Facciamo pagare la crisi ai padroni e ai loro governi di centrodestra e centrosinistra
I compagni e le compagne del C.S.A. Vittoria partecipano all'importante mobilitazione e sciopero generale indetto dalle sigle del sindacalismo di base per la giornata odierna.
Scenderemo in piazza formando uno spezzone con lavoratori e lavoratrici di tutti i settori, privati e pubblici, e in particolare con gli operai delle coop. Leonardo e Java appaltati presso gli stabilimenti di stoccaggio Bennet di Origgio (VA) in lotta ormai da mesi per l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, contro i licenziamenti politici subiti e per condizioni di lavoro dignitose.
Riteniamo la lotta autonoma e autorganizzata dei lavoratori delle cooperative paradigmatica di quella flessibilità del lavoro di cui tutti adesso parlano, sindacalismo concertativo compreso.
La precarizzazione della vita, dal lavoro ai diritti fondamentali, è l’arma nelle mani del capitale, sostenuto dai vari governi di centro-destra e centro-sinistra, per controllare la classe lavoratrice. Arma indispensabile in particolar modo oggi, allorché il capitale deve affrontare una crisi non congiunturale bensì strutturale, globale e sistemica.
Una crisi scaturita in un contesto di globalizzazione capitalista compiuta, originatasi negli Stati Uniti ma che intacca l’Asia e l’Europa, l’Africa e l’America Latina e risultato di un lungo processo di creazione di capitale “immateriale” e finanziario che negli ultimi decenni ha assunto sempre più la forma di pura speculazione.
Economia finanziaria, però, strettamente legata all'economia reale al punto che interi pezzi della riproduzione sociale, con lo spregiudicato uso dei derivati, sono nelle mani della finanza: fondi pensione, bilanci regionali e comunali, fondi-cassa di imprese fino ai conti correnti del risparmiatore vengono investiti come al casinò.
E, quindi, i ripetuti crolli delle borse internazionali bruciano pezzi consistenti della ricchezza (povertà) complessiva: posti di lavoro, garanzie sociali, beni comuni. E, anche e soprattutto, pongono un’ipoteca gravosa coi famigerati “salvataggi” di banche fraudolente e speculatori stornando denaro pubblico dagli investimenti per istruzione, sanità e servizi sociali.
Sono pertanto tutti i settori proletari a pagare ancora una volta i costi sociali della crisi: per un costo della vita sempre più elevato, per la speculazione sul bisogno della casa, che allontana la possibilità di poter pagare l’affitto, per una sanità pubblica che con i ticket diventa un bene di lusso, per il tempo di non lavoro rubato (viaggi casa-lavoro, orario di lavoro spezzettato, ecc…), per il controllo sociale sempre più invasivo e oppressivo.
La trattativa in corso tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil per svuotare il contratto nazionale di lavoro, l’affondo sulle privatizzazioni di scuola e università, il tentativo di smantellare definitivamente la pubblica amministrazione anche attraverso l’attacco ai lavoratori pubblici ed i tagli al personale, il razzismo diffuso, sono ulteriori strumenti utilizzati per recuperare quote di profitto in una situazione di crisi generalizzata.
Per combattere tutto questo riteniamo necessario che ogni momento di conflittualità, ogni vertenza che si sviluppi sia nei luoghi di lavoro su salario e condizioni di lavoro che sul territorio sul diritto alla casa, a una sanità pubblica ad una socialità non mercificata, debba superare le proprie specificità ed essere finalizzata a rafforzare un fronte di contrapposizione sociale alle politiche neoliberiste per creare e organizzare percorsi di lotta generalizzati per migliori condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici e porre la questione del superamento dell’attuale organizzazione capitalistica del lavoro.
Riteniamo che la giornata odierna abbia una valenza politica che tracima la semplice scadenza sindacale: questa deve essere infatti parte della crescita di un percorso ricompositivo, quanto più possibile collettivo e condiviso, che sappia unificare tra loro realtà politiche e sociali e le situazioni di lotta presenti sul territorio metropolitano per frenare la deriva liberista e l'attacco sempre più incisivo ai diritti e alle condizioni di vita in generale. Un percorso politico, fortemente caratterizzato in senso anti-concertativo e anticapitalista, che tenti anche di sviluppare punti di riferimento politico che possano raccogliere e praticare proposte condivise e generalizzare l'auto-organizzazione e la solidarietà tra lavoratori e lavoratrici.
Fip 12/08
CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO VITTORIA
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