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sabato 21 marzo 2009

E' USCITO IL NUOVO NUMERO DELLA SPINTA!

n° 7 MARZO 2009
sommario:
pag.1 La riforma anti-sciopero
pag.2 la situazione della cris
pag.3 "Bollettino della crisi e delle lotte
pag.4 diamo i numeri + dalla Grecia alla Guadalupa arriviamo in Francia

pag.1
PASSO DOPO PASSO CI STANNO TOGLIENDO TUTTO.
E’ stato approvato anche il ddl che impedisce il diritto di sciopero,per ora limitato solo alla categoria del trasporto pubblico,ma sappiamo che come sempre accade verrà esteso prima a tutto il pubblico impiego e poi anche alle aziende private, negando così la possibilità di sciopero,l’ultima arma di difesa rimasta ai lavoratori.
Andiamo a vedere cosa prevede il decreto antiscioperi:
1) Introduzione dello sciopero virtuale: il lavoratore sciopera ma va ugualmente a lavorare solo che i soldi della giornata lavorativa verranno detratti dal suo stipendio e dati in beneficenza.
2) Possibilità di proclamare lo sciopero solo ai sindacati che hanno almeno il 50% di rappresentanza tra i lavoratori,eliminando così il ruolo dei sindacati di base e lasciando la gestione della lotta ai sindacati confederali di comodo,visto che nell’elezione della rsu hanno il 33% di rappresentanza garantita anche senza essere votati.
3) Adesione preventiva allo sciopero: chi aderisce allo sciopero lo deve comunicare in anticipo,con questo meccanismo non solo non viene rispettata l’adesione libera ad uno sciopero,ma lo si rende inutile visto che l’azienda saprà in anticipo chi aderisce allo sciopero e potrà organizzarsi sul lavoro rendendo inutile lo sciopero.
Diventa chiaro a tutti l’obbiettivo di guerra preventiva che ricopre questo decreto.
In tempi di crisi padroni e governi si preparano da una parte a fronteggiare con la repressione e l’autoritarismo eventuali conflitti sociali (non a caso in questo decreto è inserita una sanzione di 5000 euro a chi blocca strade,stazioni,ecc.),mentre dall’altra preparano il terreno per quando la crisi finirà; Quando il ciclo produttivo ripartirà avranno a disposizione lavoratori senza diritti,senza possibilità di difesa e con salari da fame da poter sfruttare nuovamente per incrementare i loro profitti fino a quando un’altra crisi li investirà un’altra volta.
Questa è la prospettiva che abbiamo di fronte,spetta a noi cambiare le carte in tavola e porre le basi per costruire un’opposizione capace di far pagare la crisi a chi l’ha creata e ne ha le responsabilità,padroni,banche e governi,senza cadere nella trappola del terrore di perdere il posto di lavoro e senza farci dividere tra italiani ed immigrati,lavoratori privati e pubblici,giovani e anziani.
Siamo tutti lavoratori e come qualcuno diceva un po’ di tempo fa “abbiamo davanti a noi un mondo da conquistare…”

pag.2
LI CHIAMANO STIMOLI…!
Ormai è una valanga. Ogni giorno arrivano notizie di nuovi tracolli della borsa e di rischio di nuovi fallimenti di imprese storiche come la General Motors americana o la Ford tedesca o per ultimo Tiscali in Italia. La crisi del sistema capitalistico procede sempre più verso il baratro della guerra, ultima soluzione della borghesia per “risolvere” la crisi di accumulazione, coinvolgendo l’ economia reale.
Gli interventi dei vari governi a livello mondiale non basteranno a salvare banche e imprese.
I cosiddetti “stimoli” all’ economia, a suon di centinaia di miliardi di euro e di dollari, sono solo una ulteriore droga ad un sistema ormai morente che ha finito di svolgere il suo ruolo storico.
Per rendersi conto della profondità della crisi basta citare quello che ha detto il “nostro” ministro del tesoro: “si stima che il volume dei derivati( leggi titoli tossici inesigibili) è pari ad almeno 12 volte e mezza il PIL mondiale”( Italia Oggi del 27 febbraio 09). Secondo molti operatori finanziari si tratta di una cifra superiore a trenta trilioni di dollari( cioè trentamila miliardi) mentre il piano americano del presidente Obama è pari ad un trilione di dollari. E gli altri 27 trilioni mancanti Chi li paga?
Da qualche giorno,poi, si ci sono messi anche i paesi dell’ est a rischio default(Lettonia e Estonia in primo luogo) che vede coinvolta,con possibili sviluppi di crak, la italianissima banca Unicredit. I governi occidentali intervengono con una politica di stimoli keinesiani, (fanculo il liberismo) mettendo sul mercato miliardi di euro per edilizia, sviluppo del verde, soldi in sanità, grandi opere, infrastrutture e menate del genere per cercare di creare posti di lavoro, ma ciò non servirà a salvare il loro sistema.
La crisi la fanno pagare a noi lavoratori con chiusura di fabbriche,licenziamenti, diminuzione delle pensioni, aumenti contrattuali irrisori, perdita del diritto di sciopero.
In compenso al popolo e ai lavoratori gli danno l’ osso della social card (40€),un una tantum per i redditi più bassi,ma proprio bassi dei pensionati, mentre la polpa,e che polpa, la danno alle banche che hanno speculato e fatto profitti in questi anni e alle imprese per licenziare la classe lavoratrice. Sappiamo che questo sistema non crollerà nell’ immediato ma la sua fine è iniziata.
Noi riteniamo,per le nostre prospettive che questa sia una magnifica crisi.
Essa porterà allo sviluppo della lotta economica e politica delle classi lavoratrici di tutto il mondo,come è già avvenuto nella regione Francese della Guadalupa e dei paesi dell’est, che darà una spinta verso la formazione del partito rivoluzionario dei lavoratori e sarà la nuova primavera del comunismo che scioglierà la neve della borghesia per mandarla definitivamente a sciogliersi nel mare dell’ antichità.

