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mercoledì 22 luglio 2009

Vigevano: altra contestazione a Caselli!


Ieri sera, anche nella tranquilla e pacificata città di Vigevano, in occasione di una nuova tappa della presentazione del libro del presunto magistrato democratico Caselli, un gruppo di compagni e compagne in maniera spontanea ha deciso di presenziare all'appuntamento facendo sentire la propria indignazione e opposizione all'operazione repressiva Rewind.Il gruppo di contestazione è riuscito ad arrivare davanti all'ingresso della festa dove si teneva la presentazione e nonostante le minacce di cariche e di denuncie da parte della digos di zona è stato aperto uno striscione, si è volantinato, urlato slogan e fischiato, riuscendo a disturbare non poco e ad attirare l'attenzione dei cittadini rispetto al contenuto dell'iniziativa.La contestazione ha ricordato che la campagna Rewind non è la sola che ha colpito i movimenti, ma esistono costruzioni giudiziarie apposite per cercare di cancellare le lotte soprattutto quando queste si dimostrano radicate nei vari settori sociali, e per questo tra i vari slogan abbiamo urlato che la solidarietà va a tutti i compagni/e colpiti dalla repressione.Non solo. Abbiamo voluto anche avvisare che la convinzione è ferma: la repressione non potrà mai "arrestare" la volontà di cambiamento dell'esistente e di giustizia sociale.

Di seguito alcune foto del presidio e il volantino distribuito durante l'iniziativa.

"I movimenti non si arrestano" è la firma-slogan utilizzata dal gruppo.

La solidarietà non si "arresta"!
Oggi Vigevano ospita Giancarlo Caselli, presentato come eroe della Repubblica italiana, che per tutta la vita si è impegnato alla lotta contro il "male", procuratore generale di Torino che, come ultimo trionfo, grazie all'operazione Rewind, ha impersonificato nuovamente il "bene" arrestando, senza processo, 21 compagni e compagne che il 19 maggio hanno manifestato a Torino contro il G8 University Summit.A due mesi di distanza dalle cariche delle "forze dell'ordine" contro il corteo studentesco che protestava contro il G8 dell'Università a Torino, la magistratura fa arrestare 21 compagni e compagne, indagarne un'altra ventina, perquisire il centro sociale Askatasuna di Torino e Radio Sherwood a Padova.La violenza di questi arresti e il chiaro intento repressivo purtroppo non ci stupiscono, nella loro funzione di esplicita intimidazione e per le mobilitazioni contro la vetrina del G8 all'Aquila, soprattutto nel momento in cui il presidente del consiglio Berlusconi vede "appannata" la sua aurea vincente, a tal punto da venir messa in dubbio la presenza dell'Italia ai prossimi vertici internazionali.Una guerra di bassa intensità che ha come unico scopo quello di eliminare qualsiasi forma di opposizione in cui le lotte dei movimenti e gli episodi di conflitto sociale vengono riprese dai giornali solo quando si verificano scontri e si effettuano arresti dando in ogni caso la solita versione che gli organi repressivi vogliono far passare. Della progressiva erosione dei diritti non se ne parla e in tal modo i media mostrano la loro complicità con la loro completa subordinazione alle varie forme di democrazia autoritaria.Questa repressione subisce un'accellerazione preventiva, proprio perché siamo in una fase di profonda crisi strutturale e di sistema del capitalismo, nella quale le voci di dissenso, politiche e sociali, allo sfruttamento di classe e all'impoverimento generalizzato dei lavoratori e della lavoratrici, stanno emergendo nei territori e nei differenti luoghi della produzione del profitto, così come in ambito universitario ove viene progressivamente ridotta la possibilità di un sapere aperto a tutti sempre più limitato ai pochi in grado di permetterselo.In tal contesto di perfezionamento di un controllo sociale sempre più pervasivo e di limitazione degli spazi di opposizione è ben inquadrabile il disegno di rimozione dalla stessa storia della coscienza dei movimenti di lotta, dell'idea di una società altra e radicalmente alternativa, non più fondata sullo "sfruttamento dell'uomo sull'uomo".A colpi sia di manovre e teoremi giudiziari, sia della repressione poliziesca minuta e quotidiana, sia di un revisionismo storico fatto proprio anche dalla stessa sinistra cosiddetta socialdemocratica, il tentativo centrale è quello di estirpare ogni forma di immaginario rivoluzionario da un corpo sociale e di classe sempre più sfruttato e precario.Partendo dal presupposto che il diritto a manifestare il proprio dissenso è un diritto innegabile e che i 21 compagne e compagni arrestati non sono colpevoli di null'altro che questo, ci chiediamo di quale medaglia od onorificenza è da attribuire al procuratore Caselli.Ci chiediamo se la "sicurezza" tanto decantata ed il "male" tanto temuto siano sostenuti da questo sistema in quanto necessari alla propria sopravvivenza o considerino realmente i bisogni di ogni individuo di questa società, ovvero la sicurezza di un'istruzione per tutti e di tutti, non revisionista e meritocratica, la sicurezza del lavoro e sul lavoro, la sicurezza del diritto alla casa, dei servizi pubblici (tra cui la sanità) e degli spazi sociali, la giustizia di una società egualitaria che rispetti ogni individuo senza distinzione di classe o di razza.Ma noi crediamo che la risposta sia no, non è questa la sicurezza che, con la repressione, il nostro sistema ci garantisce, ma quella di una società che continuerà a sopravvivere sullo "sfruttamento dell'uomo sull'uomo", delle esangue distinzione tra buoni e cattivi cittadini, tra chi ha diritti e chi non ne ha.

