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sabato 3 ottobre 2009

Messina: nubifragio fa strage. Non è successo per caso

da infoaut

La condizione di dissesto idrogeologico che costituisce la normalità del territorio Siciliano sta mietendo in queste ore nuove vittime. I fatti di Messina, con le decine di morti (20 al momento) sotto le frane, le palazzine crollate e travolte da torrenti e fiumi di fango non sono una tragica fatalità ne un disastro naturale, sono il risultato di scelte precise di chi ha negli anni ha amministrato e governato il territorio, scelte compiute perdippiù nella piena consapevolezza delle conseguenze. Una consapevolezza che non è data solo dai dati e dalle ricerche con cui i geologi hanno ripetutamente denunciato l'emergenza ma anche dalla storia che ha visto a più riprese ed assai frequentemente frane e smottamenti sconvolgere Messina ed il suo comprensorio in seguito a "nubifragi" (termine un po' desueto utilizzato dai media per velare di eccezionalità cio che eccezionale non è, la pioggia), la stessa Giampilieri(frazione di Messina), oggi tra le comunità più colpite con i suoi 6 morti, aveva subito appena nel 2007 un alluvione e solo una decina d'anni fa, nel settembre del '98, sempre nel messinese altre quattro persone erano morte. Ma episodi di fenomeni simili, meno gravi e senza vittime, si sono registrati negli ultimi tempi in quell'area con cadenza quasi annuale.La decisione di affrontare le eventuali esplosioni emergenziali e straordinarie piuttosto che tutelare giornalmente e con pratiche ordinarie di cura del territorio l'integrità dell'assetto geologico deve apparire agli occhi miopi e criminali di chi ha permesso alla speculazione edilizia di devastare le città e le campagne la scelta più redditizia, d'altronde il disinteresse totale per le sorti degli abitanti in nome del progresso(?) e delle fruttuose speculazioni ad esso legate, la vicenda del ponte sullo stretto ne è a tal proposito un esempio grandioso, è la cifra caratteristica di chi ha governato e sta governando il paese nonché paradigma fedele di quanto accadutoI centri più colpiti da questa strage (dell'uomo e non della natura come già detto) sono la frazione di Gaimpilieri ed il comune di Scaletta Zanclea, come testimoniano gli stessi abitanti questa non è per nulla una sorpresa, la protezione civile dell'ineffabile e spettacolare Bertolaso era a conoscenza della particolare pericolosità di quei luoghi ma nulla è stato fatto neanche per evitare, non il disastro in se, ma perlomeno le sue più tragiche conseguenze. Paradossale sarà nei prossimi giorni dover assistere di fronte a tanto cinico disinteresse per le vite delle popolazioni all'ormai rituale retorica sull'efficienza e straordinario eroismo della protezione civile che da qualche tempo sono diventate la costante dell'informazione mainstream.

Ascolta l'intervista con Gino della Rete No Ponte
Leggi il comunicato della Rete No Ponte

[da Radio Onda d'Urto] Ascolta il commento di Tonino Perna, docente all'università di Messina
[Video RaiNews24] Le testimonianze: "La protezione civile sapeva"
Rassegna stampa sull'ennesima strage annunciata

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