al Nil.
Nel pomeriggio del 27 dicembre, le forze di sicurezza egiziane hanno trattenuto un gruppo di 30 attivisti nei loro hotel di el Arish mentre si stavano preparando a partire per Gaza, mettendoli agli arresti domiciliari. I delegati – tutti partecipanti della Gaza Freedom March, composta da 1.300 persone – erano cittadini spagnoli, francesi, inglesi, statunitensi e giapponesi. Le forze di sicurezza egiziane hanno poi finalmente ceduto, permettendo alla maggior parte dei manifestanti di lasciare gli alberghi, ma senza consentire loro di lasciare la città. Quando due giovani delegati – un francese e una donna giapponese – hanno tentato di lasciare el Arish, le autorità egiziane hanno fermato i loro taxi facendogli scaricare i bagagli.
Un altro gruppo composto da otto persone, di cui facevano parte statunitensi, inglesi, spagnoli, giapponesi e greci, sono stati trattenuti invece alla stazione dei pullman di el Arish nel pomeriggio del 27 dicembre. Alle 15.30 circa non erano ancora stati rilasciati.
Contemporaneamente, la polizia egiziana ha interrotto la commemorazione dell’invasione israeliana “Piombo Fuso” di Gaza organizzata dai partecipanti alla Gaza Freedom March presso il ponte di Kasr al Nil, uno dei principali collegamenti tra la Zamalek Island, al centro del fiume Nilo, e la città del Cairo. Come forma di dimostrazione nonviolenta in memoria degli oltre 1.300 palestinesi uccisi durante l’attacco israeliano di Gaza – iniziato un anno fa, il 27 dicembre del 2008 – i partecipanti della Gaza Freedom March hanno legato insieme centinaia di biglietti con pensieri, poesie, disegni, e i nomi delle vittime.
“Siamo amareggiati dal fatto che le autorità egiziane abbiano ostacolato la libertà di movimento dei partecipanti e abbiano interferito con la commemorazione pacifica delle vittime del massacro” ha detto Medea Benjamin di CODEPINK, una delle organizzatrici della Marcia.Benjamin ha aggiunto che i partecipanti alla Gaza Freedom March stanno continuando a sollecitare il governo egiziano perché consenta loro di raggiungere Gaza. I manifestanti si sono recati presso la Lega Araba, chiedendo supporto, presso diverse ambasciate straniere e il Palazzo Presidenziale, per portare un appello rivolto al presidente Mubarak. Hanno inoltre rivolto un appello a tutti i loro sostenitori nel mondo perché contattassero le ambasciate egiziane sollecitandole a lasciare liberi i manifestanti, consentendo loro di arrivare a Gaza. -------


Al link sottostante il primo audio registrato oggi dall'inviato del Manifesto Michele Giorgio
dovrebbe essercene uno al giorno, disponibile dalle prime ore del pomeriggio sul sito di amisnet.org
Ascolta la diretta dal Cairo

Info e aggiornamenti:
Forum Palestina
InfoPal

lunedì 21 dicembre 2009

Un'altra giornata di lotta vincente per i lavoratori delle cooperative di Origgio e Turate

Comunicato SLAI COBAS

Ieri 18 dicembre 2009 alle ore 10.00 era stato fissato un appuntamento tra il responsabile della cooperativa T.I.M.E. Service (cooperativa che agisce nel sito di Turate della Bennet), il rappresentante della Bennet e la delegazione dello Slai composta da Aldo Milani, Paolo Maio e i delegati interni Sartit Omadi, Warnakulasurya Davi, Ghabi Naceur, Lkotbi Abdelilah (Abdullah), Veliggiani Nicolae, per discutere e contrastare il loro piano che prevedeva la riduzione di dieci unità lavorative, per lo spostamento dell'attività a San Bellino (Rovigo). Quando siamo arrivati sul posto ci hanno fatto aspettare per 20 minuti fuori e al freddo (meno 3 gradi) e poi volevano fare l'incontro in un magazzino al freddo, mostrando un atteggiamento arrogante e liquidatorio. Subito ci siamo rifiutati di fare l'incontro in simili condizioni e deciso immediatamente di proclamare lo stato d'agitazione (sciopero a sorpresa alle ore 18.00). Alle 14.00, come eravamo già d'accordo, ci siamo incontrati con le cooperative Leonardo, Giava (del magazzino Bennet di Origgio), il rappresentante della Bennet e la delegazione dello Slai Cobas composta da Aldo Milani, Gino Orsini, Maio Paolo e i delegati interni Halloumi Abderrahim, El Mezmoum Bouazza, Yakgaha Hewage Ariyarathna, Zarrouki Abderrahim, sempre per discutere una percentuale di riduzione dell'attività per il 2010 corrispondente al 20% di quella del 2009. Nell' incontro, le nostre controparti hanno accettato di arrivare ad una soluzione che prevede il mantenimento delle 40 ore settimanali (come minimo) per le 145 unità complessive di lavoratori fino alla fine di marzo e il rientro di prodotti (barilla, palet ram acque ect) per arrivare alla stessa situazione del 2009 (aumento di ore lavorate con assunzione di mano d'opera in fasi stagionali alte). Usciti dalla riunione di Origgio abbiamo dato vita, come avevamo deciso, allo sciopero, con picchetto che bloccava i camion, dalle ore 18.00 alle ore 20.00 a Turate e abbiamo avuto la partecipazione del 100% dei lavoratori. Uno sciopero molto combattivo che non è rientrato anche se i dirigenti massimi della Bennet, della cooperativa si sono scusati con i lavoratori (ore 18.30) per l'atteggiamento avuto il mattino dando la disponibilità a trattare. Dall'esterno sono arrivati a sostenere la lotta militanti dello Slai Cobas e del Comitato Antirazzista di Milano: pur sotto la neve e con 5 gradi sotto zero hanno vissuto con calore e attiva partecipazione l'iniziativa proletaria.Un solo incidente ha creato un momento di tensione quando un camionista Rumeno ha a forte velocità spezzato il blocco. La prontezza di riflessi dei lavoratori ha evitato che lo sconsiderato gesto finisse male per i lavoratori in sciopero e solo l'intervento dei carabinieri ha evitato il linciaggio dell'autista, che se l'è cavata con qualche ammaccamento. L'indomani 19-12-2009, nella sede dello SLai Cobas c'è stato l'incontro e la nostra delegazione ha strappato gli stessi risultati che abbiamo avuto nel sito di Origgio e ottenuto 1) l'allontanamento dal sito dell'autista criminale; 2) la possibilità di utilizzare una saletta interna per l'azione sindacale. La parola finale tocca adesso ai lavoratori che nei prossimi giorni si riuniranno nelle assemblee dei due siti.

Una nota a parte la rivolgiamo a qualche interessato detrattore delle lotte delle cooperative, che ravvisava, nell'accordo precedentemente fatto a Turate (che ricordiamo ha permesso di aumentare il salario di altre 188 euro: vedere busta paga), una presunta accettazione del blocco o contenimento della lotta, "tipo la 146": se quello che è avvenuto in questa lotta pare ad essi così, non ci sono commenti da fare sul loro conto.

ANCORA UNA VOLTA I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE HANNO DATO UN FORTE SEGNALE CHE LA LOTTA PAGA E (senza nessun preavviso) SOPRATTUTTO CON I FATTI HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE ATTIVI SOSTENITORI DEGLI ALTRI SFRUTTATI CHE NELLA CRISI SI SCONTRANO CON PADRONI E STATO (UN SOLO ESEMPIO: martedì 15 sera 19 lavoratori di Origgio e Turate si sono mobilitati par fare il picchetto notturno in località Cerro Lambro - 60 Km di distanza da loro - che è poi stato interrotto perchè il titolare della cooperativa si è detto disposto ad incontrarci).

martedì 15 dicembre 2009

a nerviano le lavoratrici ed i lavoratori dell'appalto corena hanno vinto!!!

Dopo la dimostrazione di resistenza dimostrato dalle 80 persone che lunedì mattina 7 dicembre hanno presidiato fin dall'alba i cancelli del proprio posto di lavoro (appalto corena srl - parrini & c. di nerviano in via marzorati al 15 a nerviano), l'azienda corena srl e l'appaltante coop. alfa hanno accettato le condizioni dettate dalle lavoratrici e lavoratori.nel pomeriggio del 7.12 è stato firmato un preaccordo e giovedì 10 è stato sancito che la coop. alfa garantirà ai soci lavoratori dell'appalto:
1. l'assunzione di tutti i dipendenti precedentemente presenti nel sito di nerviano
2. applicazione senza deroghe economiche o normative del ccnl logistica trasporto merci e spedizione
3. il mantenimento delle condizioni economiche in essere con conservazione dell'anzianità (scatti ed elementi aggiuntivi)
4. erogazione dei successivi aumenti contrattuali senza alcun assorbimento
5. maturazione dei ratei 13°, 14°, ferie, rol, ex festività e tfr, in base mensile o frazione superiore ai 15 g.g.
6. festività retribuite nei mesi in cui hanno scadenza
7. scatti di anzianità riconosciuti come da ccnl (fino a 8)
8. lavoro straordinario che parte dall'8° ora di lavoro giornaliera dal lunedì al giovedì e dalla 7° il venerdì al 30%
9. lavoro straordinario del sabato al 50%
10. integrazione al 100% oltre la quota inps della malattia dopo il 7° g.g. con maturazione degli istituti e pagamento delle festività
11. integrazione al 100% oltre la quota inail dopo il 3° g.g. con maturazione degli istituti e pagamento delle festività
12. tutela dal licenziamento se non per giusta causa
13. tutela contro eventuali trasferimenti in altri siti
14. retribuzione e contribuzione certificata
15. riconoscimento dei diritti sindacali
16. riconoscimento da parte di corena delle somme dovute dalle coop. precedentiieri

l'assemblea delle lavoratrici e lavoratori ha ratificato l'accordo in un clima di unità e di consapevolezza che solo con la lotta è possibile rendere migliori le proprie condizioni di lavoratori, anche quando si parte da livelli inaccettabili come spesso si ritrovano i soci lavoratori in appalto.ringraziamo tutte/i coloro che hanno dato la propria solidarietà alla lotta di nerviano.

cub legnano

GAZA: BREAK THE SIEGE CENA PALESTINESE


DOMENICA 20 DICEMBRE 2009
presso la CORTE POPOLARE AUTOGESTITA
Via Gorizia n.8, Nerviano (MI)

“A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra. Per i vivi non c’è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza”...

dalle 18.30:
APERITIVO PALESTINESE con presentazione di “RESTIAMO UMANI”, in collegamento telefonico con Vittorio Arrigoni.

