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lunedì 29 marzo 2010

Milano: operai occupano la Colombo

E' in corso l'occupazione degli uffici della Carlo Colombo in via B.Crespi 1t, a Milano, da parte di una trentina di operai in CIG.

La C.Colombo, ditta all'avanguardia nella lavorazione del rame aveva deciso la chiusura dello stabilimento di Agrate Brianza il 31 dicembre 2008, trasferendo tutta la produzione a Porcigatone (CR) e impegnandosi, in sede di accordo sindacale che aveva messo fine al picchetto permanente, nella ricollocazione degli operai e/o nel loro accompagnamento alla pensione
A distanza di 15 mesi nulla è stato fatto in questo senso e la risposta degli operai, organizzati in comitato di lotta indipendente, dopo varie iniziative di protesta, è stata quella di passare all'occupazione degli uffici. Attualmente la situazione è tranquilla rispetto all'intervento delle forze dell'ordine, l'azienda tenta di sorvolare sull'episodio, mentre i lavoratori, che controllano un intero piano dell'edificio, si stanno per riunire in assemblea e decidere i prossimi passaggi.

Aggiornamento: L'occupazione degli uffici alla Carlo Colombo è terminata alle 16 circa.

Le pressioni delle forze dell'ordine, arrivate verso le 12.00 sono aumentate e hanno dovuto chiamare in campo, per la prima volta, la prefettura, come garnate del rispetto degli accordi presi nel 2008. Pur senza alcuna fiducia in questa forma di "garanzie" è fuori dicussione il fatto che solo l'azione diretta degli operai ha potuto creare alcune contraddizioni a livello poltico su cui si costruiranno le prossime forme di mobilitazione.Nei prossimi giorni, con tutta probabilità verrà organizzata un'assemblea operaia per discutere sul proseguimento dell'iniziativa.

Il comunicato dei lavoratori:

Oggi lunedì 29 marzo 2010 i lavoratori in cassaintegrazione della Carlo Colombo Spa hanno occupato gli uffici della sede centrale di Milano, in via B.Crespi 17, per protestare contro l'atteggiamento di totale chiusura dell'Azienda riguardo agli accordi presi in tema di ricollocazione degli esuberi, prepensionamenti ecc.
I lavoratori sono decisi a mantenere l'occupazione finché l'Azienda non darà delle serie garanzie di voler rispettare gli accordi presi più di un anno fa con i lavoratori e il sindacato.
La Carlo Colombo s.pa è una società produttrice di trafilati e piatti in rame. Nel gennaio 2009 attiva una procedura di mobilità per 81 lavoratori nella sede di Agrate Brianza con conseguente chiusura del sito. Con accordo firmato dinanzi al Ministero del lavoro si impegna al mantenimento in CIGS per due anni (verbale di accordo sindacale dell'ottobre 2008).
Ad ottobre 2009 la Confindustria comunica che non ci sono le condizioni per la concessione del secondo anno di CIGS perché non si è raggiunto il target. Gli esuberi non sono stati ben gestiti. Tale compito spettava alla Carlo Colombo, che se ne lava le mani e la soluzione è 77 lavoratori in mobilità! Dopo le proteste dei lavoratori, la Regione concede per il 2010 la Cassa Integrazione in deroga, ossia l'Azienda scarica sulla collettività i costi che si era impegnata a versare lei.
La Carlo Colombo produce componenti in rame che nel nostro paese non certo si può definire un mercato in crisi, però preferisce chiudere il sito di Agrate e spostare la produzione altrove per massimizzare i suoi profitti. I soggetti pubblici che hanno supervisionato l'accordo e gli enti preposti al monitoraggio dell'industrializzazione e dei livelli occupazionali cosa fanno? Nulla, stanno a guardare altre 77 famiglie che resteranno senza mezzi di sostentamento.
I lavoratori decidono di entrare in uno stato di agitazione permanente. Abbiamo fatto due manifestazioni a Milano sotto gli uffici della ditta, siamo andati alla Regione, alla Provincia, al Comune di Agrate, abbiamo fatto un picchettaggio ai cancelli dell'altro stabilimento della Colombo, a Pizzighettone, ma l'Azienda continua a rimanere indifferente agli impegni presi.
Per questo, se l'Azienda non si interessa di ricollocarci presso altre aziende come si era impegnata a fare, abbiamo deciso di ricollocarci noi nei suoi uffici, a tempo indeterminato.

Il Comitato dei Lavoratori della Carlo Colombo

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