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lunedì 15 febbraio 2010

Comunicati sullo sciopero alla Gls e alla Ortofin più video


Giriamo i comunicati di alcune delle realtà che sostengono la lotta delle cooperative della logistica. Segnaliamo che dopo le pesanti cariche di Venerdì alla GLS di Cerro al Lambro,Domenica si è raggiunta dopo l'ennesimo blocco una vittoria da parte dei lavoratori nel magazzino della Ortofin di Settala.

Sotto riportiamo il video sullo sciopero di Venerdì alla GLS invitiamo a far girare

www.youtube.com/watch?v=mTbCQfmFowg



GLS(Cerro al Lambro)/Coop.Papavero: sciopero n. 2

Onori della cronaca ancora per Cerro al Lambro grazie all'incontro/scontro con
dirigenti della cooperativa e stato da una parte, e dall'altra i lavoratori. È
questo il senso della seconda giornata di sciopero passata davanti ai cancelli
della GLS di Cerro al L.
Ma questa volta di fronte alla sempre più solidale unità tra i lavoratori(tutti)
della coop. Papavero(già il nome è tutto un programma), lo Slai-Cobas, comitati,
precari, studenti, disoccupati, ecc. si è fronteggiato nientemeno che lo stato con
i suoi "cani da guardia" ed il loro bel sfoggiare dei manganelli.
È paradossale! Invece che mandare plotoni di guardie di finanza e ispettori del
lavoro per controllare marciume contabile(v. evasione fiscale) e condizioni
lavorative da giungla, lo stato si presenta con il manganello nel tentativo di
mettere a tacere la richiesta di normalizzazione dei rapporti di lavoro di un
centinaio di lavoratori. È un modo di fare che potrebbe trasformare il
manganello in miccia scatenante un'esplosione di lotte attorno alla GLS fino ad
accorciare al massimo il "respiro" degli enormi profitti del signor "ucciucci", al
secolo: Angelucci.
E, immancabilmente, con i manganelli del ministro Maroni, comincia a scorrere il
sangue dei lavoratori già abbastanza succhiato da anni di duro sfruttamento: è
un enorme pentolone che si sta scoperchiando con Berlusconi e Bossi che
tentano in tutti i modi di sedersi a corpo morto sul tappo.
Ma l'autorganizzazione dei lavoratori e l'abbattimento delle barriere etniche
che tentano di costruire, trovano nello Slai-Cobas il terreno più fertile per
sviluppare il vero cambiamento, risultato della lotta di classe.
È tutto un brulicare di malesseri quello che sta emergendo in molti settori.
Anche dai camionisti, tutti isolati e pesantemente colpiti, vengono i primi segnali
di fumo della rivolta.
È sorprendente la mancanza in tutti questi anni di un'organizzazione sindacale
capace di prendere a cuore la condizione dei lavoratori di fronte allo scempio
fatto attorno a SALARI, DIRITTI E DIGNITÀ. A ben vedere però sono
chiarissime le complicità e le connivenze dei sindacati confederali, anche migliaia
e migliaia di lavoratori stranieri si stanno accorgendo dell'enorme fregatura e
trovano nell'autorganizzazione sindacale la più corretta direzione di marcia.

La lotta non si ferma, continuerà fino al ripristino della legalità
RIBELLARSI È GIUSTO, SCIOPERARE È NECESSARIO!
Milano, 14 febbraio 2010 c.i.p. slaicobas.trasporti@tiscali.it http://it.mc241.mail.yahoo.com/mc/compose?to=slaicobascremona@gmail.com

