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lunedì 2 febbraio 2009

*Foto di gruppo in nero* *Dalla nuova Skinhouse di Bollate a Cuore nero, da Forza nuova a Patria

*Foto di gruppo in nero**Dalla nuova Skinhouse di Bollate a Cuore nero, da Forza nuova a Patriae libertà l'estrema destra milanese e i suoi rapporti con Alleanzanazionale
*Saverio Ferrari

- Left - 30/01/2009/Pubblichiamo il testo completo dell'articolo uscito sul il settimanale Left

il 30 gennaio 2009/Il capannone è basso e grigio, delimitato da un muro, tra due palazzine.Fino a qualche tempo fa ospitava una carrozzeria. La via è senza uscita.Poco oltre i prati. Siamo alla periferia di Bollate, a Madonna inCampagna, in via Alfieri 4. È qui che il 18 ottobre scorso è statainaugurata la nuova Skinhouse. La precedente esperienza, in via Canneroa Milano, nel quartiere Bovisa, si era conclusa dopo dodici anni a metàottobre del 2006, causa i lavori per l´apertura della stazione diDergano della linea tre della metropolitana.Anche in quel caso lo spazio era stato messo a disposizione da unprivato, una costruzione inserita nell´area di un'ex officina, e a nullaerano valse le proteste dei cittadini che si erano costituiti incomitato per chiederne la chiusura a seguito dei concerti fino a tardanotte, con naziskin provenienti da diverse città, anche dalla Svizzera,con il contorno di inni fascisti cantati a squarciagola e montagne dilattine di birra ovunque.Eppure proprio da via Cannero il 7 agosto 2004 era partita unaspedizione di teste rasate, con magliette nere con svastiche e aquilenaziste, diretta ai Navigli dove aveva accoltellato sei giovani deicentri sociali, uno dei quali rimasto per giorni tra la vita e la morte.Lo stesso pubblico ministero Luisa Zanetti nella sua richiesta dicustodia cautelare nei confronti dei partecipanti al raid squadristicoaveva sottolineato come la "Skinhouse di Milano" fosse una "base perritrovarsi, per organizzarsi, per riunirsi, per pianificare e decideregli atti aggressivi e intimidatori (quali risse, lesioni,danneggiamenti, furti, devastazioni, incendi)", un "luogo di partenzaper le spedizioni punitive e per rifugiarsi al termine delle stesse".Il 13 dicembre dello stesso anno, nel corso di una perquisizione eranoanche stati sequestrati coltelli, bastoni, mazze da baseball e catene.

*THE HAMMERSKIN NATION*
Ad animare la nuova realtà di Bollate, come la precedente, la settadegli Hammer, una sorta di circuito internazionale neonazista, con sedianche in Europa in Inghilterra, Spagna, Francia, Olanda, Svizzera eItalia, originata da una costola del Ku Klux Klan nella seconda metàdegli anni Ottanta a Dallas nel Texas.Gli Hammerskins sono da sempre uno dei più pericolosi e violenti gruppidediti al perseguimento della "supremazia della razza bianca", i cuimilitanti negli Stati Uniti sono stati più volte accusati e condannatinon solo per aver assaltato sinagoghe ebraiche o per aver compiutobrutali pestaggi, ma anche per l´assassinio di alcuni ragazzi di colore.Così è stato nel giugno 1991 ad Arlington nel Texas, dove tre aderentialla Hammerskin nation (Hsn) uccisero a fucilate un ragazzino che avevaavuto il solo torto di incrociarli, e a Natale dello stesso anno, aBirmingham in Alabama, quando un senzatetto nero fu finito a colpi dimazza da baseball e di stivali ferrati. Dopo l´ennesimo accoltellamentodi un giovane afroamericano nel 1999 in California un tribunale penaleli definì "una gang di strada". Ma l´elenco dei delitti da citaresarebbe molto più lungo.