Contro la criminalizzazione dei Movimenti!

Solidarietà agli/le arrestati/e!Liberi/e tutti e tutte subito!

lunedì 20 luglio 2009

Liberi e forti delle nostre ragioni


Tutti fuori dal carcere gli arrestati dell'inchiesta Rewind. Due agli arresti domiciliari, per alcuni l'obbligo di firma, per altri quello di dimora e per altri nessuna restrizione. 21 misure crollate dopo meno di due settimane sotto i colpi della mobilitazione e della solidarietà del movimento, che ancora una volta non ha avuto paura del teorema Caselli/Sparagna. Che l'inchiesta fosse un atto politico lo avevamo detto fin dall'inizio, quando si manifestò a due giorni dal G8, ne avemmo conferma leggendo gli atti, che esplicitatamene parlavano di arresti preventivi, di aree e soggetti pericolosamente antagonisti. Ne fummo certi quando vedemmo scendere in campo, davanti alle tv e ai giornali il procuratore capo Caselli che si spese utilizzando paroloni come organizzazioni paramilitari e quant'altro. La scia di certezze ci portò all'udienza del riesame dove il pm Sparagna resse l'accusa parlando di future bande armate e coniando il tunnel del rischio "dalla pietra alla p38". Fummo ulteriormente convinti di quanto sostenemmo dopo poche ore dall'operazione che si trattava di un momento di notorietà per la Questura di Torino che finalmente poteva sfoderare un pò di giacche e cravatte. Ci intestardimmo sulle nostre convinzioni quando vedemmo la fantomatica società civile e i partiti della sinistra fare attenzione a non esporsi contro Caselli, così come quel mondo dell'antimafia da salotto che per due slogan e quattro scritte si sentì in dovere di difendere colui che li rappresenta.Avevamo ragioni da vendere ed oggi i fatti dimostrano che arrestare 21 compagni, la maggior parte incensurati, con due reati a testa è solo una farsa malamente orchestrata, e che persino la legge di cui si forgiano i suddetti paladini, non può avvallare tanto. Non è finita chiaro, ma senza sbarre e manette e diverso.L'attacco che si è voluto portare parla il linguaggio simile ad altri teoremi del passato, della stessa famigliola del Pci, dove i conti con chi non è allineato alla miseria politica e sociale che amministrano le segreterie dei partiti, si regolano anche con la propria ala giuridica.Questa volta è andata male e sembra più una bacchettata sulle mani che altro cari democratici di ogni risma, che voi abbiate la radice nel partito o nella magistratura.L'onda anomala, così come il movimento antagonista non sono facili da arrestare, e mettendovi il cuore in pace, rimaniamo liberi e forti delle nostre ragioni, nel prossimo autunno, nelle vostre metropoli.


