IN PRIMO PIANO

______________________________________

venerdì 13 marzo 2009

LA CRISI LA PAGHINO PADRONI E GOVERNI! BASTA PRECARIETA'!

Nonostante il finto ottimismo berlusconiano e i tentativi di minimizzazione, è evidente che l'attuale crisi sia strutturale e globale e non relegabile a fumose “congiunture negative” di mercato o a una cattiva gestione della finanza ad opera di speculatori senza scrupoli.
Governi e padroni hanno cercato di ritardare l'esplosione della crisi perpetrando il sistema economico capitalista che ne è la fonte. Ciò attraverso la flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, la dispersione della produzione verso paesi che permettono costi più bassi e scarsa conflittualità, la fusione pressoché totale con il mondo finanziario per sfruttarne le dinamiche speculative, la privatizzazione del welfare state.
Quale risoluzione, senza intaccare gli attuali livelli di profitto, cercano oggi di caricarne i costi sul lavoro dipendente, i precari, i pensionati e in generale i ceti meno abbienti con:

· l'allungamento dell'età pensionabile (in particolare per le donne fino a 65 anni), la riduzione dei salari, il taglio della spesa pubblica e l'erosione dei servizi sociali;
· lo svuotamento della contrattazione collettiva nazionale e la reintroduzione di fatto, con il sostegno privilegiato alla contrattazione territoriale e aziendale, delle gabbie salariali in una cornice “neo-corporativa” in cui datori e lavoratori, solo formalmente distinti, difendono gli interessi di impresa, considerando il lavoro un costo da abbattere;
· la proposta di ridurre e criminalizzare il diritto di sciopero, inizialmente per il solo settore dei trasporti, accompagnata alla progressiva limitazione delle libertà e dei diritti sindacali per gestire le risposte conflittuali dei lavoratori imponendo per legge la pace sociale;
· la repressione autoritaria di ogni forma di dissenso e il contenimento delle lotte con le violente cariche agli operai FIAT di Pomigliano d'Arco e INNSE di Milano;
· la militarizzazione dei territori e il razzismo diffuso del “pacchetto sicurezza” con cui si continua a fomentare la divisione tra lavoratori di etnie differenti.

Tutto ciò in un contesto nel quale anche l'Unione Europea parla di più di sei milioni di nuovi disoccupati entro il 2010, in cui l'applicazione della Cassa Integrazione aumenta esponenzialmente ogni mese e la gran parte dei contratti precari (a termine, in somministrazione, co.co.pro,...) non viene rinnovata.
Crediamo che il percorso di tamponamento di una crisi strutturale di tale portata e il conseguente peggioramento delle condizioni di vita comporterà la crescita di conflitti diffusi, di cui già si vedono i primi importanti segnali.
La diffusione della protesta e della rabbia dei lavoratori segna la possibile rinascita di una stagione di lotte sociali e politiche. Crediamo che l'allargamento del conflitto sociale sia l'unica vera soluzione per la conquista e la generalizzazione dei bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.
La lotta e l’unità tra lavoratori di ogni settore è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO VITTORIA

Nessun commento: