


da indymedia
MILANO - Momenti di tensione martedì mattina a Bruzzano, dove da venerdì scorso un gruppo di circa 350 rifugiati politici provenienti da vari Paesi africani ha occupato il residence abbandonato «Leonardo da Vinci» di via Senigallia. Fin dalla notte di lunedì il residence era presidiato da agenti di polizia in tenuta antisommossa. Un gruppo di una cinquantina di immigrati, in mattinata, si è presentato all'ingresso accompagnato da una decina di giovani appartenenti a centri sociali della città e ha chiesto di entrare nello stabile. La polizia lo ha impedito. Gli immigrati si sono allora spostati alla vicina ferrovia e e si sono seduti sui binari, bloccando la circolazione dei treni. L'azione di protesta è stata interrotta dalla polizia che, secondo quanto riferito dalla Questura, ha portato via di peso gli immigrati. Secondo invece il consigliere regionale di Rifondazione comunista Luciano Muhllbauer, presente sul posto, gli agenti hanno trascinato gli immigrati, alcuni dei quali hanno avuto bisogno di cure mediche. «Al momento la situazione è di stallo - ha riferito Muhllbauer -. Stiamo aspettando notizie dalla delegazione di rifugiati che è in Comune per sentire se ci sono proposte per risolvere la vicenda».I RITARDI - La protesta degli immigrati ha provocato ritardi di circa mezz'ora ad alcuni treni sulla linea Milano-Asso, secondo quanto reso noto da un portavoce delle Ferrovie Le Nord. I manifestanti, che non hanno mostrato intenzioni offensive, si sono poi fermati all'incrocio tra via Orboni e via Mazzucchelli. Il residence «Leonardo da Vinci», che si trova al confine tra il Comune di Milano e quello di Bruzzano, nell'hinterland a nord del capoluogo (zona Sesto San Giovanni), era stato occupato venerdì scorso da circa 350 rifugiati politici del Corno d'Africa. Martedì mattina alcuni delegati del Comune hanno tentato di portare avanti una trattativa, che è fallita perché i rifugiati non avrebbero individuato fra loro un interlocutore.
L'EDIFICIO IN ROVINA - Durante il sit-in sui binari i manifestanti hanno sventolato permessi di soggiorno e carte d'identità per dimostrare la loro regolarità, ed esposto lenzuola su cui avevano scritto «We need peace», abbiamo bisogno di pace. Il residence «Leonardo da Vinci» è uno dei più grandi scempi dell' edilizia milanese: un palazzone di 7 piani con 500 monolocali ridotto a un rudere tra topi, calcinacci, vetri spaccati, ascensori, lampade e impianti fracassati. «Secondo i nostri servizi sociali - aveva riferito il vicesindaco Riccardo De Corato - soltanto pochissime di quelle persone hanno il riconoscimento dello status di rifugiato. Continueremo le verifiche. Ma mi sembra chiaro che l'occupazione sia stata guidata dai centri sociali, che sono andati a fornire assistenza. E comunque Milano assiste già un gran numero di profughi, non può fare di più».(CdS)
L'EDIFICIO IN ROVINA - Durante il sit-in sui binari i manifestanti hanno sventolato permessi di soggiorno e carte d'identità per dimostrare la loro regolarità, ed esposto lenzuola su cui avevano scritto «We need peace», abbiamo bisogno di pace. Il residence «Leonardo da Vinci» è uno dei più grandi scempi dell' edilizia milanese: un palazzone di 7 piani con 500 monolocali ridotto a un rudere tra topi, calcinacci, vetri spaccati, ascensori, lampade e impianti fracassati. «Secondo i nostri servizi sociali - aveva riferito il vicesindaco Riccardo De Corato - soltanto pochissime di quelle persone hanno il riconoscimento dello status di rifugiato. Continueremo le verifiche. Ma mi sembra chiaro che l'occupazione sia stata guidata dai centri sociali, che sono andati a fornire assistenza. E comunque Milano assiste già un gran numero di profughi, non può fare di più».(CdS)
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