NETWORK ANTAGONISTA TORINESE

csoa Askatasuna - csa Murazzi - Collettivo Universitario Autonomo - Kollettivo Studenti Autorganizzati

sabato 18 luglio 2009

COMUNICATO : contratto cooperativa alla Bennet di Turate

Martedì 14-07-2009 i delegati della cooperativa T.I.M.E. Service della Bennet di Turate (CO) hanno siglato un accordo di grande rilevanza.
Questi lavoratori, seguendo l’esempio di quelli della Leonardo e Giava presenti alla Bennet di Origgio, hanno voluto con determinazione questo accordo che parifica le loro condizioni economiche ai loro compagni di Origgio.
È un accordo votato all’unanimità da una novantina di lavoratori in assemblea e che nella sostanza mette ne lle tasche dei lavoratori una cifra che varia dai 270 a 310 euro, il rientro in azienda di 4 lavoratori licenziati (il primo come pregiudiziale alla trattativa, 2 licenziati 3 mesi prima, il quarto 8 mesi fa) e soprattutto da fiducia
nella loro forza, se questa viene organizzata come è stato in questa situazione.
La piattaforma era stata ottenuta dopo aver minacciato lo stato di agitazione.
Mercoledì, giorno di paga, quelli del turno di notte , però, hanno incrociato le braccia perché la busta paga non corrispondeva in qualche punto a ciò che avevamo stabilito in sede di accordo.
Giovedì pomeriggio, chiariti i dissensi e disposto una verifica delle buste paga,si è conclusa questa trattativa e fase di lotta.
Uno, dieci, cento Origgio , avevamo intitolato un nostro volantino e così procediamo nella strada tracciata dalla lotta di Origgio e della DHL di Corteolona.
Un percorso difficile visto che operiamo in un settore, quello delle cooperative, dove sono presenti soggetti padronali molte volte attigui a settori della malavita , se non addirittura essi stessi malavitosi che riciclano il denaro sporco facendo affari d’oro.
Si deve sapere, tanto per fare un esempio, che le cooperative operanti prima del 27 giugno 2002, applicano una gradualità d’aumenti sui vari istituti che parte dal 20% e quasi tutte le cooperative, con la complicità dei sindacati confederali, applicano questo metodo, anche se nella maggioranza sono sorte successivamente a quella data.
E’ un sistema funzionale alle stesse aziende committenti, dove i lavoratori percepiscono salari paragonabili a quelli di un metalmeccanico se fanno tanti straordinari, spostano duecento colli di venti chili all’ora, fanno turni massacranti, lavorano in condizioni ambientali difficilissime se non proibitive e subiscono ricatti schifosi, perché sono nella stragrande maggioranza proletari immigrati.
La lotta, però, risveglia le loro coscienze e l’esperienza che stiamo facendo dimostra quale potenziale potranno esprimere, nella misura che prenderanno sulle loro spalle la responsabilità politica di essere una classe che lotta per sé.
In questa lotta una parte di essi ha compreso l’importanza dell’unità che debbono mettere in campo e soprattutto capito che la lotta va estesa ad altri magazzini, collegata ai lavoratori di altri settori e combattuta, sui temi che li riguardano, contro padroni e loro governi.

giovedì 16 luglio 2009

La solidarieta' e' un arma....

Hamaika Herri Borroka Bakarra !!

