a cura del collettivo Militanz
Vicende, per anni taciute e soffocate, solo negli ultimi tempi sembrano aver acquistato rilevanza nell’opinione pubblica calabrese e nazionale. In realtà, Cetraro , la valle del fiume Oliva, Crotone, Praia a mare, etc. sono solo gli esempi a noi più noti del quotidiano degrado in cui versa la nostra regione, sub-colonia strumentale alla conservazione degli interessi dei poteri economici e politici nazionali ed internazionali.
Noi compagni e compagne del Laboratorio Politico Aula P2 Occupata e del Collettivo Politico Militanz, non rappresentati dalla classe “dirigente” locale e nazionale, ci opponiamo a che il corteo odierno diventi la consueta e vile passerella del carosello politico istituzionale, pronto a ergersi da complice qual è dell’attuale scempio ambientale a brigante difensore della terra nostra. Invitiamo la popolazione a maturare coscienza critica ed a riprendersi il ruolo che gli spetta, vale a dire protagonista attivo nella gestione del governo e del territorio.
Purtroppo ancora oggi il sud e le sue popolazioni continuano ad essere serbatoio da cui attingere forza-lavoro sfruttata e sottopagata; il suo territorio continua ad essere depredato di risorse e materie prime divenendo discarica in cui insabbiare qualsiasi tipo di rifiuto usufruendo di connivenze tra una casta politica autoreferenziale e settori della malavita organizzata. Malavita che non rappresenta l’antistato, ma è un’organizzazione complementare e strettamente intrecciata con parti decisive degli apparati statali, funzionale al mantenimento degli attuali equilibri di potere.
Il sotterraneo incremento del tasso di mortalità e di incidenza tumorale, finora sapientemente insabbiato, gli operai morti nella fabbrica della Marlane, l’utilizzo di materiale tossico nella costruzione di opere pubbliche a Crotone, etc. rende sempre più evidente, qualora ce ne fosse bisogno, che le vite di migliaia di uomini, donne e bambini, possono essere e sono quotidianamente sacrificate sull’altare del profitto in nome degli interessi del capitale.
È riduttivo analizzare la questione ambientale slegata dalle dinamiche del più ampio contesto; quello dell’attuale sistema di produzione, basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sul dominio del denaro su tutto. Solo operando in quest’ottica si può portare avanti una lotta che superi le istanze delle singole realtà locali e crei le radici per intendere il territorio come un bene inviolabile.Affinché l’evento di oggi non resti fine a se stesso, è necessario lavorare insieme per la creazione di spazi e momenti di riflessione e di lotta,fino alla vittoria!!!
IN PRIMO PIANO
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