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sabato 4 aprile 2009

MOVIMENTI CONTRO LA CRISI IN EUROPA.

DA INFO-AUT www.infoaut.org
LONDRA CONTRO IL G20
Appunti per un movimento contro la crisi

A margine delle mobilitazioni in opposizione al vertice del G20 di Londra è interessante andare a vedere, analizzare e dare commento a quel che la piazza londinese ha prodotto in queste giornate, cercando di cogliere la vivacità e la ricchezza, seppur nei suoi limiti, di una discesa in strada significativa dinnanzi al mordere della global crisis.
Indubbiamente il clima blindato che ha attorniato la City di Londra lungo questa settimana ha fortemente condizionato la protesta, la quale, dopo il grande corteo di oltre 50mila persone sabato scorso, è cominciata nella giornata di mercoledi con lo sfilare di 4 cortei verso la Bank of Scotland, che è stata poi assaltata dai manifestanti, occasione nella quale è morto anche Ian Tomlinson. Giovedi gli arresti e gli sgomberi delle case occupate hanno compromesso l'assedio dell'Excel Center. Nonostante ciò, un dato rilevante si è avuto dalla partecipazione popolare alle manifestazioni, una composizione sociale diversa da occasioni e movimenti passati, attivazione di soggetti non soliti alle piazze, spinti dall'insostenibilità e dalla rabbia portate dalla crisi. Secondo Paolo Gerbaudo l'interrogativo e la sfida starà nella tenuta e nelle prospettive di un embrionale movimento contro la crisi.
Ovviamente la dimensione in cui si è svolto il G20 di Londra è un piano di crisi galoppante, che comincia ad avere le sue ricadute sul reale, a danno dei molti soggetti contrari a pagare i costi dati dalle perdite del sistema. In Inghilterra la crisi è più che mai presente, e ciò è riscontrabile nelle molteplici vertenze aperte così come nelle esponenziali richieste di sussidi che vanno in parallelo con i numeri in crescendo del livello della disoccupazione. Durante la settimana contro il G20, nel paese, 3 fabbriche dell'indotto della General Motors sono state occupate dagli operai contro la mannaia della chiusura su loro pendenti: nonostante queste occupazioni sono siano direttamente riconducibili alla mobilitazione anti-G20 il nesso politico di queste con le proteste è palese, scontrandosi contro lo stesso sistema di gestione della crisi. Secondo Nicola Montagna, diversamente da altre letture, ma non per questo meno interessante come commento su cui riflettere, il limite forte delle mobilitazioni di Londra è stato quello di non aver saputo catalizzare la rabbia e lo scontento presente nella società inglese, seppur nella diversità di una composizione sociale delle proteste.

STRASBURGO CONTRO IL VERTICE NATO

04.04.2009
Verso l'assedio del vertice di Strasburgo! Scontri con la polizia, No Nato a ridosso della zona rossa
Mentre la Nato si prepara ad affrontare la sua giornata clou del vertice dell'Alleanza Atlantica, a sessant'anni dalla sua creazione, iniziano a prendere forma anche le mobilitazioni di protesta, le quai hanno visto già nei giorni scorsi momenti di tensione e scontro ai margini di Strasburgo. Viene mantenuto da parte delle autorità il divieto di manifestazione, nel tentativo di contenere la protesta e relegarla ai campi dei vari campeggi anti-Nato organizzati. Vertice Nato più blindato che mai, con un dispiegamento esorbitante di forze dell'ordine alle porte di Strasburgo e la creazione di zone rosse ed arancioni in città.Anche nel pomeriggio di ieri si sono registrate tensioni con la polizia. Gli scontri sono scoppiati quando la polizia in assetto anti-sommossa ha circondato il campeggio anti-Nato di Strasburgo. I manifestanti hanno formato barricate e lanciato sassi e petardi, mentre la polizia ha sparato gas lacrimogeni e usato gli idranti.Oggi invece, fin dal mattino presto si sono date più iniziative contro il vertice Nato, partite tutte dal campeggio alle porte della città francese e dirette verso il centro cittadino, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile a Palazzo della Musica, dove si sta tenendo il summit. Un gruppo di manifestanti è riuscito ad avvicinarsi molto, giungendo ad un chilometro dal centro, riuscendo a percorrere almeno 4 dei 5 chilometri che separano il campeggio da Strasburgo. I manifestanti sono divisi in più tronconi, cercano di prendere posizione nonostante la polizia, addobbata in assetto da guerra, è da ore protagonista di un fitto lancio di lacrimogeni per disperdere le manifestazioni. La manifestazione principale blocca il viale centrale di Strasburgo che porta al centro congressi e anche al centro stampa. 25 persone sono state arrestate negli scontri di questa mattina, la metà dovrebbero essere sulla via del rilascio. Una ventina sarebbero anche i manifestanti feriti dalle cariche della polizia.E mentre prosegue il tentato assedio al vertice della Nato, che sta ottenendo i primi importanti risultati, alla luce del fatto che tanti diversi gruppi stanno cercando di accedere in città superando i ponti e forzando i blocchi di polizia, ma anche della capacità di un gruppo di oltre 500 manifestanti di spingersi a ridosso della zona rossa, giungendo fino a place de la Republique, uno degli obiettivi di questa mattina, sicuramente il più più vicino al luogo del summit. Nel pomeriggio si svolgerà il corteo vietato a più riprese dalle autorità e che resta non autorizzato: il concentramento, fissato nella zona industriale di Strasburgo, è stato spostato dalle 13 alle 15 per permettere a tutti i manifestanti bloccati alle ricreate frontiere (per l'occasione) di arrivare e partecipare alla manifestazione contro la Nato.

da: peace Repoter
GRECIA

Sciopero generale in Grecia: dedicato alla lavoratrice immigrata aggredita brutalmente mesi fa.