Il summit del G8 si è concluso e come al solito, a parte alcune dichiarazione di intenti, il dato che ne esce non è diverso da quello da quanto emerso nel passato. Infatti, mentre i potenti della terra hanno deciso le sorti del mondo cercando di scaricare la crisi sui lavoratori e sui proletari dei loro paesi e del resto del mondo, le loro polizie hanno approfittato per scatenare una nuova campagna repressiva nei confronti di coloro, in particolare contro i militanti dell’area antagonista, che combattono per rivendicare diritti e contrastare gli interessi degli imperialisti e delle lobby economiche. Una criminalizzazione che si è espressa in questo ultimo periodo a tutto campo. Dai 21 arresti degli studenti legati al movimento dell’Onda in Italia , ad assurde sentenze al di fuori dello loro stesso stato di diritto, agli arresti di militanti anti g8 in Europa in occasione del summit, alla scomparsa e alla carcerazione di militanti della sinistra patriottica Basca. Una guerra sporca e di bassa intensità che vuole togliere agibilità alla lotte di opposizione e alla stessa solidarietà internazionalista e questo anche attraverso gli ultimi episodi di Firenze quando in due giorni sono stati fermati alcuni compagni baschi e militanti del movimento antagonista fiorentino ad opera di agenti in borghese che con un operazione antiterrorismo stile Holliwood non hanno esitato a puntare le pistole alla testa dei malcapitati , sequestrandoli per un giorno , per poi essere rilasciati senza motivazione alcuna. Anche i media hanno avuto un ruolo da protagonista in questa campagna. In questa grave situazione politica, sociale ed economica, giornali e tv, non dimenticando il soldo di chi li paga, hanno giocato ad occultare la crisi generale e i fatti concorrendo alla campagna di criminalizzazione. Le lotte dei movimenti e gli episodi di conflitto sociale vengono riprese dai giornali solo quando si verificano scontri e si effettuano arresti dando in ogni caso la solita versione che gli organi repressivi vogliono fare passare. Della progressiva erosione dei diritti non se ne parla e in tal modo i media mostrano la loro complicità con i governi e il loro progressivo passaggio e la loro completa subordinazione alle varie forme di democrazia autoritaria. Tutto questo si inserisce, tra l’altro, nel progetto di costruzione della cosiddetta “fortezza Europa” al quale partecipano tutti gli ambiti, di destra e sinistra che siano, dell’arco istituzionale, repressivo e propagandistico sia di carattere nazionale che internazionale. Lo scopo ultimo è mantenere i profitti controllando ogni forma di conflittualità e attaccare ogni forma di alterità: non ultimi i recenti interventi legislativi e di propaganda sul tema della sicurezza con l’ennesima erosione dei diritti dei migranti, paradigma dello sfruttamento, con il reato di clandestinità. E’ in questo clima che si è preparato il summit dell’Aquila e su questa linea si vuole continuare a trattare l’insieme dei conflitti che si esprimono. Ma la repressione, sia nella forma poliziesca sia nella criminalizzazione ideologica, non è riuscita in nessun modo a mettere sotto silenzio i movimenti di resistenza e di opposizione. In