*IL DOPPIO MARTELLO*
In Italia la "fazione madre" degli Hammerskin è da sempre quellamilanese. Ora ha anche riaperto la sede. Una cinquantina i militanti,compresi gli aderenti ad Ambrosiana skinheads e a Brianza skin, duegruppi locali ora federati agli Hammer. Agli Ambrosiana skinheads faancora riferimento quel Riccardo Colato, detto "Riki", già condannatoper un raid a Bari, il 3 gennaio 2006, dove si trovava in vacanza,contro un pub frequentato da gay. Denunciato per discriminazionerazziale e danneggiamenti, assieme ad altri cinque, ebbe il foglio divia con l´ordine di non tornare più nel capoluogo pugliese per tre anni.Ogni "fazione" deve essere composta da almeno sei membri, ma perdiventare Hammerskin, e cioè entrare in quella che i suoi promotoriconsiderano "l´élite dell´élite" del movimento naziskin, è necessarioseguire una lunga trafila: essere presentato da un altro membro eprestarsi a un periodo di prova che dura almeno quattro anni.Successivamente si è sottoposti a riti iniziatici. Si parla di pestaggiai danni di immigrati e di lotte con il coltello contro cani dacombattimento. Solo alla fine si potrà ricevere la toppa e tatuarsi suuna parte visibile del corpo, collo o avambraccio, il simbolo con i duemartelli in marcia mutuato dal film, di cui si rovesciano il senso e leintenzioni, di Alan Parker, The Wall, del 1982, basato sulle musichedell'omonimo album dei Pink Floyd. Il doppio martello nell'immaginariodegli Hammerskin rappresenterebbe l'arma per abbattere i muri cheproteggerebbero le minoranze etniche e religiose.Surreali, in questo contesto, le dichiarazioni di alcuni esponenti dellaSkinhouse rilasciate a un giornale locale: "Noi non siamo assolutamentenazisti e nessuno di noi ha mai avuto denunce per aggressioni". Ma èsufficiente entrare nella sezione eventi del loro sito per imbattersisubito nell´effige di un manifesto del 1944 utilizzato per ilreclutamento nelle Ss italiane, seguito da una locandina dedicata agli"Eroi della Rsi" che invita a un pellegrinaggio al Campo X del CimiteroMaggiore a Milano, dove sono stati sepolti alcuni dei più importantigerarchi del fascismo, tra gli altri Alessandro Pavolini e FrancescoMaria Barracu.È possibile poi visionare un poster a firma "Italia Hammer Skinheads"con tanto di saluti romani, ma anche una foto scattata in occasionedell´Hammerfest del 2007, il più importante raduno internazionale delgruppo, con la bandiera di guerra del Terzo Reich con il doppio martelloal posto della svastica. Fino a qualche tempo fa compariva anchel´istantanea di uno striscione esposto allo stadio di San Siro in favoredella liberazione di "Norberto", cioè Norberto Scordo. La storia èquesta: la scorsa estate, essendo rimasta ancora vacante la carica dicapo degli Hammer, dopo la scelta del vecchio leader Alessandro Todisco,detto "Todo", di impegnarsi a tempo pieno in Cuore nero, si era decisodi affidare temporaneamente le redini del gruppo a un triumvirato. Traloro anche Norberto Scordo, già condannato insieme ai due fratelliTodisco, Alessandro e Franco, per aver aggredito a martellate nel 1992due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, usciti dal Centrosociale Leoncavallo. Neanche il tempo di insediarsi che Scordo, aseguito di un´altra aggressione ai danni di alcuni punkabbestia, il 19luglio, alle colonne di San Lorenzo, è finito dietro le sbarre,processato e condannato a sei mesi per direttissima. È uscito soloqualche settimana fa.