pag.3
BOLLETTINO DELLA CRISI E DELLE LOTTE
Prosegue il presidio dei lavoratori della multinazionale Ahlstrom.

La ahlstrom multinazionale produttrice di carta per filtri per motori, ha dichiarato la chiusura della fabbrica di Gallarate con 61 licenziamenti da Venerdì 20 Febbraio i lavoratori sono in presidio permanente davanti alla fabbrica per controllare che nessuno porti via i macchinari per la produzione, per creare un coordinamento tra tutti e 4 gli stabilimenti, per creare un punto di riferimento per una serie di iniziative rivolte coinvolgere le Istituzioni di tutte e tre le province interessate.

COSA SUCCEDE ALL CRYOVAC ( ex Grace) DI PASSIRANA?
L’azienda Cryovac di Passirana sta portando avanti una procedura di cassa integrazione
per 150 Lavoratori. La richiesta iniziale comprendeva anche l’assorbimento dei superminimi dallo stipendio di alcuni lavoratori,questa richiesta è andata avanti per settimane fino al raggiungimento dell’accordo che prevede solo la cassa integrazione per 13 settimane.
Ma dietro a questa manovra,il sospetto iniziale di alcuni lavoratori che avanzavano l’idea che in combutta con i funzionari sindacali esterni di CGIL e CISL l’azienda abbia messo in campo una mossa strategica per ottenere l’accordo sulla cassa integrazione in cambio di qualche briciola ha avuto purtroppo conferma, hanno di fatto utilizzato la rsu e i lavoratori come mezzo per rendere legale e corretto quello che altrimenti non sarebbe stato,perché a quanto pare la situazione economico – finanziaria dell’azienda non avrebbe permesso tutto questo.
Ci permettiamo di fare una considerazione alla luce di altri precedenti, la situazione della Cryovac è per noi quella classica dell’azienda che approfitta della crisi in atto per fare cassa attraverso la cassa integrazione che quasi sempre è un preludio al licenziamento.
E’ successo 2 anni fa all’ Archimica di Origgio, l’azienda ha licenziato circa 60 lavoratori dicendo che era in crisi,cosa risultata poi non verietiera, poco tempo dopo questa operazione ha pensato bene di riassumere quasi tutto il personale licenziato con lavoratori interinali.
Per questo a nostro parere nel periodo di crisi che stiamo attraversando i lavoratori dovranno stare attenti a tutto quello che accade nelle aziende rispondendo in maniera determinata a ogni tentativo di attacco al posto di lavoro,essendo consapevoli che oggi più che mai subire passivamente vuol dire perdere in tutti i sensi…

ALLA ZAGATO LICENZIATI 25 LAVORATORI
Aperta la procedurali licenziamento per 25 lavoratori su 37 alla Zagato di Terrazzano.
La Zagato è un’azienda di designer di prestigio nel campo della carrozzeria per le automobili,alla richiesta di licenziamento dell’azienda i lavoratori hanno risposto con 4 ore di sciopero e si sono promessi di continuare la mobilitazione per difendere il posto di lavoro.