Italia le iniziative di contrasto al G8 e di solidarietà nei confronti degli arrestati sono state importanti e continue e hanno contribuito ad affiancarsi alle rivendicazioni dei terremotati abruzzesi strumentalizzati dai governi che hanno partecipato al summit. In generale le varie realtà politiche dell’antagonismo e i movimenti in genere non si sono fatte marginalizzare dal violento attacco poliziesco ma hanno costruito insieme momenti di rivendicazione consapevoli del fatto che lo scopo ultimo della repressione è la tacitazione delle lotte per i diritti. E la lotta si esprime costantemente in più parti della stessa fortezza Europa. In particolare nei Paesi Baschi ,dove si sperimenta da anni la guerra sporca con arresti preventivi, violenti attacchi ai cortei, deportazione in carceri a migliaia di km da casa, messa in fuorilegge di partiti della sinistra che hanno ampio consenso della popolazione di Euskal Herria e non ultima la sparizione di compagni come Jon Anza , militante Basco con 21 anni di carcere alle spalle scomparso dal 18 Aprile nei Paesi Baschi francesi dove viveva con la sua famiglia in “esilio forzato”. Questa “sparizione” , questo sequestro ad opera degli apparati paramilitari franco-spagnoli , fa parte della guerra sporca che da anni infanga il Paese Basco e che piano piano viene sperimentata anche nel resto d'Europa (l'Italia in primis), facile ricordare quello che negli anni ottanta è stata la strategia repressiva operata dai GAL (gruppi paramilitari spagnoli , al comando dell' ex generale della Guardia Civil Enrique Rodríguez Galindo , al soldo del governo del Partito Socialista di Gonzales) che hanno macchiato di sangue le strade di Euskal Herria attraverso omicidi mirati a distruggere e minare la lotta del valoroso popolo basco. Questo però non è servito ai governi di Spagna e Francia nel determinare una “resa” del movimento anticapitalista e antifascista di Euskal Herria che nel rivendicare il diritto all’autodeterminazione e alla giustizia sociale rimangono da esempio europeo verso un nuovo mondo possibile. Il continuo attivismo della popolazione basca continua a rompere il muro del silenzio mentre la rete di intimidazione che vorrebbe metterli in un angolo non porterà a nessun risultato se non quello di continuare con più determinazione la lotta contro l'imperialismo Europeo e la macchina repressiva dell'infame fortezza Europa. La loro lotta è parte integrante dei movimenti di rivendicazione e di resistenza dei popoli e dei lavoratori dell’Europa e non solo. La loro lotta è fondamentale per cambiare lo stato di cose esistenti così come è fondamentale il lavoro in altre parti del mondo e in Italia sia di solidarietà con chi resiste in Euskal Herria sia di promozione delle lotte sociali del territorio di appartenenza. Finché il fronte di rivendicazione dei diritti e di solidarietà internazionale continuerà ad esistere ci saranno le condizioni per combattere la repressione e per costruire un mondo basato sulla giustizia sociale senza classi né padroni. Libertà per tutti i compagni arrestati !! Solidarietà con il Popolo Basco !! Hamaika herri borroka bakarra !! (tanti popoli un unica lotta) 13 Luglio 2009

