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giovedì 17 settembre 2009

Comunicato sulla riunione delle cooperative del 06.09.2009 nella sede dello SLAI COBAS

Un centinaio di lavoratori delle cooperative insieme a qualche militante dello Slai e altri militanti del movimento che erano presenti nella lotta di Origlio si sono incontrati per discutere dei problemi che li affliggono nei posti di lavoro, nella società e soprattutto per organizzarsi e darsi un coordinamento stabile per le lotte future.
Gli interventi spaziavano dalla descrizione della condizione lavorativa, alla denuncia di come sono trattati i lavoratori immigrati dalle istituzioni e organismi statali vari e soprattutto rivendicavano la necessità di una risposta unitaria in quanto lavoratori sfruttati dal sistema borghese.
Storie individuali che raccontate venivano percepite e denunciate come comuni a tutti i lavoratori che sono nelle cooperative.
Un sistema quello delle cooperative che era nato, almeno nelle intenzioni, come alternativa al sistema di sfruttamento capitalistico , un sistema di associazioni di mutuo soccorso di produzione, di distribuzione di beni di consumo, di costruzione di alloggi e di alfabetizzazione per i lavoratori, che Marx e Lenin a più riprese denunciarono per i limiti riformisti che ne potevano derivare (Lenin in un discorso all’assemblea delle cooperative di Mosca oltre a darne una descrizione positiva per aver svolto una parte di esse una lotta contro i capitalisti, denuncia anche la degenerazione che hanno subito e afferma: “le cooperative hanno spesso trasformato gli interessi del popolo nell’interesse di un gruppo di persone, guidato spesso dal desiderio di
spartirsi il profitto commerciale con i capitalisti”) e che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
L’Alleanza Cooperativa Internazionale definisce la cooperativa come “un’associazione autonoma di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i loro bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di una società di proprietà comune e democraticamente controllata”,basterebbe lavorare in questo “girone” dell’inferno dello sfruttamento, per rendersi conto di quanto esso sia un sistema di precarizzazione estrema della forza lavoro e di intensificazione dello sfruttamento capitalistico dove la violazione di ogni tutela della libertà e dignità del lavoratore, norma contrattuale e normativa è possibile.
Questo sistema delle cooperative basato sulla totale illegalità si regge sull’appoggio dei sindacati confederali, della sinistra borghese (vedi Lega delle Cooperative) della destra ( cooperative “bia nche”, Compagnia delle Opere) fino ai reparti extraistituzionali della mafia, camorra e“compagnia” atta a “pulire” il denaro sporco della malavita organizzata .
Un solo esempio di illegalità “legalizzata” dai vari attori, che sono a sostegno di questo sistema, è data dall’applicazione contrattuale relativo agli aumenti salariali, alla contribuzione previdenziale ed assistenziale: la legge 3 aprile 2001, n.142 dava, all’articolo 4, la possibilità di graduare (per “un periodo non superiore a cinque anni”)le applicazioni contrattuali, tenendo conto delle differenze settoriali e territoriali delle aziende, ebbene nei contratti successivi si stabiliva che gli aumenti relativi alla tredicesima, quattordicesima, rol,ferie, ex festività, T.F.R. dovevano essere graduati per le cooperatine nate prima del 27 luglio 2002, mentre per
quelle sorte successivamente si dovevano applicare senza gradualità, salvo casi particolari suffragati dalla firma di un’associazione territoriale delle cooperative e dai sindacati confederali firmatari del contratto nazionale (“Le parti concordano che il presente accordo di gradualità si applica, ai sensi della legge 142/01, agli organismi economici cooperativi che abbiano ad oggetto la prestazione di attività lavorativa di facchinaggio, di trasporto, di logistica e movimentazione merci che siano in attività alla data del presente accordo…Resta inteso che agli organismi economici costituiti e/o operativi successivamente alla data del 27/06/2002 non si applica la presente intesa di gradualità. A livello territoriale, tramite accordo tra tutte le
organizzazioni firmatarie del presente protocollo, potranno essere definiti i relativi percorsi per
l’applicazione del protocollo attuativo all’intesa per le cooperative costituite dopo il 27.06.2002.”). Come era prevedibile in tutte le cooperative vige ora, più o meno per tutti, il criterio della gradualità e siccome la legge prevedeva “un periodo non superiore ai cinque anni” i sindacati confederali e i rappresentanti sindacali delle aziende il 15 luglio di questo anno hanno stabilito di legalizzare questa illegalità fino all’1-11- 2010.

(nota 1).
I lavoratori delle cooperative riuniti in questa assemblea ( presenti in 14 cooperative con un totale di 600 persone, per la maggior parte immigrati) hanno deciso di ripristinare la loro ”legalità” e, contro questa oltraggiosa ed ennesima ingiustizia, difendere il proprio salario, aprendo una nuova stagione di lotta, su tutto il fronte dove sono presenti e con scioperi simultanei dov’è possibile.
Ancora una volta lotteranno per fare rientrare al lavoro dei compagni licenziati, per un aumento di salario, per un’indennità di mensa, per un abbassamento del cottimo, per avere la liquidazione che non hanno avuto quando c’è stata la dismissione di una cooperativa e la sostituzione con un’altra. L’assemblea ha inoltre stabilito un calendario che prevede, oltre agli scioperi, iniziative che vanno dalla partecipazione di una delegazione di lavoratori delle cooperative presso il tribunale di Milano, il giorno 21-09-2009, in occasione del processo intentato contro i 14 immigrati in seguito alla rivolta del CPT di via Corelli, la partecipazione all’assemblea di Napoli, promossa dallo Slai Cobas con altri sindacati di base, sulla democrazia sindacale. Cosa molto sentita da tutti, essi tenderanno all’organizzazione di una manifestazione Milanese dei lavoratori in lotta contro l’attacco padronale e governativo, per evidenziare un fronte di classe (che va dai lavoratori di Origgio, all’alfa di Arese, all’INSSE, ai precari della scuola….) come “muro di resistenza” contro la crisi del capitale.
In continuità con la manifestazione che abbiamo promosso il primo maggio del 2009, alla testa di
questa mobilitazione ci saranno gli striscioni con le scritte “IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA i padronie i loro governi” e “facciamo pagare la crisi ai padroni” .

slai cobas

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