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sabato 2 gennaio 2010

GRAVI VIOLENZE DELLE FORZE “DELL’ORDINE” CONTRO I LAVORATORI DI UNA COOPERATIVA DELLA FIEGE BORRUSO DI BREMBIO IN LOTTA PER IL POSTO DI LAVORO

comunicato stampa dello slai-cobas

Il 30 dicembre, dopo l’interruzione della trattativa sindacale per mantenere in azienda tutti i 68 lavoratori per il cambio d’appalto con una nuova cooperativa subentrante, verso le ore 13 i lavoratori, per protesta contro la direzione della Fiege Borruso che non si era presentata all’incontro, sono scesi in sciopero. Su 68 dipendenti della cooperativa 35 sono scesi in sciopero la cui maggioranza iscritti al SLAI Cobas. Sono usciti nel piazzale davanti all’entrata, hanno bloccato i camion in entrata e in uscita.
Prima i dirigenti della nuova cooperativa che subentra (UCSA) e poi la polizia e i carabinieri, insieme a funzionari della Digos, hanno minacciato i lavoratori dicendo che se scioperavano gli avrebbero tolto il permesso di soggiorno, identificando tutti i presenti.
Nonostante le minacce tutti i 35 lavoratori, insieme al coordinatore di Cremona dello Slai Cobas accorso sul posto chiamato dai lavoratori, sono rimasti seduti sul piazzale. A quel punto le forze "dell’Ordine" con una violenza inaudita, hanno cercato di trascinare via i lavoratori bastonandoli malgrado una resistenza passiva. Il risultato di tale violenza è stato: 7 lavoratori, tra cui due donne, feriti di cui 4 (1 donna e 3 uomini) portati al pronto soccorso.
Verso le ore 18, visto che gli operai non desistevano, le forze "dell’ordine" si ritiravano nella fabbrica e messisi caschi e scudi hanno di nuovo caricato i manifestanti manganellandoli e ammanettando ai cancelli 2 operaie.
Di seguito hanno caricato in auto e arrestato Fulvio il compagno dello Slai Cobas e l’operaio albanese Miri colpevole di aver coperto con il suo corpo la sorella che veniva colpita mentre era per terra.
La polizia pensava che i manifestanti si disperdessero desistendo dall’iniziativa di sciopero, ma al contrario questi sostenuti dai militanti (Slai Cobas, Spazio Popolare la Forgia di Crema, Work, Comitato Antirazzista di Milano, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni) accorsi alla notizia del pestaggio, alle ore 21 si sono recati in questura a Lodi per protestare contro questa vile aggressione e chiedere il rilascio dei 2 compagni arrestati. Alla notizia che i due compagni sarebbero stati processati per direttissima l’indomani si sono dati appuntamento il 31 mattino alle ore 6.00 davanti alla Fiege Borruso di Brembio. Lo sciopero e il blocco dei camion ha continuato tutta la mattina grazie alla presenza dei lavoratori e alla partecipazione esterna che via, via si è rafforzata (alle ore 10 con una folta presenza del CS Vittoria di Milano), mentre un gruppo di compagni si recava in tribunale a sostegno degli arrestati.

La mobilitazione ha consentito, per ora la scarcerazione dei due compagni e la riapertura della trattativa con la presenza anche di una delegazione dello Slai Cobas.
Il risultato della trattativa, se da una parte ha permesso di portare le ore lavorative a 40
ore settimanali per chi resta nel sito, ha però confermato che 18 lavoratori dovranno spostarsi in altri siti (distanza 50Km) per lasciare entrare alla Fiege Borruso altrettanti lavoratori che si porterà la cooperativa UCSA (che nel sito si presenterà con una nuova denominazione la coop Delfinia) per 8 lavoratori invece non si sa che fine faranno.
Questo nuovo accordo siglato dalla trimurti sindacale CGIL, CISL e UIL e padroni è illegale (vedi nota), perché è contrario al fatto che la cooperativa subentrante deve assumere i 68 lavoratori presenti nel sito e mantenerli su quel sito alle stesse condizioni normative e salariali. Questo accordo, che ripetiamo è illegale, è stato raggiunto grazie anche alle prese di posizioni della delegazione presente della prefettura che non ha mai fatto osservare ciò che la legge e i contratti impongono a chi subentra nell’appalto.

ANCORA UNA VOLTA POLIZIA, CARABINIERI E PREFETTURA SI SONO SCHIERATI CONTRO I LAVORATORI CHE LOTTANO PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO, A DIFESA DEL CAPITALE E DEL PROFITTO.

ANCORA UNA VOLTA L’UNITÀ E LA SOLIDARIETÀ DI CLASSE HA DIMOSTRATO DI ESSERE L’UNICA IN GRADO DI CONTRASTARE CON DECISIONE LA SETE DI PROFITTO E INGORDIGIA DEI PADRONI.

La lotta perciò continuerà fino a che tutti lavoratori saranno assunti nel sito di Brembio della Fiege Borruso nel rispetto di tutte le garanzie contrattuali e normative.

Milano, 1 gennaio 2010.

per SLAI COBAS
Aldo Milani e Fulvio Di Giorgio

Nota
Dall'accordo sottoscritto il 30 aprile 2008 CCNL trasporto merci si legge:
art.37.cessione, trasformazione e cessazione dell'azienda
1) La cessione e la trasformazione dell'azienda in qualsiasi modo non risolve di per sè il contratto di lavoro ed il personale conserva i suoi diritti nei confronti del nuovo titolare, salvo la facoltà di ciascun dipendente di chiedere la liquidazione del trattamento di fine rapporto e di iniziare ex novo un altro rapporto di lavoro.
2) Per accordo sindacale con le Organizzazioni territoriali delle parti stipulanti può essere convenuta la risoluzione del rapporto di lavoro e la conseguente liquidazione.
3) Devono comunque essere rispettate le procedure previste dall'art.47 della legge 29.12.1990, n.428 ( legge comunitaria '90 ) e successive modifiche.
4) Nei casi in cui, in applicazione dell'art.47 della legge n.428/90, il trasferimento di azienda riguardi più di 60 dipendenti, il termine di 25 giorni previsto dallo stesso art.47 è portato a 40 giorni .

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