Euskal Herriaren Lagunak Milano
(Amici/che dei Paesi Baschi)

fonte: eh-lagunak@gnumerica.org

EXPO 2015: ALBERGHI, GRATTACIELI E CENTRI COMMERCIALI E MOLTO ALTRO ...

Dieci miliardi di euro da spendere entro il 2015 fanno gola a molti speculatori finanziarie, banche, palazzinari e, di converso, a mafia e andragheta che già stanno vedendo come entrare in questo grosso affare. e il comune di Milano ha cancellato la commissione antimafia che avrebbe dovuto controllare le infiltrazioni mafiose come già denunciato dalla stessa magistratura Milanese..... La domanda è: chi ci quadagna da Questa montagna di soldi? I cittadini lavoratori che pa2;ano l'affitto no!Infatti ci sonopiù di mille pignoramenti per morosità sui mutui. Tra il 2006e il 2007gli espropri immobiliari per mutui non pagati sono aumentati del 32% (dati Istat) e la situazione si sta aggravando sempre di più. Le famiglie sotto sfratto sono oltre 10.000. Mentre per le case popolari la Regione Lombardia che gestisce l'ALER punta ad affitti di mercato, con lo scopo di eliminare completamente il canone sociale. Infine con la svendita, attraverso le cartolarizzazioni, degli immobili pubblici ai grandi gruppi immobiliari finanziari.I lavoratori veri nemmeno.L'Expo non porterà nemmeno un posto di lavoro in più a tempo indeterminato ma solo precarietà, insicurezza e morti sul lavoro come è già accaduto nella costruzione della fiera Rho -Pero. Anzi, l'area dell' Alfa Romeo di Arese è già inserita a pieno titolo nella possibile piattaforma di costruzione di mega alberghi di lusso e di ville con piscine per i ricchi. Non a caso stanno cercando di licenziare gli ultimi lavoratori che resistono impavidi da anni contro la speculazione e l'asservimento (di tutti i sindacati e i partiti) ai poteri forti dell' economia e della politica.Gli unici posti che "creeranno" saranno quelli precari -sottopagati e insicuri- dei cantieri, cantieri cheservono a dare "respiro" all' economia capitalista agonizzante.CHI CI GUADAGNA?Protagonisti di questo grande business sono i gruppi immobiliari (in testa Tronchetti Provera - Pirelli), finanziari (in testa Intesa-Sanpaolo e Unicredit), industriali (FIAT). In sostanza l'elite del capitalismo italiano. Tutto questo lo si deduce dai sei grandi progetti: CityLife (area della vecchia Fiera) a Ligresti, con la collaborazione della Compagni delle Opere; Montecity (con il nuovo quartiere di Santa Giulia) al "fallito" Zunino impegnato anche a Sesto San Giovanni nell'ex area Falk; le zone Garibaldi- Repubblica-Isola-Varesine al gruppo americano Hines accompagnato da una mobilitazione di banche nazionali: Intesa-San Paolo, Mediobanca, Banca Popolare di Milano, Montepaschi, Antonveneta ecc. Ci sono altri progetti, che vedono la partecipazione di Pirelli, FIA T, Cabassi e altri compari.NO! SOLDI ALLE BANCHE E ALLA SPECULAZIONE.SI! AL LAVORO STABILE E REGOLARE, CASA, DIRITTI, SANITA', TRASPORTI.Nulla di tutto questo è garantito. Ciò è dovuto dal fatto che questi diritti, che sono bisogni primari per i lavoratori, per il Capitale sono solo una merce.
E' ORA CHE LE ISTITUZIONI GUARDINO SERIAMENTE A QUELLO CHE STA SUCCEDENDO SUL PIANO DEL LAVORO E SULLO SPROFONDAMENTO NELLA POVERTA' QUELLO CHE I LAVORATORI VOGLIONO, SONO PROGETTI INDUSTRIALI E OCCUPAZIONALI SERI E DURATURI.
LAVORO VERO E NON PRECARIO PER I CASSINTEGRATI - DISOCCUPATI E GIOVANI DI TUTTI I COMUNI DELL'INTERLAND MILANESE.
USCIRE DALLA PRECARIETA' DAL DEGRADO DEI QUARTIERI POPOLARI, PER IL DIRITTO ALLA CASA, PER I SERVIZI NEI QUARTIERI, PER LA DIFESA DEI POSTI DI LAVORO.

Arese, 14 luglio 2009
Slai Cobas

martedì 14 luglio 2009

ESAB di Mesero: ORDINE DEL GIORNO dell' Assemblea aperta di venerdì. chiesta la revoca della chiusura dello stabilimento.

INDETTA UNA manifestazione il giorno 18 luglio 2009 davanti alla ESAB per continuare la battaglia contro i licenziamenti

ORDINE DEL GIORNO

Oggi 10 luglio 2009 si è tenuta l' Assemblea aperta alla ESAB di Mesero a cui sono intervenuti i lavoratori, numerosi delegati delle aziende del territorio, i rappresentanti delle forze politiche e del governo, delle istituzioni locali e regionali e delle forze sociali.Gli interventi hanno sottolineato la necessità di dare una forte risposta collettiva alla crisi unificando le lotte di tutte le aziende e preparando uno sciopero territoriale per settembre.In particolare per quanto riguarda la ESAB va respinta con forza la manovra speculativa della proprietà con la vendita dell'area che porta alla chiusura dello stabilimento e al licenziamento immediato di 85 lavoratori.L'assemblea chiede: 1) alle forze politiche e di governo di intervenire sulla proprietà per chiedere la revoca della chiusura dello stabilimento. 2) alle istituzioni locali di mantenere e rafforzare la destinazione d'uso dell'area a sito produttivo al fine di impedirne la vendita per fini speculativi.L'assemblea indice una manifestazione per il giorno 18 luglio 2009 con concentramento davanti alla ESAB alle ore 9,30 per continuare la battaglia contro i licenziamenti alle quale sono invitati a partecipare i lavoratori di tutte le aziende ed i loro famigliari, le forze politiche, sociali ed istituzionali.