CENA PALESTINESEdi autofinanziamento per una T.A.C per l’ospedale di Al-Awda

A eguire Estrazioni della LOTTERIA

Durante tutta la serata sarà esposta la mostra di Andrea Rossetti: “WALLS”.


sabato 12 dicembre 2009

LA SPINTA! N° 12 - DICEMBRE 2009

in questo numero:
-sulla manifestazione di Sabato 28 Novembre a Rho
- Corena: Storia di una lotta
- 2 milioni di disoccupati...
- Per Manager e dirigenti la crisi non esiste…
- la crisi è superata: 78.000 posti a rschio
- il primo vero dovere è la dignità
per leggere il foglio la spinta clicca su:

giovedì 10 dicembre 2009

Operai occupano comune Cosenza, bruciato albero natale!


Un centinaio di operai della società Valle Crati di Cosenza hanno occupato questa mattina Palazzo dei Bruzi, sede del Comune, pretendendo gli stipendi non egogati da mesi. La società di cui erano dipendenti, che si occupava della raccolta dei rifiuti, è andata in fallimento, è in corso la fase di liquidazione. L'insopportabile impasse si sussegue da tempo, l'ultimo stipendio ricevuto dagli operai è quello di giugno.Una delegazione di operai si è poi recata in Prefettura, mentre gli altri mantenevano l'occupazione del municipio di Cosenza. Gli operai della Valle Crati hanno tenuto occupato tutto il primo piano mentre gli operai della Multiservizi si sono incatenati ed hanno bloccato l'ingresso secondario. Gli operai in occupazione hanno buttato giù dal balcone tutte i suppellettili e l'albero di Natale, che era stato appena addobato, bruciando poi tutto nella piazza antistante. La situazione resta gravissima: 5 mesi senza stipendio per gli oltre 340 operai con scadenze impellenti di mutui e spese di prima necessità per le famiglie.

martedì 8 dicembre 2009

MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE ore 21.00 Assemble pubblica: LIBERIAMO GLI SPAZI

Dopo quattro anni di attività sul territorio, ci troviamo nuovamente a denunciare la mancanza di interesse da parte dell’Amministrazione comunale in merito alla cronica mancanza di spazi sociali pubblici di aggregazione giovanile e di espressione culturale, a Nerviano e nelle frazioni.
In perfetta continuità con il passato, riscontriamo una grave mancanza di volontà da parte delle istituzioni locali nell’affrontare tale tematica, atteggiamento che riteniamo del tutto irresponsabile (considerati inoltre i proclami elettorali e le ripetute promesse).
Come più volte sottolineato, crediamo sia necessario ed urgente realizzare spazi pubblici di aggregazione giovanile, libera espressione creativa, crescita culturale e di incontro tra differenti generazioni. Di tutto ciò non c’è traccia nelle scelte compiute dalla classe politica nervianese, oggi come in passato.
La nostra sede attuale, gentilmente concessa da un privato ma che dovremo lasciare nei prossimi mesi, ha rappresentato e rappresenta tuttora uno spazio aperto alla collettività e al territorio. Essa si colloca peraltro in una realtà, quella di Garbatola, caratterizzata da un’ingiustificata e prolungata carenza di servizi pubblici.
Per queste ragioni, all’interno dello spazio offriamo servizi gratuiti ed opportunità di crescita e di espressione socio-culturale aperti alla cittadinanza; corsi gratuiti di lingua, informatica, pittura, chitarra e di recupero per studenti. Allo stesso tempo organizziamo attività culturali e di aggregazione come cineforum, spettacoli teatrali, biblioteca territoriale, concerti dal vivo, dibattiti, mostre di artisti locali e cene popolari. La Corte Popolare Autogestita rappresenta inoltre un punto di riferimento e supporto per studenti e lavoratori, ed un presidio costante contro la cementificazione ed il consumo di suolo.
Ci teniamo a rilevare che la nostra attività sul territorio, completamente autofinanziata, rappresenta un percorso di crescita collettivo in una realtà in cui i maggiori luoghi di ritrovo sono bar, locali e centri commerciali: una preziosa “anomalia” purtroppo non riconosciuta tale da chi di dovere.
QUINDI INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PUBBILICA CHE SI TERRA’:

MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE ore 21.00
Assemble pubblica:
LIBERIAMO GLI SPAZI
nella SALA CIVICA di garbatola [via Montenevoso - NERVIANO]

Collettivo OLTREILPONTE
Cordinamento LIBERIAMO GLI SPAZI

sabato 5 dicembre 2009

chiediamo sostegno alla lotta delle lavoratrici e lavoratori dell'appalto corena

riportiamo l'appello dei lavoratori e delle lavoratrici della Corena di Nerviano in lotta da alcuni giorni, ai quali esprimiamo il massimo appoggio e la nostra solidarietà attiva.

lunedì mattina 7 dicembre le lavoratrici ed i lavoratori dell'appalto logistica corena srl - parrini & c. di nerviano in via marzorati al 15 a nerviano, fin dalle 06.30 saranno in presidio come ormai da una settimana davanti ai cancelli del magazzino in cui hanno lavorato per anni.queste 80 persone rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa della pessima gestione dell'appalto da parte del subappaltante consorzio Aurora e delle cooperative che si sono alternate su mandato della corena srl.negli ultimi subentri di appalto da coop. a coop., già parte di loro furono costretti ad accettare la condizione di soci lavoratori, passando da dipendenti parrini e c. (committente principale che appalta il servizio a corena srl) a soci lavoratori di coop.condividendo con tutti gli altri il peggioramento delle condizioni di lavoro in modo esponenziale, sfruttati e malpagati.oggi oltre a ritrovarsi licenziati, non hanno neppure ricevuto il proprio tfr dell'appalto precedente e rischiano di non avere neppure l'ultima mensilità dalle coop che hanno ceduto l'appalto attuale, a questo si aggiunga che come soci lavoratori di coop. che non versano la contribuzione prevista, non hanno diritto al sussidio di disoccupazione, alla mobilità o a qualsiasi altro ammortizzatore sociale.ma la cosa ancor più grave è che oggi si ritrovano non solo all'obbligo di lavorare tutti come soci, ma in più la nuova coop. subentrante pretende di mettere in deroga il salario (già misero) previsto dal ccnl trasporti e logistica limitando il riconoscimento degli istituti all'80% per almeno un anno o riconoscergli questa parte assorbendo gli aumenti previsti dal prossimo rinnovo di ccnl tra l'altro già scaduto.ovviamente il diritto alla malattia ed infortunio viene ridotto, è previsto il trasferimento in altri siti, è previsto il pagamento in proprio, con cifra furfettaria ma non definita, sia delle pratiche amministrative della coop. che dei costi per gli indumenti di lavoro e di sicurezza, ed altre chicche del genere.le motivazioni adotte sono che i costi dell'appalto (a causa della solita crisi) sono diventati troppo alti per la parrini & c. che li scarica sulla corena srl, poi sulla coop ed in fine pagano i lavoratori.queste sono le condizioni, prendere o lasciare, in fin dei conti ci sono un sacco di disoccupati pronti a prendere quel posto, oggi bisogna difendere l'occupazione e non badare troppo alle condizioni, questo è ciò che si sono sentiti dire dalle società ed anche dal sindaco di nerviano, cozzi enrico pd.nonostante ci fosse un incontro stabilito per giovedì prossimo con le OO.SS. a cui, per avere l'interlocutore principale dell'appalto, si richiedeva la presenza della latitante dalle trattative parrini & c., ci è stato comunicato da corena che lunedì 7 dicembre il sito di nerviano tornerà in produzione e la coop. alfa (nata da pochi giorni con un capitale sociale di poche centinaia di euro) ha già assunto 20 soci lavoratori esterni all'appalto che produrranno al posto di coloro che tra gli 80 non accetteranno le condizioni imposte.ovviamente gli 80 picchetteranno i cancelli per evitare l'ingresso a chiunque, almeno fino a quando le aziende che sono responsabili dell'appalto non si degnano di chiarire e modificare le condizioni,si chiede quindi la solidarietà di tutti coloro che potranno essere presenti fin dalla mattina a dare sostegno a questa lotta.