pag.4
DIAMO I NUMERI
La crisi finanziaria inizia ad avere ripercussioni sull’ economia reale,cioè sulle fabbriche manifatturiere,in termini di licenziamento, cassa integrazione, mobilità. Intanto le previsioni sulle conseguenze della crisi i cui effetti non si sono ancora visti, dei cosiddetti esperti a livello mondiale, parlano di 210 milioni di disoccupati nel mondo, 20 milioni di posti di lavoro in meno nel 2009 (4,5 milioni in Italia), 130-150 milioni di poveri in più nel mondo,1 milione di persone perderà la casa negli USA nel 2009, oltre 100 mila case pignorate in Italia nel 2008.In Italia il tanto sbandierato “mitico” nord-est è alle corde con una crisi che morde l’ industria dove le aziende hanno annunciato l’ apertura di una procedura di crisi sono 61 ( con cig e mobilità) nel solo mese di gennaio 2009 e coinvolgono 1251 lavoratori. I licenziamenti collettivi con inserimento in mobilità sono stati 6870 nel 2008, mentre nel solo mese di gennaio 2009 gli inserimenti in lista di mobilità sono stati 2200. L’ 80% di questi licenziamenti avviene nel manifatturiero e mancano i dati rilevanti della provincia di Vicenza.
In provincia di Milano tra Gennaio e Febbraio sono state messe in mobilità, quindi licenziate, 3343 persone corrispondente ad una percentuale del 53% in più rispetto allo stesso periodo del 2008. La cassa integrazione autorizzata è aumentata del 161% che corrispondono a 8500 persone coinvolte. La cassa integrazione riservata alle imprese e servizi al di sotto dei 15 dipendenti è aumentata del 400% con quasi mille lavoratori coinvolti. In totale le famiglie coinvolte dalla crisi nel milanese sono 12.700. L’ agenzia interinale,METIS, ha lasciato a casa 150 dipendenti comunicandoglielo via mail al proprio computer aziendale. Le domande per i sussidi di disoccupazione sono aumentate del 46% corrispondente a più di 370 mila lavoratori.
Altre notizie di crisi arrivano dal distretto industriale di Latina- Cisterna-Aprilia con un numero di lavoratori coinvolti pari a più di 7600.

Dalla Grecia alla Guadalupa si arriva in Francia

Giornali e televisioni non fanno trapelare alcuna notizia sulla situazione che si sta creando in Francia e nel resto d’Europa. Dopo la forte mobilitazione di lavoratori,studenti e disoccupati tutt’ora in corso in Grecia ,dove continuano le mobilitazioni e le azioni per dire che la crisi la devono pagare i padroni,dopo la rivolta nella regione Francese della Guadalupa che ha portato il Governo Di Sarkozy a cedere dando migliori condizioni di vita alla popolazione con aumenti di 200 euro ai salari,esplode in queste settimane anche la
Francia.
Dopo i 2 scioperi generali in poco meno di due mesi che hanno visto la partecipazione di milioni di persone, le dure proteste messe in atto in due diverse fabbriche sono emblematiche della situazione francese. Alla Sony France dopo l’annuncio della chiusura della fabbrica di Pontnox-sur-l'Adour per il prossimo 17 aprile, l'amministratore delegato dell'azienda, Serge Foucher, non avendo dato risposte esaustive durante un confronto con gli operai è stato sequestrato per una notte, mentre alla Continental di Clairoix dopo l’annunciata chiusura della Fabbrica che produce pneumatici e la conseguente perdita di 1.120 posti di lavoro è esplosa la rabbia,dopo l’assalto agli uffici della sede centrale,hanno dato alle fiamme decine di pneumatici e messo in atto una forte protesta simbolica che ha visto un manichino rappresentante l’amministratore delegato dell’azienda impiccato,intanto continuano l’occupazione della fabbrica.
E come se non bastasse da una settimana è scoppiata una nuova rivolta nelle Banlieu,dopo che un ragazzo di 29 anni è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalla polizia durante un inseguimento.
La crisi morde sempre di più e ogni giorno che passa peggiora le condizioni di vita delle classi sociali più deboli il messaggio che arriva da lavoratori,studenti e disoccupati di Grecia,Guadalupa è Francia è forte e chiaro la crisi la devono pagare padroni e banche e questo è possibile solo se iniziamo la LOTTA!


la spinta! E’ uno strumento di collegamento e contro-info tra lavoratori,precari,studenti per creare percorsi di autorganizzazione dal basso. mandaci la tua opinione,il tuo contributo e partecipa.
Ci troviamo a Rho tutti i Mercoledì dalle 19.30 in via dante 5.
PER INFO E CONTATTI:
E-MAlL: laspinta@yahoo.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

importante opera di contro-informazione!