A quasi 2 mesi di distanza dalle cariche delle “ forze dell’ordine” contro il corteo studentesco che protestava contro il G8 dell’università a Torino, la magistratura di Torino fa arrestare 21 compagni e compagne, indagarne un'altra ventina, perquisire il centro sociale Askatasuna di Torino, la festa di radio Sherwood di Padova e numerosissime altre abitazioni.
La violenza di questi arresti e il chiaro intento repressivo purtroppo non ci stupiscono nella loro evidente becera funzione di esplicita intimidazione per le mobilitazioni contro l’appannata vetrina del G8 all’ Aquila, soprattutto nel momento in cui il presidente del consiglio berlusconi vede “appannata” la sua aurea vincente, a tal punto da venire messa in dubbio la presenza dell’ Italia ai prossimi vertici internazionali.
Ma il preciso obbiettivo è stavolta, crediamo, anche un altro, è cioè quello di colpire strutture politiche, compagni e compagne per annullare la prospettiva politica di arricchire movimenti territoriali o vertenzialità specifiche con contenuti e comportamenti che danno il senso di una radicalità anticapitalista, di troncare il legami di una prospettiva di conflitto dal corpo sociale di queste vertenzialità territoriali ( no tav, no dal molin, onda, no discariche....), impedire un salto di qualità politico ai movimenti azzerandone manu militari le ali più radicali che si pongono al di fuori delle regole compatibili dell’alternanza di governo e del parlamentarismo borghese.
Questa repressione subisce un’accellerazione preventiva, proprio perché siamo in una fase di profonda crisi strutturale e di sistema del capitalismo nel quale le voci di dissenso più o meno organizzate e le forme di resistenza, politica e sociale, allo sfruttamento di classe e, in sintesi, all’impoverimento generalizzato dei lavoratori e delle lavoratrici, stanno emergendo nei territori e nei differenti luoghi della produzione del profitto.
In tale contesto di perfezionamento di un controllo sociale sempre più pervasivo e di limitazione degli spazi di opposizione è ben inquadrabile il disegno di rimozione dalla stessa storia della coscienza dei movimenti di lotta dell’idea di una società altra e radicalmente alternativa, non più fondata sullo “sfruttamento dell’uomo sull’uomo”.
A colpi sia di manovre e teoremi giudiziari, sia della repressione poliziesca minuta e quotidiana, sia di un revisionismo storico fatto proprio anche dalla stessa sinistra cosiddetta socialdemocratica, il tentativo centrale è quello di estirpare ogni forma di immaginario rivoluzionario da un corpo sociale e di classe sempre più sfruttato e precario.
Per finire, noi non crediamo che la risposta alla repressione sia, di per se, un elemento aggregante, un terreno di scontro sulla base del quale si possa allargare il consenso o sul quale si possano innestare chissà quali progettualità, anzi è, evidentemente, un fattore che ci fa scivolare su un terreno difensivo; ma è proprio per questo che, al di fuori di ogni logica legalitaria di innocentismo o colpevolismo, va costruito un muro di solidarietà politica che difenda ogni militante fermato, indagato, o arrestato.
Contro questo disegno l’unica riposta possibile è l’autorganizzazione, la lotta e la generalizzazione del conflitto sociale, per una trasformazione radicale dell’esistente, per una società senza più classi ne padroni.
Solidarietà ai compagni arrestati !
Libere e liberi, tutte e tutti SUBITO !!
LA REPRESSIONE NON PASSERA’ !
I compagni e le compagne del C.S.A Vittoria
Via friuli angolo via Muratori 20135 Milano 02/5453986
www.csavittoria.org vittoria@ecn.org
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