venerdì 4 dicembre 2009

SABATO 12 DICEMBRE 2009 ore 15 piazza S.Stefano angolo via Larga

Sabato 12 dicembre il Centro Sociale Vittoria insieme ai compagni dello Slai Cobas e ai lavoratori dell’Alfa Romeo di Arese hanno deciso di indire una piazza anticapitalista che dia voce alle molteplici realtà portatrici di dissenso e conflitto nell’area metropolitana milanese, una piazza gestita da ognuno con i propri contenuti e le proprie specificità.Crediamo vada valorizzata la diversità politica che molte realtà oggi esprimono, perché questa scelta di non omologazione e accettazione di un unitarismo al ribasso possa permettere il rilancio di un protagonismo delle diverse forma che l’anticapitalismo assume nella nostra città.
Il praticare l’unità dal basso e la condivisione di una prospettiva coerente di trasformazione radicale dell’esistente implica anche scelte di rottura e di coraggio politico che oggi pensiamo siano necessarie.Riteniamo di non poter sottoscrivere ed aderire agli appelli di una sinistra ex parlamentare che, come tradizione, si approccia alla data del 12 dicembre con trasformismo e ipocrisia provando a mischiare rapporti istituzionali e salvaguardia di prossime alleanze elettorali ad un possibile recupero di consenso all’interno della sinistra di base da sempre al di fuori dal teatrino della politica istituzionale.Non possiamo che sentirci lontani da appelli che, da sinistra, mischiano stragismo, “terrorismo” e violenza, lanciati da forze che parlano, oggi, di libertà ed emancipazione del proletariato mentre, con il governo Prodi, hanno sottoscritto tutto quello che è servito alla destra per sfondare sul piano del neoliberismo più selvaggio con privatizzazioni e precarietà, e per fomentare nuove forme di razzismo istituzionale.E questo in nome di un becero e fallimentare frontismo che, contro le destre e contro l’anomalia del potere economico/mediatico berlusconiano, ancora oggi provano a ripresentare.
Ancora una volta su una scadenza importante come il quarantennale della strage di piazza Fontana si giocano alchimie politiche che nulla hanno a che fare con il rilancio di una sinistra vera, radicalmente anticapitalista, fatta di lotte e capacità di reagire culturalmente, ideologicamente e con il conflitto, allo strapotere della destra al governo.Un destra miscuglio di neoliberismo all’italiana, populismo, fascismo, razzismo, xenofobia, una destra “istituzionale” serva degli interessi dello strapotere personale di Berlusconi, come baricentro in grado di tenere forze cosi diverse, ma anche in grado di rappresentare e mobilitare un blocco sociale fortemente caratterizzato in senso antidemocratico oltre che anticomunista.
Ma la strada che noi dobbiamo percorrere non è la speranza di un’alternanza di governo, l’unica strada da percorrere è quella del conflitto e del confronto politico quotidiano con le contraddizioni reali che i lavoratori vivono, soprattutto in questo momento di crisi, dandoci obbiettivi e praticandoli.Così provando ad immaginare una trasformazione radicale e completa dell’esistente, l’abbattimento di un modello economico e sociale che sta distruggendo posti di lavoro e definendo la precarietà come orologio che scandisce le ore della nostra vita, demolendone la qualità e assoggettando anche le relazioni interpersonali alle regole del mercato.
Per questo il 12 dicembre non è, per noi, una ricorrenza, non è recupero memorialistico, ma al contrario memoria e storia di uno scontro tra le classi mai estinto, per un recupero della combattività di quell’autunno caldo che, nel 1969, piegò la rigidità padronale portandoli a giocarsi la sopravvivenza ricorrendo allo stragismo.
I compagni e le compagne del CSA Vittoria

Sul nostro sito potete leggere una riflessione più compiuta
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vittoria@ecn.orgv
ia Friuli ang. via Muratori-Milano

mercoledì 2 dicembre 2009

ALFA ARESE: BLOCCO PORTINERIE CONTRO AZIENDE "MALAVITOSE"

da radio onda d'urto

ALFA ARESE Un centinaio di lavoratori ex Alfa Romeo e in parte assunti da Innova Service hanno bloccato per tutta a giornata di ieri la portineria est della fabbrica di Arese per contestare l'azienda subentrata a Fiat, definita malavitosa da Corrado delle Donne, coordinatore dello Slai Cobas proprio ad Arese. Innova Service infatti fa capo a Angela Di Marzo, titolare dellagenzia investigativa Comasca Adm, allinterno della quale, nellambito di una operazione della Digos, sono stati sequestrati alcuni documenti tra cui una relazione proprio sul sindacalista Corrado Delle Donne che da anni denuncia le violazioni dei patti sottoscritti con Regione Lombardia riguardanti la reindustrializzazione del sito dellAlfa Romeo di Arese, che tra laltro prevedono lassunzione di ex dipendenti Alfa Romeo a precise condizioni contrattuali. I lavoratori, poco dopo le 22 di ieri, hanno proseguito la loro protesta con una manifestazione verso lautostrada Milano Laghi, bloccando il collegamento tra questultima e lingresso della fabbrica. Ai nostri microfoni proprio Corrado Delle Donne dello Slai cobas di Arese.

[Scarica il contributo audio, durata: 1 min.]

Comunicato Stampa Lavoratrici e Lavoratori appalto logistica Parrini & c. – Corena srl di Nerviano

Basta ricatti, minacce e licenziamenti, stanchi di essere sfruttati e malpagati !
Basta appalti a cooperative senza futuro, vogliamo diritti e dignità !

80 tra lavoratici e lavoratori adibiti da anni presso il magazzino logistico della Corena srl che svolge il servizio resi della distribuzione giornali per la Parrini & c., sono in stato di agitazione con presidio permanente davanti ai cancelli siti in via Marzorati 15 a Nerviano.
La mobilitazione è causata dalla perdita del proprio posto di lavoro dalla data del 01 dicembre 2009, dovuta alla disdetta da parte della società Corena srl all’appaltante Consorzio di cooperative Aurora di Firenze.
Nonostante il tempestivo intervento unitario delle OO.SS. CGIL, CISL e CUB che ha aperto un tavolo di trattativa con la società Corena srl, ad oggi le proposte fatte dalla committenza non hanno dato alcuna soluzione che rispetti i minimi requisiti di diritti e dignità per le lavoratrici ed i lavoratori, oltre a non garantire alcuna continuità lavorativa.
Tali proposte sono rese inaccettabili dalle condizioni capestro che vedrebbero ridotti e messi in deroga i vincoli normativi ed economici previsti dal ccnl trasporti e logistica applicato, oltre che affidare nuovamente il servizio in appalto ad una cooperativa neonata ad hoc per l’occasione che non garantisce nella dovuta trasparenza sia il servizio che le condizioni lavorative nei confronti delle maestranze, già gravate da quanto subito dalle precedenti cooperative susseguitesi nell’incarico d’appalto e che si sono rivelate inadempienti, sia sul piano tecnico di conduzione del servizio che su quello remunerativo e normativo, nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato per anni nel magazzino di Nerviano.
Oltre a ciò gran parte di noi non ha ricevuto quanto dovutoci da settembre dalla Union Service soc. coop. in liquidazione, comprendente ratei e tfr, riscontrando in oltre il mancato versamento della dovuta contribuzione e differenze retributive, con l’obbiettivo di scaricare di fatto sulla collettività i costi se la società dovesse risultare inadempiente.
In oltre la percezione è quella di non ricevere neppure quanto dovuto dalle altre cooperative subentranti per la mensilità di novembre, con le stesse conseguenze predette.
Le lavoratrici ed i lavoratori in presidio permanente, intendono mettere a conoscenza la comunità della grave situazione creatasi e che denota la situazione di esponenziale crisi lavorativa sul nostro territorio, creata dalla incapacità imprenditoriale che ha come unica soluzione alla crisi quella di scaricarne i costi sui lavoratori.
Chiediamo la solidarietà di tutti i cittadini e consideriamo il percorso intrapreso per dare continuità all’unificazione delle lotte dei lavoratori già presenti: come quella dell’ex Eutelia o Agile di Pregnana, l’Alfa di Arese, la Crespi di Legnano/Buscate, la Metalli Preziosi di Paderno Dugnano e tutte le altre realtà di lavoratrici e lavoratori che si trovano a pagare la crisi creata da padroni e speculatori.

Lavoratrici e Lavoratori Corena srl appalto Parrini & c. di Nerviano.

Le OO.SS. CGIL – CISL - CUB

martedì 1 dicembre 2009

tutti/e in piazza il 7/12 e il 16/12!

CONTRO IL CAPITALE CONFLITTO SOCIALE !
L'assemblea pubblica organizzata dalle realtà milanesi dell'autorganizzazione sociale e sindacale tenutasi il 29 novembre 2009 presso il CSA Vittoria, rilanciando la costruzione di percorsi unitari per l’allargamento del conflitto sociale in una prospettiva anticapitalista e anticoncertativa e nella valorizzazione delle lotte attualmente presenti sul territorio metropolitano, intende farsi carico di due momenti di piazza:

- partecipando alla mobilitazione indetta per il 7/12/2009, in occasione della prima della Scala, da diverse realtà di lavoratori in lotta (Alfa di Arese, Eutelia, Maflow,…) con presidio in Piazza della Scala dalle ore 15.00;

- promuovendo per il 16/12/2009 un presidio davanti alla Regione Lombardia, soggetto istituzionale individuato quale controparte in un momento in cui l'approssimarsi della scadenza degli ammortizzatori sociali concessi – e dei conseguenti licenziamenti - delinea un oggettivo aggravamento delle condizioni di vita per decine di migliaia di lavoratori.

Riteniamo questi primi passaggi necessari per cercare di generalizzare e unificare le istanze di conflitto di alcune situazioni lavorative nonché quali momenti per la diffusione di rivendicazioni condivise che partano dal blocco dei licenziamenti (in ogni forma comminati), dalla stabilizzazione delle varie tipologie di contratti precari, e dalla proroga della CIG ed estensione degli ammortizzatori sociali anche per la categorie non coperte.
La lotta e l’unità tra lavoratori è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

Le realtà milanesi dell'autorganizzazione sociale e sindacale

NELLA CITTA' VETRINA DI EXPO UN MIGLIAIO IN CORTEO CONTRO LICENZIAMENTI E

Rho, 28 novembre 2009. Un migliaio di persone hanno partecipato oggi alcorteo per dire no a licenziamenti e speculazioni nella città vetrina diExpo 2015. Al corteo erano presenti, con gli studenti, i lavoratori e lerappresentanze sindacali delle aziende del territorio che minacciano dichiudere in funzione degli interessi legati ad Expo: succede all'Alfa diArese, dove Fiat da gennaio vuole trasferire a Torino i lavoratori rimasti,per dare spazio ad alberghi e centri commerciali sui 2 milioni di mq in cuivi erano i capannoni della storica fabbrica. Succede all'Eutelia diPregnana, dove centinaia di impiegati rischiano il licenziamento, mentre laproprietà ha già prospettato alle istituzioni la volontà di trasformare ladestinazione d'uso dell'area, dopo la chiusura dell'azienda.E succede a Mazzo, dove in una fase di profonda crisi economica èinammissibile che il Sindaco di Rho, Zucchetti abbia presentato un Piano diGoverno del Territorio in cui trasforma quell'area industriale di 900.000mq adiacenti alla Fiera di Rho e con centinaia di piccole aziende attive, per far sorgere alberghi e centri commerciali, sacrificando anche in questocaso migliaia di posti di lavoro.Il Comune di Rho, come le altre istituzioni, prima fra tutte RegioneLombardia, non possono essere complici del processo di desertificazione deltessuto produttivo, senza investire risorse nell'occupazione e nei servizirivolti ai cittadini. Mentre si investono miliardi di euro per l'Expo 2015,continuiamo ad assistere a tagli all'istruzione, alla sanità, alla culturada cui vengono di fatto tratte le risorse economiche per le grandi einutili opere che devasteranno nei prossimi anni il territorio.Il corteo è terminato di fronte al Municipio di Rho, dove si sonorichieste a gran voce le dimissioni del Sindaco Zucchetti, contro cui èstato presentato ieri un esposto per avere votato nella giunta comunale del6 ottobre scorso una delibera che, adottando il PGT, trasforma alcuniterreni di sua proprietà da agricoli ad edificabili, tra cui quelli su cuivorrebbero far sorgere il Liceo Rebora, unica opera di interesse pubblicoprevista dal documento di piano. Studenti e lavoratori hanno ribadito cheil territorio è un bene comune non in vendita e nelle prossime settimanecontinueranno le mobilitazioni per fermare il PGT di Rho, per bloccare ilicenziamenti, per avere sul territorio scuole, trasporti e servizipubblici dignitosi.

CENTRO SOCIALE FORNACE, COMITATO NO EXPO, STUDENTI IN MOVIMENTO, COLL.OLTREILPONTE NERVIANO, LA SPINTA!, INTELLIGENCE PRECARIA/SAN PRECARIO,RSU AGILE/EUTELIA PREGNANA, SLAI COBAS ALFA, FLMU ALFA, FIOM SEMPIONE, CUBRHO E LEGNANO, SLAI COBAS RHO, COMUNISTI SINISTRA POPOLARE RHO, COMUNISTIUNITI RHO MAGENTA, RIFONDAZIONE COMUNISTA NORD OVEST MILANO, GIOVANICOMUNISTI, SINISTRA CRITICA NORD OVEST MILANO, GRUPPO CONSILIARE REGIONALEPRC LOMBARDIA, PDCI MILANO, COLLETTIVO DONNE RHO.

giovedì 26 novembre 2009

Operai Alcoa in corteo a Roma: forzato il cordone della polizia, che manganella. 1 operaio ferito

Ancora gli operai dell'Alcoa protagonisti, fermamente impegnati a non veder cancellato il loro futuro. Questa mattina in quasi 2mila hanno sfilato per le vie del centro di Roma, dopo essere arrivati in forze dallo stabilimento occupato di Portovesme (Iglesias), ma anche da Fusina (Marghera). Con lo striscione "Energia e basta" hanno deciso di non proseguire sul percorso prestabilito (via Molise): in largo Santa Susanna hanno deviato in via Bissolati, forzando il cordone della polizia per spingersi fin sotto il ministero dello sviluppo economico e individuando anche la vicina ambasciata americana come luogo sotto il quale portare la protesta (l'Alcoa è una multinazionale statunitense).
Dinnanzi al tentativo di superamento, sfondamento, del cordone della polizia degli operai, le forze dell'ordine hanno caricato, cercando di impedire la deviazione. Alle manganellate gli operai hanno resistito, non disperdendosi e rivendicando il loro diritto di essere incazzati dinnanzi alla prospettiva della chiusura e della cassa integrazione, di esigere garanzie per il loro futuro occupazionale. Un operai sardo di 40 anni è finito all'ospedale per le botte prese in testa.
Dopo lo scontro operai-polizia la delegazione sindacale presente al ministero del lavoro per la vertenza Alcoa ha interroto le trattative per incontrare i manifestanti. Gli operai dell'Alcoa si sono quindi spostati in presidio in piazza Barberini, mentre al ministero sono ripartire le trattative contro la chiusura dello stabilimento metallurgico. Hanno fatto la loro sfilata in piazza anche Epifani e Di Pietro. Il segretario della Cgil, con il casco da metalmeccanico con la scritta Alcoa in testa, ha dichiarato che "Questa è una vertenza troppo importante: non so cosa succederà, ma la crisi non deve diventare un problema di ordine pubblico", non cogliendo ancora una volta il significato delle questioni sul banco, più preoccupato del mantenimento della pace sociale, di un livello compatibile di protesta (quindi dell'uso della forza da parte operaia!) che della rabbia che hanno in corpo coloro che la crisi la stanno pagando duramente. Questioni che invece sono ben chiare agli operai dell'Alcoa e che stanno usando intellegentemente i mezzi a loro disposizione per porre il loro problema, i loro interessi!

mercoledì 25 novembre 2009

RENATO CURCIO presenta il libro:

“Respinti sulla strada.La migrazione intermoderna di minorenni e ragazzi stranieri
Questo libro propone i risultati di una ricerca socio-analitica svolta con ragazzi arrivati in Italia da diverse parti del mondo. Diafani e trasparenti, questi ragazzi che si aggirano per le vie di Roma e di Milano, senza che ciò catturi la nostra attenzione e il nostro immaginario, sono un analizzatore eccellente di alcune trasformazioni e derive in corso nella società italiana… Raccontano le difficoltà, le risorse, le delusioni ma anche la loro determinazione a farsi valere…
GIOVEDI 3 DICEMBRE
ORE 21.00
C.S.A. VITTORIA
Via Friuli angolo Muratori 43 vittoria@ecn.org
www.csavittoria.org

sabato 21 novembre 2009

INTERROTTA A RHO L'INIZIATIVA DEI SINDACI SU EXPO E PIANO ALFA

INTERROTTA A RHO L'INIZIATIVA DEI SINDACI SU EXPO E PIANO ALFANELLA CITTA' VETRINA IN SCENA LICENZIAMENTI E SPECULAZIONI

Rho, 21 novembre 2009. Ci siamo presi la parola, non come pubblico, ma come i protagonisti di progetti speculativi che viviamo sulla nostra pelle, perché con il Piano Alfa 2015 e con il Pgt finalizzato alle speculazioni di Expo 2015, questo territorio non ha futuro. Nella serata del 20 novembre doveva andare in scena all'auditorium di Rho la passerella dei sindaci, con Zucchetti in primo piano, per presentare la futura città vetrina, quella in cui l'area dell'Alfa Romeo viene trasformata da industriale ad un mix di funzioni che prevedono alberghi e centri commerciali, quella che prevede lo stesso destino per l'area industriale di Mazzo, 900.000 mq accanto alla Fiera, con più di 200 piccole aziende ancora attive che occupano migliaia di lavoratori. La città vetrina in cui i servizi pubblici non esistono e l'unica opera prevista è il nuovo liceo Rebora, che oggi sarebbe già stato costruito se si fosse dato seguito al protocollo d'intesa del 2007, che invece Zucchetti ha stracciato per poi ricollocare il progetto con questo Pgt sui propri terreni.In tanti, operai, studenti, cittadini abbiamo invaso il palco, con gli striscioni delle vertenze che portiamo avanti e ci siamo presi la parola, perché l'iniziativa di partecipazione fittizia presentata da Zucchetti, propone un pacchetto preconfezionato che non può essere emendato, dal momento che avrebbe un impatto devastante che cambierebbe per sempre la faccia di questo territorio.Per il diritto al lavoro e al reddito, per il diritto all'istruzione, alla mobilità pubblica e alla sanità, che non trovano alcuna risposta in un piano di governo del territorio finalizzato a senso unico alla cementificazione selvaggia e alla speculazione edilizia, saremo in piazza sabato 28 novembre, per una manifestazione unitaria che partirà dalla stazione di Rho alle 9,30.

Centro Sociale SOS Fornace (Rho-Pero), Comitato No Expo (Milano), SIM - Studenti In Movimento (Rho), Collettivo Oltre Il Ponte (Nerviano), La Spinta! (Rho), RSU Agile/Eutelia (Pregnana), SLAI Cobas Alfa Romeo (Arese), FLMU-CUB Alfa Romeo (Arese), FIOM Sempione, CUB (Rho e Legnano), SLAI Cobas (Rho), Comunisti - Sinistra Popolare (Rho), Rifondazione Comunista (Nord Ovest Milano) Sinistra Critica (Nord Ovest Milano), Comunisti Uniti

mercoledì 18 novembre 2009

Sul lavoro, sui saperi e sui diritti non si specula! Uniamo le vertenze dentro e contro la città vetrina