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Nota informative sulla ESAB:
La Esab nasce in Svezia nel 1904, nel 1994 viene acquisita dalla CHARTER una società Inglese .A Mesero lo stabilimento è produttivo dal 1935 nel centro paese, nel 1979 si è trasferita in via Mattei; occupa un Area di 77000 metri quadri, quest’ultima ha un valore in bilancio di circa 5 milioni di euro, dopo la nuova viabilità il valore è aumentato a 13 milioni di euro.La Esab produce elettrodi e filo per saldatura, MIG, MAG, Filo per saldatura ad arco sommerso, e macchinari per saldatura.In Italia il fatturato della ESAB è di 100milioni di euro, con un utile di 10milioni, il fatturato totale è 1400milioni di euro, pari al 12% del mercato, il 49% del fatturato è prodotto in Europa. Nello stabilimento di Mesero si producono 8000 tonnellate di elettrodi, 11000 tonnellate di filo, su un mercato globale di 180000 tonnellate.Nello scorso anno la Esab ha acquistato da una procedura fallimentare uno stabilimento della LINKWELD a Terni con circa 50 Lavoratori dedicato alla produzione di filo “mag”.La Esab ha circa 29 stabilimenti di produzioni con 9000 dipendenti in tutto il mondo, Europa (Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia, Polonia); Russia, India, Cina, Nord e sud America, La Esab ha centri di ricerca in Inghilterra, Svezia e Germania.E’ presente con consociati e agenti in più di 80 nazioni.I dipendenti della ESAB di Mesero sono 143, per 85 di questi è stata aperta la procedura di mobilità, le figure professionali interessate sono: gli addetti alla produzione, tutte le figure impiegatizie che lavorano per la produzione, e gli addetti al magazzino.La procedura è stata aperta il 22 giugno 2009 e dovrà concludersi il 05 settembre 2009.Il piano aziendale prevede il trasferimento delle produzioni nei paesi dell’est Europa, e l’apertura di tre grandi centri di vendita in Italia, Belgio, e Rep. Ceca, con lo smantellamento dello stabilimento Meserese.I Lavoratori con il Sindacato respingono il piano aziendale e chiedono la revoca della procedura di mobilità, e il contestuale mantenimento dell’attività produttiva.I dirigenti della CHARTER sono:Chief Executive Officer: Michael FosterChairman: Lars Emilson07 luglio 2009 I

Rappresentanti Sindacali ESAB

17-18-19 LUGLIO 2009 MUSIC 4 FREE SPACES – 3^ edizione

Musica – birra – salamelle – autoproduzioni - controinformazione
AREA EX-MECCANICA [NERVIANO]
Via Circonvallazione n.1
Per indicazioni stradali (clicca qui)
@mail: collettivoltreilponte@yahoo.it
Web: http://music4freespaces.wordpress.com
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- VENERDI’ 17 LUGLIO 2009 [ore 21.00]

THE JACKALS (rock)
THE JACKALS è l’antidoto allo “pseudo-rock” concepito esclusivamente per fini commerciali. Diversamente da molte rock-band costruite a tavolino, siamo autentici e completamente indipendenti. Portatori sani di groove, ci piace definire il nostro genere FREE ROCK per la nostra assoluta libertà da mode, cliché e ritmi standard in 4/4. Il nostro stile è costituito da melodie incisive e mai scontate, tempi dispari che amplificano l’irruenza della sezione ritmica e un muro di suono potente e aggressivo che spacca la faccia! [continua]

FOLLOW THE IDOL (hard rock)
L’unione di 5 stili differenti, 5 modi di vedere la vita uniti in un unico genere riescono a dare vita alla band FOLLOW THE IDOL. Ciò che spinge la band è semplicemente l’amore per la musica, la voglia di poter sorprendere e sorprendersi senza creare muri tra generi e persone. Non esiste genere, tutto ciò che può dare spunto o essere idea viene preso e elaborato. [continua]