Margherita Dean per Peace Reporter

Marina splende, abbraccia tutti, amici e sconosciuti; la vittoria dopo almeno un anno di denunce, trattative, scontri e dolore ha finalmente vestito il suo sguardo di fierezza e gratitudine. Oggi, 2 aprile 2009, giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati greci "perché non siano i lavoratori a pagare le conseguenze di una crisi causata da chi ha approfittato'' dell'attuale modello economico, le donne delle pulizie vincono.
Era la notte del 23 dicembre scorso, quando Costantina Kuneva, cittadina bulgara residente ad Atene, fu attaccata da due energumeni che, col vetriolo, le distrussero un occhio e le corde vocali, danneggiando l'altro occhio e parti dell'esofago. I media televisivi diedero rilievo all'accaduto con singolare ritardo, così come singolare fu il tergiversare della polizia le cui indagini, a oggi, possono definirsi inesistenti. Tutti però, già allora, cercarono i motivi dell'aggressione nell'attività sindacale della vittima, donna delle pulizie della ditta OIKOMET, appaltatrice dell'ISAP, linea metropolitana che, dal 1976 unisce il settentrione ateniese con il Pireo. Costantina Kuneva, una delle tante responsabili per la pulizia di linea elettrica, università, biblioteche, musei, uffici e quant'altro di proprietà e gestione pubblica; proprio lei, una alla quale si passa accanto di fretta, senza guardarla in viso, mentre spinge secchi d'acqua maleodorante; Costantina, che appena arrivata ad Atene si iscrisse al piccolo sindacato degli addetti all'igiene per divenirne, a breve, segretaria generale. L'immigrata bulgara, la cui disgrazia fece scoprire all'opinione pubblica che gli schiavi moderni esistono anche in Grecia. Costantina Kuneva, infatti, subì un attentato il cui mandante è ufficialmente sconosciuto, peccato che contro il suo datore di lavoro, la OIKOMET, ci fossero già tante denuncie di sfruttamento economico e terrorismo morale nei confronti dei dipendenti. Oggi Costantina è ancora in ospedale ma le sue colleghe, dopo trattative attese per lunghe ore sul marciapiede adiacente all'ISAP, usciranno dall'edificio trionfanti, accompagnate dai sindacalisti dell'ISAP stesso, ormai fedeli alleati della loro lotta.
La strada è gremita di persone, alcune sono presenti dalla mattina presto, altre si uniscono col passare delle ore. Quando le manifestazioni finiscono, arrivano alcuni cortei di sostegno mentre ogni tanto squadre di agenti anti - sommossa provocano i manifestanti; è la voce di Vlassia Papathanasi allora, oresidente del sindacato degli addetti all'igiene, che tuona invitando gli uni a ‘'scomparire'', gli altri a mantenere la calma. Eccola che sale, Vlassia, pare essere protetta dagli astanti, trarre forza dalla loro presenza, sale agli uffici d'amministrazione dell'ISAP. Sono passate oramai più di due ore quando finalmente riappare. Hanno vinto: non ci sarà più nessuna OIKOMET, nessun altro appaltatore, il loro datore di lavoro sarà direttamente l'ISAP. ‘'Sai che abbiamo pensato anche ai nostri colleghi cittadini non europei? Sai che si sono impegnati anche per loro, li assumeranno nonostante le difficoltà legali?''. La guardo rispondendole che hanno appena creato un precedente. O meglio, molti precedenti: sono riuscite a farsi affiancare non tanto dalle grandi organizzazioni sindacali, quanto da movimenti quasi spontanei di solidarietà, sono riuscite a imporre le loro ragioni nonostante l'esiguità degli iscritti alla loro organizzazione, hanno provveduto anche per i diritti dei loro colleghi non europei. ‘'Sì, forse, però stiamo tutti lottando per l'ovvio'', ribatte Ghiannis, ‘'stiamo lottando contro le moderne forme di schiavitù, ci stiamo battendo per la fine del commercio di speranze per cui lo Stato greco assume con contratti a termine i suoi dipendenti. Se le cose non cambiano entro la fine dell'anno io me ne vado in Belgio'', aggiunge. In quel momento, però, il suo telefono squilla, è la mamma di Costantina, vuole sapere tutto, ogni dettaglio, ogni particolare. La voce di Ghiannis si ammorbidisce, ha fatto tanto per lei e Costantina, le racconta della giornata di oggi, tutto contento. Eppure so che da domani i suoi pensieri torneranno ai moltissimi lavoratori in Grecia che di diritti ne hanno sempre meno.

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