Nel territorio di Rho e dei comuni limitrofi, sotto l’influenza di Fiera ed Expo, si sta verificando un processo di desertificazione del tessuto produttivo per favorire la speculazione immobiliare. La situazione dell’Alfa Romeo di Arese è in questo senso emblematica: mentre Fiat tenta di cancellare gli ultimi insediamenti rimasti, trasferendoli a Torino, Regione Lombardia e i Comuni, dopo avere disatteso tutti gli impegni per la reindustrializzazione dell’area, e avere favorito il progressivo smantellamento delle attività produttive, si apprestano ora a definirne la nuova vocazione urbanistica terziaria, residenziale e ricettiva, spartendosi la torta degli oneri di urbanizzazione. La lotta dei lavoratori dell’Alfa Romeo, che non lasceremo soli, non mira semplicemente a conservare centinaia di posti di lavoro, peraltro importantissimi in una fase di profonda crisi economica, ma rappresenta un’idea di città alternativa alla città vetrina che si limita ad esporre merci e servizi prodotti altrove. A questo territorio serve un’industria di qualità, la cui competitività sia basata sugli investimenti e sulla ricerca, che valorizzi saperi e professionalità accumulati in anni, creando un’occupazione anch’essa di qualità, nel rispetto dei diritti sindacali e al di fuori dalle prassi ormai diffusissime del lavoro precario e del lavoro nero.Allo stesso modo sosteniamo la lotta dei lavoratori dell’Agile ex Eutelia di Pregnana, che da una settimana hanno occupato l’azienda e stanno facendo un presidio permanente contro i 237 licenziamenti annunciati e contro un disegno finanziario fallimentare che, attraverso il sistema delle scatole cinesi, sta causando la perdita di migliaia di posti di lavoro in tutte le società del Gruppo Omega nel totale disinteresse delle istituzioni regionali e nazionali.Ed anche in questo caso le tentazioni di una speculazione immobiliare sono forti, visto che la sede di Pregnana sta accanto alla nuova stazione ferroviaria che la collega direttamente con Fiera ed Expo.In questo contesto la follia del Piano di Governo del Territorio presentato dal Sindaco di Rho prevede di trasformare l’area industriale di Mazzo, 900.000 mq adiacenti alla Fiera con oltre 250 piccole e medie aziende attive, in un’area a destinazione alberghiera, commerciale e residenziale, dando ai proprietari dei capannoni un vero e proprio incentivo a trasferirsi altrove, mettendo così a rischio migliaia di posti di lavoro.A fronte dei 70.000 posti di lavoro precari promessi per l’Expo 2015, il nostro territorio si trova nella realtà dei fatti a fare i conti con un’accelerazione della crisi e dei processi di dismissione industriale, che sta comportando un incremento esponenziale della disoccupazione, senza offrire in prospettiva una nuova vocazione territoriale che dia un futurocredibile ai giovani e ai lavoratori attualmente occupati.Promuoviamo su questi temi una manifestazione che si terrà sabato 28 novembre a Rho, con l’intento di dare una voce unitaria alle vertenze dei lavoratori, dei cittadini e degli studenti che, sempre per le medesime ragioni, non trovano risposte dalle istituzioni ai propri bisogni e vedono mortificati i propri diritti al reddito, ai saperi, alla mobilità, allasanità e ad un ambiente vivibile, da una pianificazione territoriale che mira a senso unico alla speculazione e alla cementificazione selvaggia.

Centro Sociale SOS Fornace (Rho-Pero), Comitato No Expo (Milano), SIM - Studenti In Movimento (Rho), Collettivo Oltre Il Ponte (Nerviano), La Spinta! (Rho), RSU Agile/Eutelia (Pregnana), SLAI Cobas Alfa Romeo (Arese), FLMU-CUB Alfa Romeo (Arese), FIOM Sempione, CUB (Rho), SLAI Cobas (Rho), CUB (Legnano), Comunisti - Sinistra Popolare (Rho), Rifondazione Comunista (Rho)

CONTRO L'ATTACCO PADRONALE E REPRESSIVO NEI CONFRONTI DELLE LOTTE!

Negli ultimi mesi diversi sono gli episodi che, segnando una recrudescenza dei rapporti di classe nel nostro paese, ben evidenziano la portata dell'attacco padronale e repressivo alle residue garanzie e al salario, nonché alle istanze di resistenza e lotta presenti.
All'attuale crisi sistemica il governo Berlusconi, e i centri di comando del capitalismo nazionale, cercano infatti di rispondere disgregando l'unità e la forza contrattuale dei lavoratori (esemplificativo è il contratto separato sottoscritto da Federmeccanica con la complicità di FIM e UILM) e, soprattutto, socializzando le perdite e i debiti accumulati negli ultimi trent'anni scaricandone i costi sulle classi popolari.
Strategia non difforme da quelle adottata, anche a livello internazionale, da più paesi (U.S.A. su tutti) che ha visto i rispettivi governi utilizzare enormi liquidità pubbliche al fine di garantire un precario salvataggio alle banche con conseguente aumento dell’indebitamento pubblico e giustificazione di riduzioni e/o privatizzazioni del welfare nazionale...
La prossima scadenza di gran parte degli ammortizzatori sociali concessi (in primis, cassa integrazione straordinaria) e il pericolo del profilarsi di una situazione di disoccupazione di massa in una fase di grave recessione, vengono utilizzati quali ulteriori pretesti per attaccare le condizioni salariali e costruire un modello societario sempre più autoritario che limiti la possibile esplosione di conflitti conseguenti all'oggettivo peggioramento delle condizioni di vita.
Ciò anche per il tramite del pacchetto sicurezza: strumento ideale per definire un nuovo esercito di precari utili per abbassare il costo della forza-lavoro migrante (e dei lavoratori in generale) e per gerarchizzare etnicamente il mercato del lavoro e l'intera società.
In questo fosco contesto non sono assenti tentativi padronali di “risolvere” privatamente le vertenze cui sono costretti nelle proprie aziende.
Particolarmente grave è l'irruzione squadrista dei vigilantes padronali nella sede romana di Eutelia, contro l'occupazione degli uffici iniziata dai lavoratori per fermare la chiusura dell'azienda e per il pagamento di stipendi arretrati mai corrisposti. A comandare il tentativo di sgombero l'ex amministratore delegato alla guida di una quindicina di uomini in divisa che, dopo aver sfondato le porte degli uffici, si sono spacciati per carabinieri ai lavoratori.
L'utilizzo di vigilanza privata per tentare di fermare le agitazioni non è eccezionale: a fine ottobre, infatti, la Spx di Parma ha impiegato guardie armate dentro e fuori l'azienda per provocare e disciplinare i lavoratori mobilitati per fermare la procedura di dismissione di parte della produzione e i conseguenti licenziamenti.
Casi straordinari ma non isolati, e comunque inseriti in un contesto di pesante repressione tesa a eliminare tutte quelle voci che dai territori e dai luoghi di lavoro possano segnare una possibile crescita del conflitto politico e sociale.
In questa chiave devono essere letti i pretestuosi arresti di compagni/e in Toscana (da Firenze a Pistoia e Livorno), gli sgomberi violenti di centri sociali a Catania e di case occupate in diverse città e, qui a Milano, lo sgombero della scuola serale “Gandhi” occupata dagli studenti e la gravità dell'impianto accusatorio che ha portato agli arresti venerdì scorso di alcuni studenti e alle gravi provocazioni poliziesche di stamattina al corteo degli studenti medi con ulteriori fermi.
Ma è proprio sulle ricadute sociali e sulle irrisolvibili contraddizioni che il tentativo di tamponamento delle conseguenze della crisi porta con sé (nonché connaturate alla progressiva realizzazione di ipotesi statuali sempre più autoritarie) che è possibile agire per una ricomposizione di classe e una pratica comune per rilanciare la possibile rinascita di una stagione di lotte sociali e politiche.
Crediamo infatti che investire nella costruzione di spazi di confronto e valorizzare percorsi e prospettive unitarie per la generalizzazione del conflitto sia l'unica vera soluzione per rispondere con forza alla repressione e per la conquista e l’estensione di bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.

I compagni e le compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria
Centro Sociale Autogestito Vittoria
via Friuli ang. via Muratori-Milano
tel. 02-5354986
vittoria@ecn.org
www.csavittoria.org

venerdì 13 novembre 2009

GIORNATA DI SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI DI AGILE (EX-EUTELIA) DI PREGNANA


DOMENICA 15 NOVEMBRE dalle ore 14.30

All’Ex-Eutelia occupata - in Via Lab. Olivetti a Pregnana Milanese
A fianco dei lavoratori in lotta di Agile (ex-Eutelia), che la scorsa settimana hanno occupato lo stabilimento di Pregnana per protestare contro gli oltre 200 esuberi annunciati (su 400 occupati).
Intanto a Roma una squadraccia di vigilantes privati capitanata dal sedicente “imprenditore” Samuele Landi, ex amministratore delegato di Eutelia e attuale proprietario, ha fatto irruzione nella sede occupata dai lavoratori per stroncare la vertenza.

Di fronte a questa gravissima provocazione di stampo chiaramente fascista ai danni dei lavoratori, riteniamo urgente una mobilitazione in difesa dei beni comuni contro gli speculatori a banchetto sul nostro territorio.

Partecipanno:

Andrea Labanca

Ufficio Sinistri

Medda Man

Rhoyal Sound

Closed House

UniPoska

Follow the Idol

Moon Rackles

One Line Alone

Terza Pietra del Sole

Continual Drift
ciapa no!


+ clownerie + giochi e animazione per bambini + artisti di strada.

martedì 10 novembre 2009

CONTRO IL CAPITALE CONFLITTO SOCIALE !

L'assemblea pubblica organizzata dalle realtà milanesi dell'autorganizzazione sociale e sindacale tenutasi l'8 novembre 2009 presso il CSA Vittoria, che ha visto la partecipazione e gli interventi di diverse situazioni di lavoratori in lotta (Metalli Preziosi, Maflow, precari della scuola, Omnia Service e altre realtà di lavoratori riconducibili a “Uniti contro la crisi”), collettivi politici (CSA Vittoria, collettivo Oltre il Ponte, collettivo lavoratori e studenti delle scuole civiche serali e PCL) e realtà del sindacalismo di base (Slai Cobas, RDB, SDL e Unione Inquilini), valuta con estrema positività i contenuti emersi nel dibattito e intende farsi carico di:

- costituire e dare continuità a una rete tra lavoratori, precari e studenti in lotta e realtà dell'autorganizzazione sindacale e sociale che tracci percorsi unitari per l’allargamento del conflitto sociale in una prospettiva anticapitalista e anticoncertativa;

- definire una piattaforma di rivendicazioni condivise da diffondere in ogni ambito lavorativo e territoriale che abbia tra i propri punti qualificanti la difesa del posto di lavoro e del salario (diretto e indiretto), il blocco dei licenziamenti… e che comprenda anche la difesa del diritto alla casa, il blocco degli affitti e delle utenze;

- creare comitati unitari di lotta e di sostegno alle vertenze delle singole fabbriche, distretti produttivi e luoghi di lavoro prescindendo dalle singole appartenenze;

- rilanciare il ruolo autonomo e assolutamente anticoncertativo delle assemblee operaie autorganizzate, veri centri propulsivi delle lotte.