*CUORE NERO BREWERY*
L´apertura della nuova Skinhouse a Bollate non è la sola novità nelpanorama neofascista milanese. Il 6 settembre scorso era stata ancheinaugurata la nuova sede di Cuore nero a Milano, in via Pareto angolovia San Brunone, a pochi passi da viale Certosa. In realtà si eratrattato solo dell´allargamento dell´ex negozio Il sogno di Rohan,passato da una a due vetrine, con relativo cambio di insegna. Una dellesocietà dell´ex Nar Lino Guaglianone, da sempre uno dei finanziatori diCuore nero, aveva infatti acquistato e messo a disposizione di NicolettaCainero, moglie di Alessandro Todisco, i locali attigui. I muri divisorierano stati abbattuti e si era provveduto a montare vetriantisfondamento. Nella palazzina di fronte, al primo e al secondo piano,erano state anche installate alcune telecamere di sicurezza.L´idea di costituire una casa comune per tutte le sigle del neofascismomilanese è comunque da tempo tramontata. Prima l´incendio doloso, l´11aprile 2007, dello spazio ben più capiente affittato in viale Certosa,quasi sul piazzale antistante il Cimitero Maggiore, poi una serie dicontrasti interni, hanno ridimensionato il progetto. Particolare pesohanno avuto in questo senso le spaccature intervenute nella Fiammatricolore con l´uscita a livello nazionale di Gianluca "Boccia" Iannone,di Casa Pound e del Blocco studentesco, ma anche, sul fronte opposto, diuna corrente, capitanata dall´ex commissario della federazione romanaGiuliano Castellino, vogliosa di far subito parte, senza anticamere, delcosiddetto Popolo delle libertà.A Milano ciò ha significato, da un lato, l´entrata di Cuore nero nelcircuito di Casa Pound, ma anche, dall´altro, la fuoriuscita di Matteo"Stizza" Pisoni, il vice di Alessandro Todisco, e del suo gruppo,rientrati nell´orbita di Alleanza nazionale attraverso la formazione diArea identitaria Lombardia, vicina a Carlo Fidanza, il capogruppo di Anin Consiglio comunale. Gli Hammer, dal canto loro, anche in polemica conAlessandro Todisco, si erano già precedentemente resi autonomi. Forsetroppa politica per loro.A seguito di questi avvenimenti sono state anche in parte ridisegnate legerarchie. Alessandro Todisco e sua moglie ora si occupano quasi solodella gestione del bar-negozio di via Pareto e della vendita dellemagliette e dei gadget, mentre si è fatta largo una nuova figuraemergente. Si tratta di Francesco Cappuccio, detto "Doppio malto", exaddetto stampa de La Destra. Prima curava una rubrica sul sito delpartito di Francesco Storace, adesso la fanzine di Cuore nero, appuntoDoppio malto, una pubblicazione che nel giugno scorso ha messo in primapagina uno skin con tanto di boccale di birra in mano, nell´atto dibrindare all´entrata del campo di sterminio di Auschwitz, dove, grazie aun fotomontaggio, al posto della famigerata scritta "Il lavoro rendeliberi", compariva "Cuore nero brewery", letteralmente "Birrificio Cuorenero".A oggi Cuore nero non raccoglie più di cinquanta militanti, tra skin,ultras delle curve e balordi di periferia, soprattutto provenienti daQuarto Oggiaro. Tra loro anche Franco Todisco, il fratello diAlessandro, detto "Lothar", sempre presente allo stadio, sponda Inter,ma anche gran bevitore, rintracciabile, dopo una certa ora, con il suogiro di amici in alcuni bar di Brera.Il 20 gennaio scorso le abitazioni di ambedue i fratelli, insieme aquelle di altri sette ultras dell'Inter, sono state perquisite. Così ilmagazzino di proprietà di Franco Caravita, leader dei Boys. Sequestratiqua e là coltelli, tirapugni, noccoliere, palle chiodate, manganelli conl'effige del Duce, bandiere con la croce celtica e la svastica. Nellacasa di Michael Maron, un'appartenente agli Irriducibili, la faccia dastadio di Cuore nero, anche cocaina e un bilancino di precisione."Todo" e "Lothar" sono ora sottoposti all'obbligo di firma giornaliero.Al centro delle indagini i disordini dell'11 novembre 2007 a Milano,seguiti all'uccisione nei pressi di Arezzo del tifoso laziale GabrieleSandri. Nell'occasione si tentò di assaltare il commissariato di SanSiro, la caserma dei carabinieri di via Vincenzo Monti e la sede Rai dicorso Sempione.

