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martedì 15 settembre 2009

Continua la lotta della Lares e Metalli preziosi

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

Lunedì 14 settembre 2009 5 lavoratori della Metalli Preziosi SpA, azienda di Paderno Dugnano specializzata nella produzione di metalli per circuiti elettrici e affini, sono saliti sulla ciminiera della fonderia della fabbrica. Si tratta di un atto estremo che è l’ultimo di una lunga serie dopo che a partire dal dicembre scorso la produzione si è fermata, non sono stati più pagati gli stipendi (con mensilità ancora oggi in arretrato) e in luglio si è chiesto il concordato fallimentare. Stessa situazione vige alla Lares SpA, storica impresa di circuiti stampati. Le due imprese sono accomunate dall’avere lo stesso padrone fallimentare, Marcel Astolfi, molto più interessato a speculare sui terreni che a produrre.
Le richieste sono le seguenti.
Sul piano immediato, e intendiamo riferirci all’incontro programmato per mercoledì 16 settembre al Ministero delle Attività Produttive a Roma, si chiedere l’incremento della Cassa Integrazione (sostegno al reddito), insufficiente a coprire i bisogni di numerose famiglie, e la sua erogazione mensile e non trimestrale (come avviene oggi), a riprova dell’insufficienza delle attuali misure di welfare.
Sul piano delle prospettive, il primo obiettivo è la possibilità di riprendere il lavoro quanto prima. A questo riguardo, le Rsu Metalli Preziosi e Lares SpA dichiarano che:
1. la lotta delle due imprese è unica e inscindibile;
2. non è sufficiente limitarsi a chiedere l’intervento di un imprenditore o di un gruppo industriale, pur serio e motivato, in grado di far ripartire l’attività produttiva come finora si è svolta. Se ciò avvenisse, e non è affatto scontato, il rischio è che la situazione di crisi venga semplicemente posticipata nel tempo. Il tipo di produzione è infatti sottoposta a crescente e pressante competizione globale, oltre che avere un impatto ambientale molto negativo su un territorio fortemente abitato.
3. A tal fine, tenendo conto delle elevate competenze tecniche dei lavoratori nel campo della produzione dei circuiti stampati e affini (in grado negli anni Novanta di fare “innovazione” per multinazionali come Nokia, Siemens, Magneti Marelli, Tecnomasio BB …), e della lavorazione di metalli preziosi e non in varie applicazioni civili e industriali, è necessario cominciare a pensare ad un piano industriale nuovo, in grado di riconvertire parte o tutta la produzione materiale in servizi avanzati per l’elettronica e l’innovazione, a impatto ambientale nullo e a maggior valore aggiunto.
4. Ciò potrebbe richiamare l’interesse di nuovi investitori internazionali e istituzionali, oggi poco propensi a investire in Italia per la scarsità di infrastrutture ad alta tecnologia. E’ necessario al riguardo un maggior coinvolgimento degli attori istituzionali, dal comune alla Regione alla Provincia, per favorire lo sviluppo di attività ecocompatibili e innovative, in grado di sviluppare sinergie con ambiti universitari di ricerca.
La determinazione dei nostri cinque compagni di lavoro è la nostra determinazione. La lotta continuerà finché non ci saranno offerte adeguate garanzie di reddito immediato e costante e non ci sarà l’impegno da parte del Comune e delle istituzioni preposte a mantenere inalterata la destinazione d’uso del terreno a scopo produttivo all’interno di un piano industriale che non sia il solito bidone ma presenti caratteristiche di stabilità e certezze, con l’obbligo di mantenere in ogni caso le aziende sul territorio

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