Su questi temi e con questi obiettivi si è deciso di partecipare, quale primo momento pubblico, in maniera unitaria alla manifestazione cittadina lanciata dalle realtà di lotta dei precari della scuola per il 28 novembre.Per organizzare questa prima scadenza e per programmarne di ulteriori, nonché per iniziare a definire la piattaforma di cui sopra è indetta una riunione per mercoledì 18 novembre al CSA Vittoria e un’ulteriore appuntamento assembleare pubblico per domenica 29 novembre nel quale verrà presentate iniziative e piattaforma. Invitiamo già tutti a partecipare e a contribuire ad allargare ad altre realtà e singoli i contenuti e gli obiettivi.

lunedì 9 novembre 2009

LO SLAI-COBAS A FIANCO DEI LAVORATORI EUTELIA !

Mentre i lavoratori dell’ alfa romeo scioperavano contro la chiusura dello stabilimento di Arese, i quattro sindaci firmavano l’ accordo per cementificare l’ area.

Saremo a fianco dei lavoratori Eutelia e li sosterremo in tutte le forme che loro riterranno opportune.
In un momento in cui i padroni fanno un sacco di profitti facendoci pagare la crisi a noi lavoratori è necessario trovare l’ unità fra sfruttati, quelli che producono la ricchezza di cui gli altri settori sociali parassitari si appropriano, per far valere i nostri diritti ed imporre con la lotta la soluzione della garanzia del posto di lavoro.

E’ ormai troppo tempo che i lavoratori non fanno più sentire la propria voce e subiscono passivamente tutti gli attacchi al salario e ai diritti.
E’ ora di riprenderci la parola e di conseguenza il salario e i nostri diritti con le uniche armi che abbiamo a disposizione la lotta e l’unità.

Lanciamo la proposta di una manifestazione comune del territorio di tutte le fabbriche in crisi per rivendicare il posto di lavoro e il salario garantito a tutti i lavoratori e non chiedere l’ elemosina della cassa integrazione.

NO! ALLA SPECULAZIONE EDILIZIA.
NO! ALLA CHIUSURA DELLE FABBRICHE.
SOLIDARIETA’ E UNITA’ FRA LAVORATORI.

sabato 7 novembre 2009

PROTESTA DEI LAVORATORI ALFA ROMEO AL COMUNE DI GARBAGNATE MILANESE

Questa mattina una delegazione di un centinaio di lavoratori del sito dell'Alfa Romeo di Arese ha organizzato un corteo di auto ed ha fatto un presidio prima al comune e poi al mercato di Garbagnate Milanese.

Lo Slai Cobas e i lavoratori hanno denunciato che nella giornata di sabato scorso i sindaci dei 4 comuni su cui sorge l'area dell'Alfa Romeo (Arese, Garbagnate, Lainate e Rho) si sono riuniti ed hanno sottoscritto un documento sulla nuova destinazione d'uso dell'area (alberghi, abitazioni, centri commerciali, ecc..) senza neanche nominare il fatto che la Fiat vuole licenziare 1.000 lavoratori.I sindaci, inoltre, hanno deciso che si spartiranno "equamente" i soldi che pioveranno sull'area con la cementificazione e con Expo 2015.

Da notare che questi soldi e queste stesse riunioni "di programma" sul sito di Arese sono possibili da 15 anni perchè i sindaci, la provincia e la Regione dovrebbero risolvere i problemi occupazionali dell'Alfa per il disimpegno della Fiat !Lo Slai Cobas e i lavoratori dell'Alfa hanno chiesto ai cittadini di Garbagnate (in ogni famiglia di Garbagnate qualcuno ha lavorato all'Alfa negli scorsi anni) di ribellarsi.

Il piano Fiat non deve passare. Ad Arese devono rimanere produzioni Alfa Romeo, l'area non deve essere lasciata alla speculazione immobiliare, nel sito dell'Alfa devono trovare lavoro i nostri figli e i giovani della nostra zona, l'Alfa deve abolire il lavoro precario, sottopagato e senza diritti.Chiediamo subito un incontro con i 4 sindaci dell'area dell'Alfa. Lunedì ci sarà un incontro con il sindaco di Rho.Martedì alle ore 9.30 manifestazione al Pirellone per chiedere un incontro alla Regione e a Formigoni.Ieri una delegazione di lavoratori dell'Alfa e dello Slai Cobas si è recata a Pregnana Milanese ed ha incontrato i lavoratori della ex Eutalia, centinaia dei quali sono minacciati di licenziamento, ed ha portato appoggio e solidarietà alla loro lotta, proponendo iniziative unitarie.

BASTA CON LA CASSA INTEGRAZIONE E I LICENZIAMENTI.
UNITA' NELLA LOTTA DI TUTTI I LAVORATORI.

Arese, 6 novembre 2009 Slai Cobas Alfa Romeo

Agile ex Eutelia non deve morire !

AGILE – ex EUTELIA

COME LICENZIARE 9000 PERSONE SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA !!!!!
E’ iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN:
AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega

Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.
Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti .

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi , l’ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.
Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.

Abbiamo bisogno di visibilità mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane ( Roma - Siena_Montepaschi – Milano – Torino – Ivrea – Bari – Napoli - Arezzo - ) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun Giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI. NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d’ordine è che se non siamo visibili all’opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

Dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti
Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTA MAIL ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla , ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio
Altrimenti questa azienda morirà

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. – ex Eutelia

giovedì 5 novembre 2009

REPORT Assemblea Del 27 Ottobre

Vista la situazione attuale (crisi, razzismo, devastazione del territorio, ecc..) e, di conseguenza, le tante questioni da monitorare, risulta fondamentale riuscire a creare una rete tra le varie realtà e i singoli del territorio che ancora credono in una società diversa, in modo tale da portare avanti le lotte in maniera efficace, senza perdere tempo sulle nostre differenze e senza protagonismi, ma semplicemente con lo scopo di raggiungere obiettivi comuni.Le tematiche su cui si dovrebbe porre maggiore attenzione sono:
LAVORO
ANTIRAZZISMO
MANCANZA di SPAZI SOCIALI
TUTELA DEL TERRITORIO (tutte chiaramente legate tra loro)

LAVORO
E' necessario partire dagli operai delle fabbriche in lotta nel tentativo di espandere la protesta sociale, per ricostruire la cultura della solidarietà, cercando di coinvolgere i PRECARI
- Problema degli ammortizzatori socialiè necessario affrontare non solo il problema del posto di lavoro ma analizzarlo nel complesso attraverso alcune tematiche:
PROBLEMA CASA
PROBLEMA SCUOLA (ESEMPIO DEL LICEO REBORA DI RHO)
PROBLEMA SANITA (CHIUSURA OSPEDALE di PASSIRANA)
PROBLEMA MOBILITA' (VERTENZA DEI PENDOLARI DI RHO)

DISCRIMINAZIONE DELLE DONNE fuori e dentro l'ambiente lavorativo
provare ad affrontare la problematica delle condizioni di lavoro e della assenza di sindacalismo nella GRANDE DISTRIBUZIONE (anche per quanto riguarda i fast food ecc...)

ANTIRAZZISMO
Utilizzare il successo della Bennet di Origgio come esempio da esportare; Affrontare la problematica dei OPERAI che hanno seguito la deriva leghista/RAZZISTA per la diffusa paura dell'immigrato costruita.

TERRITORIO
Con l'assegnazione di EXPO a Milano il nostro territorio sta subendo mutazioni enormi, oltre che per il progetto stesso, per tutto ciò che gli gravita attorno:
- Il PGT rhodense (l'emblema di tutto questo)
l'AREA INDUSTRIALE DI MAZZO diventerà commerciale e ciò causerà una speculazione sulle aree con la conseguente chiusura dei 256 stabilimenti al suo interno.
SCUOLA REBORA
ALBERGHI -
NUOVA CAVA ECOTER DI ARLUNO (per produzione di cementi)-------------------

La CAROVANA DELLA CRISI potrebbe essere uno strumento per attuare questo tipo di lavoro: il Progetto prevede una serie di appuntamenti davanti in diverse zone del territorio con presidi e volantinaggi (bisogna stabilire quale sia la forma più efficace)elenco di alcuni punti da toccare:- ZONA INDUSTRIALE di MAZZO DI RHO-
LE FABRICHE in lotta (UNITI CONTRO LA CRISI) - s
arà importante riuscire a coinvolgerne altre-
OSPEDALE DI PASSIRANA- SCUOLA REBORA di RHO- FERMATA DEL TRENO DI RHO- NUOVA CAVA ECOTER ad ARLUNO- FIERA - NO EXPO

chiaramente è necessario informarsi sulle varie vertenze in maniera precisa.Il tentativo è quello di creare un’unità di azione, per cui è necessario che già nel prossimo appuntamento si riesca a stabilire qualcosa di concreto a quindi decidere una scaletta di iniziativeIl prossimo appuntamento sarà
MERCOLEDI 11 NOVEMBRE ore 21 al C.P.A. di Nerviano (Via Gorizia N.8)

Comunicato: accordo T.i.m.e. Service (cooperativa di Turate magazzino Bennet)

In data 28-10-2009 dopo l’assemblea dei lavoratori (votata l’ipotesi d’accordo
all’unanimità) è stato siglato l’accordo con la cooperativa. L’unità e la forte volontà di lotta
dei lavoratori ha permesso di ottenere un’importante accordo che contrasta la politica dei
sindacati confederali i quali il 15 luglio di quest’anno avevano, di fronte alla crisi, concesso
a livello nazionale di applicare una gradualità nell’applicazione dello stesso CCNL da loro
firmato. Pur richiamandosi alla legge 142 che distingueva le cooperative nate prima del 27
giugno del 2002 (che potevano applicare la gradualità) e quelle nate dopo questa data (che
dovevano corrispondere il 100%), padroni e sindacati legalizzavano fino all’1-11-2010 la
possibilità di avere per tutti la possibilità di operare una gradualità per arrivare, in quella
data al 100% sugli istituti delle ferie, ex festività retribuite, tredicesima,
quattordicesima, permessi, ROL, TFR.
Con questa lotta abbiamo ottenuto a partire dal 1 ottobre del 2009 1)l’erogazione al 100%
di questi istituti che permetterà di avere un aumento sul quinto livello di circa 100 euro; 2)
una indennità sostitutiva mensa di 0,65 euro all’ora per un totale massimo giornaliero di
5,16 euro (per chi non conoscesse il CCNL della categoria esso prevede “ Qualora non
esista una mensa aziendale, verrà corrisposta ai lavoratori un’indennità sostitutiva di 0,06
euro giornaliere per i giorni di effettiva prestazione di lavoro”); 3) la restituzione della
quota sociale o frazione di essa versata nella cooperativa logservice (ex T.i.me. service), al
31 gennaio 2010.

