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martedì 31 agosto 2010

Avviata la campagna per il ritiro dei licenziamenti alla GLS-Papavero

Senza aver più contestato nulla ai lavoratori, dopo sei mesi, la coop Papavero fa 15 licenziamenti politici, di rappresaglia.

Non solo una vendetta e un attacco al diritto di sciopero, l’obiettivo è quello di intimidire i lavoratori delle cooperative, impedire che si organizzino per difendere i propri diritti e le proprie condizioni di lavoro.

La volontà dei padroni delle cooperative e dei grandi appaltatori che si servono di loro, è quella di mantenere questi lavoratori in uno stato permanente di ricatto, di assenza di regole certe e di rispetto delle minime norme contrattuali. Per tutti e due un unico imperativo: fare più guadagni pagando il meno possibile i lavoratori.
Quello che accade a Cerro al Lambro è uguale al piano Marchionne per la Fiat: una politica padronale di meno salari e meno diritti.

I 15 licenziati della Coop Papavero hanno subito la medesima sorte degli operai licenziati dalla Fiat, 3 a Melfi, 1 a Termoli: un licenziamento politico per intimidire tutti i lavoratori.
Isolati si perde, uniti si vince. Occorre coordinare nazionalmente le iniziative contro i licenziamenti politici di tutti i lavoratori. Occorre dare una risposta nazionale all’attacco congiunto di governo e padroni, che vogliono ridurre ancora di più diritti e salari in ogni posto di lavoro.

Riportare al lavoro i 15 licenziati alla GLS Italy di Cerro al Lambro, i licenziati Fiat di Melfi e Termoli, non è solo solidarietà, ma difendere noi stessi. Se i licenziamenti passano, se si diffonde il messaggio padronale che “chi lotta paga”, le condizioni peggioreranno per tutti.

TUTTI I LICENZIATI DEVONO TORNARE AL LAVORO

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