*DIASPORE*
Il piccolo arcipelago dell´estrema destra milanese vive comunque unafase di stallo. Forza nuova vivacchia con le solite iniziative che sitengono al cosiddetto Presidio di piazza Aspromonte 31, a metà tra unasede e un pub. Pochi gli appuntamenti culturali: uno dei piùpubblicizzati qualche mese fa, in marzo, riguardava una "serata inonore" di Leon Degrelle, l´ex generale belga comandante di una Divisionedelle Waffen Ss. È qui, comunque, che il 17 maggio scorso gli Hammerhanno potuto tenere un loro concerto di nazirock dopo il divieto, giuntoa seguito delle numerose proteste, di suonare alla palazzina Liberty.Forza nuova a Milano ha fatto ultimamente parlare di sé solo per alcunivolantini e striscioni minacciosi nei confronti degli extracomunitari,distribuiti a fine settembre al liceo linguistico Manzoni di viaRubattino, in zona Ortica, confinante con un dormitorio di proprietà dei"Martinitt", ospitante una ventina di ragazzi magrebini e kossovari frai 14 e i 18 anni.Ma il gruppo, ormai composto solo da una trentina di fedelissimi guidatida Duilio Canu, continua a perdere pezzi. L´ultimo ad andarsene, per farritorno, sembrerebbe, alla Lega nord, è stato Remo Casagrande, uno deipiù famosi squadristi di Milano negli anni Settanta.La Fiamma tricolore e La Destra, nella quale sta confluendo a livellonazionale il Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher, a Milano cittàpraticamente non esistono più, anche se ufficialmente sono ancorarappresentate rispettivamente da Attilio Carelli e Roberto Perticone.In particolare La Destra, nel giro di pochi mesi, ha subito un verotracollo. A sbattere la porta per prima è stata, agli inizi di marzo,Carla De Albertis, ex assessore comunale alla Salute, in quota ad An,silurata nel novembre 2007 dal sindaco Moratti per la sua opposizioneall´Ecopass, poi Barbara Ciabò, consigliera comunale passata in novembrea Forza Italia. In ottobre ad abbandonare il partito, con un durissimocomunicato, era stata invece l´intera organizzazione giovanile de LaDestra, Gioventù italiana, con l´ex responsabile Vincenzo Sofo in testa.Presenze solo virtuali sono al momento anche quelle formatesi a seguitodi questa diaspora, dal Movimento per l´Italia di Daniela Santanchè, cheaveva lasciato il partito di Francesco Storace ancor prima del congressodi novembre, a La vera destra del Nord di Carla De Albertis, perarrivare a Destra federale, animata da Carmelo Lupo, consiglierecircoscrizionale di zona 4.Così dicasi per Destra libertaria di Luciano Buonocore, uno dei leaderdella cosiddetta Maggioranza silenziosa nei primi anni Settanta, chenelle ultime elezioni politiche, pur essendo tra i dirigenti nazionalede La Destra, improvvisamente dopo un incontro con Ignazio La Russalanciò un appello di voto in favore del Pdl al Senato. Qualcuno, comeRoberto Jonghi Lavarini, mai smentito, parlò in un blog d´area di unasomma di 35 mila euro finita nelle tasche di Buonocore e di un appaltodi MilanoSport a uno dei figli. Comunità in movimento, la sigla dietrola quale si sono aggregati Lino Guaglianone e il suo gruppo, dal cantosuo, risulta inattiva dal 28 maggio, giorno della sua presentazione.