Insomma un aumento totale mensile di 170,00 euro, più una liquidazione della quota sociale
precedente per un totale massimo di circa 430 euro.
Giovedì 5 novembre, dopo le assemblee verranno siglati anche gli accordi con
le cooperative Leonardo e Giava (del magazzino Bennet di Origgio). Tali
accordi sono una fotocopia dei punti 1) e 2) di quello siglato con la
cooperativa T.I.M.E. Service.

Per la Leonardo verrà siglato il seguente accordo per il rientro del delegato
licenziato in seguito al superamento (secondo loro) del comporto di malattia:
“Le parti concordano di avviare le procedure per dare seguito alla visita medica
del Sig. Wanigatunga Jayaratne per individuare le capacità lavorative e
mansionali affinchè il suddetto lavoratore sia reintegrato presso la Cooperativa
Leonardo entro la fine del mese di novembre 2009.”

Come avevamo programmato le richieste, le lotte e le soluzioni contrattuali sono
state portate avanti in modo coordinato tra le tre cooperative, ancora una volta la
compattezza e l’unità dei lavoratori hanno dato degli ottimi risultati.
Nei prossimi giorni, per gli stessi obiettivi apriremo altri fronti di lotta: i compagni
di Origgio e di Turate saranno a fianco ne dei lavoratori di queste altre cooperative
per organizzare i picchetti, ricercando con altri soggetti militanti (associazioni,
centri sociali, organizzazioni sindacali e politiche) un’unità d’azione sindacale e
politica per contrastare i padroni.

SLAI COBAS

mercoledì 4 novembre 2009

ASSEMBLEA SULL’AUTOSTRADA di un migliaio di lavoratori CONTRO LA CHIUSURA DELL’ALFA

Questa mattina un migliaio di lavoratori del sito dell’Alfa di Arese ( non 250 come erroneamente scrittoda qualcuno) ha invaso l’autostrada dei Laghi, ove si è svolta l’assemblea dei lavoratori.
I lavoratori erano organizzati dallo Slai Cobas e dalla Fiom.

Lo Slai Cobas ha ribadito:
1. No ai trasferimenti=deportazioni a Torino;
2. mantenimento lavorazioni ad Arese;
3. nuove produzioni Fiat/Alfa Romeo per Arese;
4. stop alle delocalizzazioni Fiat all’estero;
5. divisione del lavoro fra tutti gli stabilimenti, senza chiuderne nessuno;
6. eliminazione del reparto confino fatto dalla Fiat a Nola (Napoli);
7. stop ai finanziamenti pubblici alla Fiat quando licenzia e chiude gli stabilimenti.

Lo Slai Cobas chiede un incontro immediato con la Regione Lombardia e Formigoni:

 non è accettabile che la Fiat butti sulla strada i lavoratori di Arese e continui a
comandare con i suoi uomini sui 2 milioni e 350mila mq dell’area di Arese ove, con
l’Expo 2015, ci sarà una mega speculazione con alberghi di lusso, ville con piscina, il più
grande centro commerciale d’Europa, ecc..

 la Regione ha firmato con noi e tutti i sindacati nel 2003-2004 un accordo che prevedeva
su Arese l’auto ecologica e la mobilità sostenibile; ora deve battere un colpo e non può far
finta di niente.
Nei prossimi giorni, a partire da giovedì e venerdì, continueranno le iniziative di lotta finchè la Fiat non ritirerà la decisione di chiudere Arese.

Arese, 3 novembre 2009
Slai Cobas Alfa Romeo

Manifestazione dei lavoratori Crespi spa a Legnano

I lavoratori della G.Crespi manifestano contro lo smantellamento dei propri posti di lavoro Il 19 ottobre l’Assemblea dei lavoratori G.Crespi ha dato mandato al sindacato CUB per porre tre domande chiare all’azienda:1. Quale piano industriale ha in atto la società per fare fronte alla difficile situazione che ha visto la riduzione del personale da più di 400 dipendenti, agli attuali 200 c.a, il definitivo smantellamento del sito produttivo di Legnano ed i ritardati pagamenti degli stipendi che si stanno verificando negli ultimi mesi?2. Come mai nonostante la continua richiesta di diminuzione del personale e l’applicazione delle CIGS per esubero di ore di lavoro, la società ha unilateralmente deciso di disapplicare un accordo interno del luglio ’96, peggiorando le condizioni normative dei lavoratori ed aumentando di fatto le ore di produzione?*
*3. Per quale motivo l’azienda continua imperterrita ad utilizzare la CIGS in maniera discriminatoria, senza alcuna forma di rotazione, ma anzi lasciando a casa alcuni lavoratori, sostituendoli con altri di altri reparti e continuando la produzione con meno personale previsto dal mansionario aziendale peggiorando di fatto sia l’eventuale produttività che mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori?L’incontro con la direzione G.Crespi, tenutosi il 26 ottobre ha visto l’azienda rappresentata dal rag. Spanò silente a tutte le domande, limitandosi ad esporre in maniera generica motivazioni legate alla crisi globale, anticipando l’ulteriore esubero che colpirà 150 lavoratori dei rimanenti 200.Riteniamo del tutto inaccettabile tale arrogante atteggiamento, del tutto immotivato e lesivo di ogni dignità dei lavoratori, siamo convinti che le responsabilità di quanto oggi pagano i dipendenti Crespi non siano del tutto legate alla crisi di settore ma a logiche che hanno ben poco a che vedere con una seria politica industriale che possa dare una prospettiva di tutela dei posti di lavoro sul territorio e di rilancio dell’impresa.
Oggi anche cgil-cisl-uil dopo aver avallato tutte le decisioni aziendali mettendo i lavoratori nell’incertezza del proprio futuro lavorativo, sono in difficoltà nel giustificare la loro politica concertativa da meri notai firmatari di accordi utili solo a giustificare quanto fatto fin ora dall’azienda, scendono in piazza a manifestare.*_
Ma la lotta deve essere uno strumento fine al raggiungimento di obbiettivi e non solo di propaganda_**, quindi chiediamo a tutti i dipendenti G.Crespi di aderire alla manifestazione di mercoledì 4 novembre per rivendicare la propria dignità di lavoratrici e lavoratori:* * *
Risposte chiare e coerenti ** * * *
Basta con l’uso discriminante della CIGS** * * *
Ripristino dell’accordo del ‘96** * * *
Basta con i licenziamenti utilizzando tutti gli strumenti idonei alla tutela dei posti di lavoro attuando la riduzione dell’orario lavorativo collettivo a parità di salario** * * *

Apertura di un tavolo di trattativa unitario che rappresenti tutte le sigle sindacali presenti in azienda, mettendo la parola fine a trattative separate che non valorizzano le richieste espresse dalle Assemblee dei lavoratori** **

Mercoledì 4 novembre Manifestazione territoriale delle/dei dipendenti Crespi spa concentramento dalle ore 13.30 in p.zza Mercato a Legnano**

La Crisi dei padroni non vogliamo continuare a pagarla Noi !*

domenica 1 novembre 2009

Domenica 8 novembre alle ore 15 Assemblea metropolitana per il rilancio del conflitto sociale

Le realtà milanesi dell’autorganizzazione sociale e sindacale promuovono per domenica 8 novembre 2009 alle ore 15:00 presso il Centro Sociale Autogestito Vittoria (via Friuli ang. Via Muratori) un’assemblea metropolitana per valorizzare percorsi e prospettive unitarie al di fuori e contro ogni logica concertativa.Un momento di confronto per costruire spazi di convergenza e soprattutto di pratica comune per far emergere un punto di vista anticapitalista nella città di Milano che segni la possibile rinascita di una stagione di lotte sociali e politiche per la conquista e la generalizzazione dei bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.La lotta e l’unità tra lavoratori di ogni settore è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

Le realtà milanesi dell’autorganizzazione sociale e sindacale

venerdì 30 ottobre 2009

STEFANO CUCCHI E' STATO ASSASSINATO

da radio onda d'urto

Prosegue l'opera di scaricabarile rispetto alle responsabilità per l'omicidio di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto in ospedale con una serie di traumi ed ecchimosi in diverse parti del corpo riscontrati dopo l'arresto avvenuto per detenzione di pochi grammi di marjiuana. Stamattina Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, secondo sindacato di polizia penitenziaria, ha chiesto che si faccia chiarezza su questo caso sostenendo che "secondo fonti attendibili, Stefano sarebbe arrivato a Regina Coeli direttamente dal tribunale già in quelle condizioni. Insomma, i secondini si definiscono innocenti, facendo implicitamente ricadere le colpe sui carabinieri che fermarono Stefano quella notte. A difendere a spada tratta l'opera dei carabinieri è il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che pur ammettendo di non avere strumenti per dire come sono andate le cose, si dice certo del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione". La Russa ricorda comunque che si tratta di una competenza in questo caso assolutamente estranea al ministero della Difesa, in quanto attiene da un lato ai carabinieri come forze di polizia, quindi al ministero dell'Interno, dall'altro al ministero della Giustizia. Ai nostri microfoni Giovanni Cucchi, padre di Stefano

[Scarica il contributo audio, durata: 11 min.]

