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giovedì 22 aprile 2010

RIPRENDIAMOCI IL 25 APRILE!

ore 14 in piazza San Babila

contro il capitalismo, il fascismo, il razzismo!

Domenica 25 aprile, come compagni e compagne del Centro Sociale Vittoria, saremo in piazza per dare il nostro contributo a questa mobilitazione contro la, sempre più forte, deriva autoritaria e culturalmente fascista imboccata dalla società nel suo complesso.
In un momento particolare di crisi strutturale dell'economia capitalista, padroni e governo, tentando di salvaguardare i loro margini di profitto sempre più risicati, provano a scaricarne i costi sulle classi subalterne attaccandone selvaggiamente i diritti e le condizioni di vita e di lavoro.
La gestione politica e ideologica di questa crisi apre spazi per derive di tipo autoritario e populista all'interno delle quali si aprono ulteriori possibilità di recrudescenza fascista e razzista da parte dei gruppi della destra più radicale.
Le campagne sicuritarie, il razzismo, l'autoritarismo istituzionale, la xenofobia, l'oscurantismo religioso, il superamento e l'oltraggio continuo alle stesse regole della democrazia parlamentare borghese, danno il senso di quale sia il collante ideologico di un blocco sociale, fortemente caratterizzato in senso anticomunista e antidemocratico, che si fa garante e sostegno delle politiche classiste e antipopolari del governo Berlusconi.
L'ultimo "collegato lavoro", che fa piazza pulita di ogni diritto dei lavoratori è, ad esempio, un chiaro segnale di questa guerra al lavoro che spiega bene oggi quale sia il volto del fascismo del XXI secolo.
Un dominio di classe non in camicia nera come nel 1922, ma che usa lo squadrismo come strumento di provocazione, che non propugna più le leggi razziali del 1938, ma che costruisce i CIE spandendo a piene mani una sottocultura razzista e xenofoba che fa presa sulle paure determinate dalla precarietà delle condizioni di vita e di lavoro.
Un insieme di relazioni sociali impostate sull'autoritarismo che formano un quadro di "democrazia autoritaria" e di controllo sociale composto da una stratificazione di livelli repressivi supportati da una campagna "culturale" per l'imposizione di modelli di comportamento funzionali al perdurare degli odierni rapporti di produzione.
La giornata del 25 aprile, dunque, non può essere una ricorrenza di facciata, non può essere un calderone conformista in cui ci può trovare posto tutto e il contrario di tutto, non è una nota di colore, non può e non deve centrare la propria attenzione solo al rinascere delle attività più virulente, odiose e smaccatamente aggressive delle bande nazifasciste, ma deve, ed è questa la nostra scelta, provare a declinare e interpretare l'antifascismo da un punto di vista di classe, dal punto di vista dei lavoratori che subiscono la crisi, il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, il razzismo utilizzato per dividerli e dividerci.
Un antifascismo di classe che provi a rompere il sistema di controllo sociale che regola e comprime, giorno per giorno le nostre vite, le nostre condizioni di lavoro e la possibilità stessa di provare ad abbattere l'organizzazione capitalistica del lavoro che produce fascismo, razzismo, sessismo...

Ecco perché quest'anno abbiamo deciso di essere in piazza, ma dicendo chiaro che il 25 aprile così come si è definito negli ultimi anni, non è più cosa nostra, che l'antifascismo non è un vestito da indossare per recuperare consenso, che la resistenza e la lotta armata del popolo italiano per la cacciata del nazi-fascismo non hanno nulla a che fare con la voglia di appropriarsi di questa data che esprimono, strumentalmente, le varie correnti del centro-sinistra o della sinistra ex-parlamentare, che la nostra lotta contro la deriva fascistoide e populista non può stare nel recinto del legalitarismo e dello scontato odio antiberlusconiano, perché questo lo porrebbe su un piano di compatibilità politica senza minimamente rispettare il senso, i valori, le scelte dei compagni partigiani e partigiane che sono morti lottando, non solo nella cacciata del nazi-fascismo, ma per una trasformazione radicale, assolutamente radicale della loro vita come di quella di milioni altri proletari nel nostro paese.
Non sono questi i motivi per i quali i partigiani e le partigiane hanno combattuto e sono morti!
Come compagni e compagne del Centro Sociale Vittoria abbiamo, quindi, deciso di partecipare e sostenere una piazza anticapitalista unitaria che sappia declinare l'antifascismo e l'antirazzismo da un punto di vista di classe per un rilancio di tutti quei percorsi che tentano, nelle diverse specificità, di porsi in un'ottica autorganizzata per un cambiamento radicale dell'esistente che, dai territori e dai luoghi di lavoro, si sviluppi autonomamente dalle logiche di visibilità e compromesso istituzionale.
Una piazza di compagni e compagne, di lavoratori e lavoratrici che dia un segnale di unità della lotta contro il capitalismo che produce fascismo, razzismo e sfruttamento di classe.

CONTRO IL VECCHIO E IL NUOVO FASCISMO
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

il Centro Sociale Vittoria partecipa alla piazza anticapitalista promossa dal Comitato di solidarietà con le lotte dei lavoratori delle cooperative

appuntamento per tutti e tutte domenica 25 aprile San Babila ore 14,00

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