- SABATO 18 LUGLIO 2009

[ore 15.00]
RASSEGNA MUSICALE DI GIOVANI BAND DEL TERRITORIO [info]
THE PROJECTS
ANONE’S FACES
MENDIGO

[ore 21.00]
GUIRAB (cornamuse palestinesi)
Il Campo di Burj el Chamali è situato al Sud del Libano, in una zona “calda”, a soli 7 Km dalla frontiera israeliana. E’ là, su un chilometro quadrato, che si affollano più di 20.000 rifugiati palestinesi. Ed è lì che è nato il più straordinario dei bagadoù, GUIRAB, formazione composta da 21 giovani musicisti, di età tra 13 e 25 anni. Due anni fa il gruppo, grazie alla “Ligue de l’enseignement” ed alla Regione, è stato invitato a Lorient (Ouest France), ed ogni loro prestazione è stata un successo (hanno sfilato nel centro città, a Lanester, a Hennebont, ecc.). [continua]

FIGLI DI MADRE IGNOTA (the spaghetti balcan band)
Alternando swing, ska, melodie balcaniche e klezmer, ma anche polke e innegabili tributi alla lezione di Carosone e Buscaglione, i Figli di Madre Ignota suonano dal vivo in serissimi abiti eleganti e indossando fez leopardati, presentando un live set contagioso e danzereccio, elettrico e divertente, battendo tutti i locali che capitano a tiro nel milanese (Bloom, Binario Zero, Indian Saloon, BluesHouse, Cascina Monlue’). [continua]

- DOMENICA 19 LUGLIO 2009
[ore 15.00]
RASSEGNA MUSICALE DI GIOVANI BAND DEL TERRITORIO [info]
SPONTANIKA
NOXA
EMANCIPATED GIRLS

[ore 21.00]
FRISER in “Il fiore meraviglioso” (canti partigiani in chiave moderna)
Il progetto “Il fiore meraviglioso” nasce dall’incontro tra il Circolo Culturale Anpi di Ispra, la ciurma di canto popolare dei Friser, i gruppi editoriali Altre Latitudini e La torre degli arabeschi, e l’associazione Suoni Sonori Onlus. Così, dal 25 aprile 2007, ogni anno, in occasione del 25 aprile esce un libro-cd di racconti orali degli ultimi partigiani viventi intorno al Lago Maggiore e di canti popolari a vario titolo “resistenti”. [continua]

ETTORE GIURADEI (cantautore)
Alle spalle un centinaio di date e un album che non ha lasciato indifferenti: una nuova alchimia di folk, rock e canzone d’autore, capace di evocare un’atmosfera fuori dal tempo. Intrecci di parole a creare situazioni sospese, intime ma sempre legate ad una realtà che non viene mai tralasciata. Racconti che si snodano attraverso abbandoni e ripartenze, in un caleidoscopio di emozioni che non può che coinvolgere e trascinare. Un concerto insieme vicino e distante, sanguigno e raffinato, in cui Ettore Giuradei mette il proprio istrionismo al servizio dell’accompagnamento, minimale eppure pieno ed avvolgente, di Marco Giuradei. A cavallo tra tradizione e rinnovamento, Giuradei promette di lasciare un segno importante nella nuova canzone d’autore italiana. [continua]



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Collettivo Oltre il Ponte
[C.P.A.] Corte Popolare Autogestita
GARBATOLA di Nerviano - Via Gorizia 8
www.collettivoltreilponte.it
http://collettivoltreilponte.wordpress.com
collettivoltreilponte@yahoo.it
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COME RAGGIUNGERE L’AREA DELL’EVENTO
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Music 4 Free Spaces
quest'anno: Area Ex Meccanica [Via Circonvallazione 1]
http://music4freespaces.wordpress.com

giovedì 9 luglio 2009

LA SPINTA! N° 8 MESE LUGLIO

ARTICOLI :
- TRASPORTI,ISTRUZIONE,CASA,SANITA' SONO UN DIRITTO.
Piano, piano ce li stanno togliendo... ... riprendiamoceli!
- STORIA DI UN’ INCONTRO TRA LAVORATORI E LAVORATRICI
- CRISI : IN ARRIVO UNA NUOVA BOLLASPECULATIVA?
- I SACRIFICI DELLA LETTONIA PERSALVARE L’EUROPA
- LA BCE DA I SOLDI ALLE BANCHE PERSPECULARE.

http://www.scribd.com/doc/17236349/LASPINTAluglio