LICENZIAMENTO IN TRONCO DI TRE LAVORATRICI della Nerviano Medical Sciences (NMS)


dal collettivo Oltre il ponte:


L’Azienda continua nella sua immotivata ed unilaterale Politica Contro i Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori di Nerviano:
Nella tarda mattinata di venerdì scorso l’azienda ha licenziato in tronco tre lavoratrici degli Enti Centrali con la motivazione che l’attività dei loro uffici è stata affidata a società esterne a NMS, che quindi il loro lavoro non era più necessario e le loro professionalità non erano utilizzabili in altre parti dell’azienda.
Questa ultima decisione, unita al recente assorbimento degli aumenti contrattuali ed alla mancanza di un chiara prospettiva di rilancio delle attività del centro, denuncia lo stato confusionale della Dirigenza di NMS, che invece di adoperarsi per evitare un altra situazione di crisi insiste con atti volti solo a umiliare ed intimidire le lavoratrici, i lavoratori ed il sindacato.
Chiediamo anche alla Regione il senso, in termini di rilancio di NMS, di aver una dirigenza capace solo di tagliare le teste. A questo punto diventa ancor più necessaria e urgente la riconvocazione del Tavolo Regionale su NMS
La RSU di NMS ritiene gravissimo questo provvedimento e come prima iniziative di risposta alla provocazione dell’azienda indice:
Un’ Ora di SCIOPERO dalle 11 alle 12 martedì 27 Ottobre
con Assemblea di fronte all’Edificio 75
La RSU ed il Sindacato sono a fianco delle lavoratrici licenziate ed intanto mettono a loro disposizione gli uffici legali per la vertenza di opposizione al licenziamento.
Invitiamo le Lavoratrici ed i Lavoratori di NMS a rispondere compatti a questa provocatoria decisione aziendale, perché nessuno può sentirsi più al sicuro in questa situazione e con questi comportamenti sciagurati della Direzione di NMS.

La RSU di NMS, Nerviano 26 Ottobre 2009

Occupazione simbolica di Repubblica a Milano


Giovedì 29 ottobre una delegazione di una trentina di militanti della rete di solidarietà con il popolo basco “Amici e Amiche di Euskal Herria” Euskal Herriaren Lagunak di Milano, ha occupato simbolicamente il giornale La repubblica per protestare contro la censura e la disinformazione che i media nazionali ed internazionali praticano nei confronti della repressione del Popolo Basco.
Nel momento in cui si parla tanto di libertà di stampa e di regime in Italia, stendere un velo di silenzio sulle torture fino all’omicidio, sulle incarcerazioni di massa, sulle deportazioni, sull’illegalizzazione di ogni espressione politica autorganizzata della sinistra indipendentista basca, crediamo sia criminale e sia una forma di oggettiva complicità.
Dopo aver ricevuto assicurazione che i redattori si sarebbero fatti carico di far uscire la notizia della contestazione e soprattutto della situazione tragica dal punto di vista della legittimità democratica nei paesi baschi, la delegazione è uscita continuando la manifestazione sulla strada, con striscioni che denunciavano la sparizione del militante basco Jon Anza e che rivendicavano il diritto all’autodeterminazione del popolo basco.
Alleghiamo comunicato


“Amici e Amiche del popolo Basco” Euskal Herriaren Lagunak di Milano
milano 29.10.2009 Attraverso questa iniziativa vogliamo denunciare il silenzio dei media italiani e europei, che hanno completamente oscurato, per l'ennesima volta, episodi di gravissima repressione ad opera del governo spagnolo nei Paesi Baschi.
Di fronte agli arresti del portavoce della sinistra indipendentista Arnaldo Otegi e di numerosi esponenti del sindacato basco LAB; di fronte alle decine di casi di tortura denunciati; di fronte alla sparizione del militante basco JON ANTZA di cui non si hanno più notizie dal 18 aprile 2009; di fronte alle chiusure di giornali, radio, canali televisivi, all'illegalizzazione di partiti, associazioni giovanili, organizzazioni di difesa dei lavoratori, associazioni di detenuti politici e i loro familiari gli organi di stampa italiani non hanno speso alcuna parola. Un'informazione imbavagliata è complice di tutto quello che sta accadendo, in particolar modo della chiusura del governo spagnolo nei confronti di una soluzione democratica del conflitto e di una possibilità di confrontazione politica leale.

Il 14 ottobre la polizia spagnola ha arrestato nella sede del sindacato della sinistra indipendentista LAB di Donostia 10 militanti indipendentisti tra i più conosciuti nei paesi baschi, con l'accusa di far parte della direzione politica di Batasuna. Questa organizzazione, per l'Unità Popolare della Sinistra Indipendentista, è stata illegalizzata dai tribunali di giustizia spagnoli nel 2003, ma, con il sostegno popolare, ha continuato però ad essere attiva fin da allora.
Questi gravissimi fatti avvenuti con la firma del giudice dell'audiencia National spagnola Baltasar Garzon hanno senza dubbio motivazioni politiche inscindibili dal governo Zapatero.
Il governo spagnolo sta perseguendo politiche repressive criminalizzando il Collettivo di Prigionieri dei quali è proibito mostrare le foto pubblicamente e sta appoggiando la guerra sporca del governo spagnolo contro i militanti della sinistra indipendentista basca che ha portato alla scomparsa da 4 mesi del militante Jon Anza in territorio francese.
L'atteggiamento neo-franchista dei governi spagnoli dell'ultimo decennio, che ha portato ad illegalizzare partiti e associazioni culturali e sociali, non è mai stato messo in discussione dagli organi di stampa ufficiali e non è certamente una novità di ora. Con la repressione non è scomparsa nè Batasuna, né il movimento antirepressivo, né le lotte sociali sostenute dalla sinistra indipendentista, né il lavoro enorme di ricostruzione linguistica e culturale. Tutto il contrario.
La Sinistra Indipendentista Basca continua dunque a mantenere con forza l'iniziativa politica.
Negli ultimi mesi in Euskal Herria sta diventando ogni volta più evidente e pubblica l'intenzione della sinistra indipendentista di investire grandi sforzi in futuro nella formazione di quello che viene chiamato Polo Soberanista.
Voler annullare questa operazione politica di largo respiro è all'origine dell'atto di guerra attuato dal Governo spagnolo del PSOE, con la totale connivenza del Partito Popolare spagnolo. L'arresto di questi dieci militanti denunciato, oltre che dalla stessa sinistra indipendentista, anche da tutti i partiti e i sindacati democratici in Euskal Herria, riuscirà, forse, solo a ritardare questo processo politico e questa nuova aggregazione di massa. Senza dubbio, aumenta la quota di dolore e sofferenza che il popolo basco paga per pretendere di ricostruire un futuro euskaldun (basco), femminista, internazionalista, socialista sulla base del suffragio universale.

COME RETE MILANESE IN SOLIDARIETÀ AL POPOLO BASCO “EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK” CHIAMIAMO A DENUNCIARE QUESTI FATTI, QUESTE AZIONI DEL GOVERNO SPAGNOLO, PER ROMPERE POCO A POCO QUESTO VELO DI SILENZIO E INERZIA CHE I MASS MEDIA HANNO STESO IN EUROPA E NEL MONDO.

Comunicato della rete amici e amiche di Euskal Herria
Euskal Herriaren Lagunak

martedì 27 ottobre 2009

Riassunto il macchinista Dante De Angelis

Dopo una lunga ed estenuante battaglia si è arrivati alla conclusione di una vicenda che ha visto Dante De Angelis e tanti suoi colleghi ferrovieri battersi contro un licenziamento ingiusto, contro l'insicurezza dei treni e delle ferrovie. Una vittoria ottenuta nella caparbietà del sapere di avere ragione, nelle molte mobilitazioni dei ferrovieri in solidarietà con Dante De Angelis, nella cupezza delle tragedie ferroviarie verificatesi.Quindi oggi arriva la sentenza del giudice del lavoro di Roma, Dario Conte, che sembra mettere la parola fine a quest'annosa vertenza: licenziamento annullato, immediata reintegrazione, risarcimento di tutte le retribuzioni perdute. Il macchinista del deposito locomotrici di Roma San Lorenzo, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, fu licenziato per la seconda volta (la prima fu nel 2006 per essersi rifiutato di guidare un Eurostar da solo, fu reintegrato tramite conciliazione) il 15 agosto 2008, dopo che le ferrovie gli contestarono di aver reso dichiarazioni contrarie alla verità sulle cause e sugli effetti di un episodio risalente al 14 luglio 2008, quando, a Milano, un Etr senza passeggeri si spezzò mentre veniva trasferito dall'officina della Martesana alla stazione centrale. Dante De Angelis denunciò con forza la non sicurezza imperante sugli Eurostar, le ferrovie non gradirono... oggi sono costrette a tornare sui loro passi!Centinaia di ferrovieri sono arrivati da tutt'Italia per sostenere Dante anche quest'oggi, insieme a loro i comitati popolari nati dopo "la strage dell'insicurezza" di Viareggio del 29 giugno scorso. Battaglia vinta dal macchinista romano, vicenda che ha in sè una valenza che va ben oltre, riguandando la sicurezza sui posti di lavoro come dei trasporti.

Il commento a caldo di Dante (da radiondadurto)