Sosteniamo la lotta dei lavoratori della cooperativa Papavero di Cerro al Lambro

Ieri notte i lavoratori della cooperativa Papavero, appaltati presso lo stabilimento di logistica GLS Executive di Cerro al Lambro, hanno scioperato per rivendicare un corretto pagamento della retribuzione (in particolare delle numerose ore di straordinario non riconosciute), migliori condizioni di lavoro e l'applicazione delle norme più elementari sulla sicurezza e sull'orario ad oggi completamente disattese.
Anche in questa occasione, a sostegno di questa ennesima esplosione di conflitto contro il quotidiano sfruttamento degli operai delle cooperative, si è costituito un comitato di lotta che unisce lo SLAI Cobas (che segue la vertenza anche dal punto di vista più strettamente sindacale), a realtà politiche e sociali milanesi e a numerosi altri lavoratori e lavoratrici del settore della logistica (Origgio, Turate e Brembio).
Allo sciopero ha aderito, con sparute eccezioni, la totalità dei lavoratori che, bloccando l'ingresso ai camion (in entrata e in uscita), ha inizialmente costretto gli autisti all'inattività e a parcheggiare i bilici.
Ma ad attendere i lavoratori vi erano le forze dell'ordine, presenti (peraltro sin da martedì scorso arrogandosi compiti di "controllo" del regolare svolgimento del lavoro!) in numero sproposito e provocatorio che sin dall'inizio del picchettaggio hanno cercato violentemente di impedire lo sciopero e il blocco dei camion.
All'arrivo di nuove truppe si è definitivamente palesato il ruolo di subordinazione alle direttive padronali dei servi in divisa: questi si sono infatti scatenate in violentissime e ripetute cariche costringendo in un angolo i manifestanti, provocando diversi feriti tra i presenti e permettendo ai camion di entrare nello stabilimento.
A ciò si sono aggiunte le minacce di licenziamento ai lavoratori in sciopero chiamati telefonicamente dai capetti della cooperativa per costringerli ad entrare per scaricare. Ma l'arroganza padronale non ha fiaccato la resistenza e la determinazione degli operai e dei compagni presenti che valutata la piena riuscita dello sciopero, dopo un confronto assembleare, hanno deciso di sciogliere il presidio a notte inoltrata per organizzare nuovi momenti di lotta.
Si è comunque trattato di un primo passaggio, sicuramente positivo ma parziale, che apre un nuovo fronte di lotta in un comparto produttivo paradigmatico per composizione della forza lavoro ivi impiegata (migrante e precaria) e centrale, soprattutto nell'area metropolitana milanese, di quella organizzazione del lavoro nell'attuale fase di valorizzazione del capitale.
Settore, quello della logistica, nel quale negli ultimi due anni si sono diffuse e dispiegate molteplici lotte autorganizzate, caratterizzate dall'unità e dalla convergenza di settori sociali diversi su una chiara prospettiva politica di classe che sono riuscite a ribaltare i rapporti di forza imposti. Lotte risolute, come quelle dei lavoratori/trici di Origgio, Turate e Brembio, in cui la solidarietà di classe dispiegata per la difesa dei propri diritti, nonché per migliori condizioni di vita e di lavoro, hanno avuto quale ulteriore risultato politico di essere esempio concreto per altri operai/e parimenti sfruttati.
Ma proprio tale unità di classe diventa l'obiettivo da colpire e da fermare per i padroni e i loro sgherri consci della reale forza che momenti ricompositivi possono avere nello sviluppo del conflitto sociale che le conseguenze della crisi non possono che continuare a generare.
Come compagne e compagni del CSA Vittoria continueremo a sostenere la lotta dei lavoratori della cooperativa Papavero per migliori condizioni di vita e di lavoro, convinti che il conflitto di classe possa nascere e svilupparsi, su un terreno di incompatibilità politica, solo a partire dai soggetti sociali che in prima persona vivono le condizioni di sfruttamento e precarietà, nei luoghi della produzione e non dalle stanze dei palazzi.
CONTRO LA PRECARIETA’ E LO SFRUTTAMENTO!

I compagni e le compagne del C.S.A. VITTORIA

LE CARICHE DI CERRO AL LAMBRO NON FERMANO LA LOTTA DETERMINATA DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE!

Ieri pomeriggio i lavoratori delle cooperative del settore logistica e il comitato di lotta che li supportano hanno dimostrato ancora una volta che la lotta paga!
Nel tardo pomeriggio di domenica 14 febbraio infatti, dopo un'intera giornata di sciopero, i lavoratori della cooperativa Nova Planet, appaltati presso lo stabilimento Ortofin di Settala e Liscate, e il comitato di lotta costituitosi per sostenerne le rivendicazioni hanno costretto le controparti padronali ad accettare le condizioni decise nella piattaforma di lotta: rispetto del contratto collettivo e delle norme sulla sicurezza, equa distribuzione dell'orario di lavoro tra gli operai.
E' l'ennesima lotta vittoriosa di operai risoluti e consci che, al pari dei lavoratori di Origgio, Turate e Brembio (anche in questa occasione presenti e attivi), solo con l'autorganizzazione, l'unità e solidarietà di classe sia possibile ribaltare i rapporti di forza imposti.
Ma quella data dai lavoratori Nova Planet e dal comitato di lotta è anche la migliore risposta alla falsa speranza e all'illusione di padroni e servi in divisa di poter fermare le lotte con la repressione. Alla prova di forza tentata da Assologistica (associazione padronale di settore), che ha “ordinato” le violente cariche di venerdì a Cerro al Lambro, è stata infatti opposta la determinazione operaia risultata ancora una volta vittoriosa.
La lotta risoluta di questi/e lavoratori/trici e la solidarietà di classe dispiegata sono l'esempio concreto di come la difesa dei propri diritti nonché migliori condizioni di vita e di lavoro possano essere ottenute solo dall'unione contro ogni forma di sfruttamento!
Con i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative in lotta!
La lotta paga!
La solidarietà e la lotta sono le uniche armi in mano ai lavoratori!

I compagni e le compagne del CSA Vittoria.

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