*PATRIA E LIBERTÀ*
Maggiore attivismo mostra, invece, Destra per Milano di Roberto JonghiLavarini, il "Barone nero", che dopo il fallimento delle liste de LaDestra con la Fiamma tricolore, ha ufficialmente aderito al Pdl. Lostesso Jonghi ha presenziato nell´ottobre scorso al Lido di Milano allafesta del Popolo delle libertà, partecipando alla cena di gala conSilvio Berlusconi, al quale ha anche regalato un libro apologetico sullastoria della Rsi. Mille euro a testa per esserci, cifra non indifferenteper chi come lui solo nel 2005 dichiarava al fisco un reddito pari allozero assoluto.Roberto Jonghi Lavarini, tra l´altro, è stato nominato vice presidentedi uno pseudo centro studi denominato Patria e libertà (esattamente comel'organizzazione paramilitare di estrema destra cilena che, al soldodella Cia, nel settembre 1973 sostenne il colpo di Stato del generalePinochet), a sua volta presieduto da tale conte Ferdinando CrocianiBaglioni, storico patrizio romano di fede fascista, segretario personaledi Guido Mussolini, figlio di Vittorio e nipote di Benito.Non solo, Jonghi si è pure incontrato in via riservata sia con IgnazioLa Russa sia con Piergianni Prosperini. Una delle ragioni: le tensioniinterne a Destra sociale, di Paola Frassinetti e Carlo Fidanza, e adAzione giovani, che continuano a perdere consensi proprio in favore del"Barone nero", vissuto ormai come pericoloso concorrente interno, tantopiù dopo le ripetute dichiarazione "antifasciste" sia di Gianfranco Finiche del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

*SENZA CONFINI*
L´estrema destra milanese, in conclusione, continua ad essere assaifrastagliata e divisa, ma soprattutto utilizzata, in alcuni casi, comeben esemplificato dalla vicenda Buonocore, letteralmente comperata asuon di euro, dalla destra di governo, in primis Alleanza nazionale.Molti i fili che legano ancora questi due mondi. Legami incentrati avolte su interessi di modesto cabotaggio come i voti di preferenza perentrare in consiglio comunale, forniti ad alcuni candidati di An da queipiccoli serbatoi elettorali che spaziano dagli ultras agli ambienti diCuore nero. Carlo Fidanza docet. Ma non solo.Nonostante le impegnative dichiarazioni di Gianfranco Fini per cui "chiè democratico è antifascista", nell´arco degli ultimi mesi, trasettembre e ottobre, i rappresentanti di An a Milano sono riusciti aproporre di intestare una via a Giorgio Almirante, storico leadermissino, già firmatario nel 1944 di bandi per fucilare alla schiena irenitenti alla leva dell´esercito repubblichino, nonché ex segretario diredazione de La Difesa della razza, ad avanzare la richiesta di traslareal famedio le spoglie di Carlo Borsani, uno dei gerarchi milanesi chenon esitava a mettere la propria firma sul giornalino delle Ss italianeAvanguardia, a presentare come gruppo consiliare nella sede dellaprovincia un libro dedicato alla Legione Muti, provocando, causaproteste, la sospensione del consiglio in corso.Proprio a Bollate, invece, dove ha aperto la nuova Skinhouse, dueconsiglieri comunali, sempre di An, si sono presentati a una seduta conle magliette dell´Italia campione del mondo 1938, nere, con stemmasabaudo e fascio littorio.A superare tutti, comunque, il sindaco di Forza Italia di Buccinasco,Loris Cereda, che aveva organizzato per fine novembre, con il patrociniodel Comune, un convegno su Julius Evola, il massimo riferimento teoricoper il neonazismo italiano. Solo le pressioni del prefetto Gian ValerioLombardi avevano alla fine fatto saltare l'iniziativa.I confini tra tutte le destre a Milano sono spesso invisibili.

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